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Pozzanghera

[ sherlock (BBC). ]

Eccomi qui a fare una cosa che non avrei mai pensato di fare.

Sto scrivendo di come... di come l'Uomo di Ghiaccio sia morto.

Era una strana mattina di febbraio.

Le foglie arancioni riempivano i viali, e si ammassavano a terra.

Uno strano uomo, vestito molto elegantemente, passeggiava per il viale principale.

Il suo fidato ombrello nella mano destra, mentre con l'altra spediva un messaggio.

Se ci fossimo soffermati sul telefono, avremmo notato il testo, e magari anche il destinatario.

Si rimise il telefono in tasca, continuando a camminare.

Le foglie producevano un lieve scricchiolio sotto i suoi piedi.

Non era mai stato un tipo romantico, quindi vedeva l'autunno solo come una stagione di passaggio, fra il freddo ed il caldo.

E la pioggia. La pioggia gli era sempre piaciuta. Non si sapeva per quale motivo, ma era una cosa che amava da sempre.

Guardò in una pozzanghera, e vide un uomo solo. Un elegante politico, in giacca e cravatta, con milioni di ammiratori, ma... solo.

Non si era mai sentito così solo.

Mai.

Aveva cominciato quando suo fratello aveva trovato un coinquilino, appena la settimana prima.

Ed a lui... a lui era toccata la più grande delle sfortune.

Aveva conosciuto...

Già, ma forse è meglio prima dire come successe.

Erano su una scena di un crimine.

Sherlock aveva fatto qualcosa, nessuno ricorda cosa, ed il fratello dovette andare a mettere a posto quel qualcosa. Uno strano tipo di casino burocratico, mi sembra.

E fu lì... fu lì che lo vide per la prima volta.

I capelli brizzolati, che venivano continuamente torturati da quelle mani, che sembravano poter stringere in un abbraccio, in accordo con quelle fantastiche braccia, tutto il mondo.

Ma la cosa che lo colpiva di più erano gli occhi. Sembravano volerti, contemporaneamente, rimproverare e consolare.

Inutile dire che aveva avuto subito pratiche urgenti da sbrigare, e che si rintanò nel suo ufficio.

L'uomo di Ghiaccio era morto.

Si era sciolto.

Si era sciolto per Gregory Lestrade.

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