White mercy

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[ nessun fandom. ] - in un qualche modo dedicata a govspineapples, ma senza impegno.

Guardai la donna che dovevo uccidere, un sadico mezzo sorriso sotto la maschera bianca.
Presi la forbice che di solito uso per uccidere le mie vittime, e le praticai una lineare incisione sul braccio sinistro, il mio segno di fabbrica.
Nonostante odi uccidere, devo ammettere che in quel momento la felicità che provai era enorme, moltiplicata dalle urla di terrore della donna.

-No, ti prego, non mi uccidere.-
La mia voce uscì fredda, le emozioni bloccate in un luogo recondito del mio cuore, com'era da un anno a questa parte.
-No. Mercy.- sputai fuori, le parole bloccate per metà per effetto della maschera.
Presi la forbice, l'impugnatura bianca come il maglione che indossavo, e la spinsi, con decisione, nella parte sinistra del petto della donna.
Oh, il sangue che ne uscì era una vista paradisiaca.
Le labbre della donna, prima rosee, quasi candide, si erano macchiate di un rosso migliore di quello di ogni rossetto su questa terra.

Poggia una mano sulla parte di viso libera dalla maschera, comprendo essa solo metà del viso, e la mossi a toccare il segno che una sera mi ero incisa, per sfuggire alla mania omicida di Tony Mouthless, che altrimenti mi avrebbe uccisa.
Lo odiavo, quel segno, rappresentava la mia sconfitta.
Con la stessa mano, sporca di sangue, mi tolsi la maschera; il mio lavoro era finito.
Assieme alla consapevolezza dell'omicidio, l'adrenalina che scemava, anche le lacrime apparvero.

"Cos'ho fatto..." è stato il mio primo pensiero, non appena la mia mente si liberò dalla presenza che odiavo, l'altra me, White Mercy.
Ero in ginocchio, vicino alla sua ultima vittima, quando sentii dei passi.
"Parenti...?" mi chiesi. Se fossero venuti in quella stanza, mi avrebbero vista.
Guardai ancora una volta la vittima e, come il solito, il mio sguardo vagò nella stanza.
Ed eccola lì, l'unica cosa che la mia parte che preferivo, Lidia, sopportava dell'uccidere la gente.
Una foto della donna, accanto a quella che sembrava essere sua figlia, in quanto troppo simile per essere altro.

Dopo aver lasciato un lieve bacio sulle labbra della donna, che bagnai anche con le mie lacrime, come sempre, sentii la porta aprirsi.
"Merda." una ragazza entrò nella stanza, mentre indossavo nuovamente la maschera.
-Cosa...?- la ragazza inizió a parlare, avvicinandosi a me.
Riprendendo la mia forbice e la foto dal mobile, uscii dalla finestra, senza riuscire a bloccare le lacrime.
Avevo mietuto un'altra vittima, senza la mia volontà.

[ 398 parole. ]

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