Death ship

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[ death note / titanic. ] - inizialmente dedicato a DiAngeloIsFabolous (ti chiedo scusa per la notifica inutile-)

E fu in quel momento.
L'unico modo per salvarsi, Nate lo sapeva, era tuffarsi in acqua.
Ora, doveva solo dirlo a Mihael, a qualche metro da lui; che a quanto pare non aveva ancora un piano per uscirne.

-Al mio tre.- disse il più giovane, guardando il biondo negli occhi, il tutto fu seguito dalla faccia stupita del più grande.
-Nate, cosa...?- chiese, immediatamente bloccato dall'albino: -Fai come ho detto, Mihael. Non c'è tempo.-

Contò, lentamente, e mentre il grande bastimento, l'inaffondabile Titanic, stava piegandosi a formare un angolo retto con l'oceano, ecco... egli disse "tre".
I due amanti, tenendosi per mano, si tuffarono in un sol gesto nel freddo oceano e, scampati così dall'imminente minaccia, i loro corpi andarono a fondo, spinti dalla forza di gravità.

-Mello.- disse Nate, non appena tornò a galla, ma del biondo non v'era ombra. -Dove sei, Mello, ti prego, sii ancora vivo...- erano le uniche parole che l'albino riusciva a pronunciare, mentre batteva i denti per il freddo glaciale che già gli stava entrando nelle ossa.

-Mello...- stava quasi per abbandonarsi alla potenza dell'Oceano, pronunciata quest'ultima parola, quando vide un biondo caschetto apparire, e sentì che le forze si appropriavano di nuovo del suo corpo stanco.
-Michael...- continuò a nuotare, il freddo che già stava perpetrando nelle ossa, i vestiti fradici, per andare verso il suo amato.

Egli, dal canto suo, stava muovendo il più possibile i piedi, alla maniera di restare a galla, mentra con voce flebile chiamava: -Near, Nate, dove sei...?-
Il più giovane, sorridendo, si avvicinò a lui, cercando contemporaneamente con lo sguardo un appiglio, per non affogare.
Scartò velocemente assi di legno, oblò e cose del genere, troppo piccoli anche solo per starci sopra rannicchiati.
Dopo vari minuti di ricerca, l'albino notò, non troppo distante, una porta del vecchio bastimento.

-Perfetto.- disse, fra se e se, mentre indicava a Mello la porta che aveva notato. -Ce la fai a nuotare fino a lì, Mello?- chiese, mentre iniziava a nuotare, la risposta non tardò ad arrivare: -Certo, non ci sono problemi.-
I due fidanzati stavano ora nuotando verso la porta, sapendo che sarebbe stata la loro sola ancora di salvezza.

"No. Non ci credo." fu l'unico pensiero dell'albino. La porta non era abbastanza larga per far stare entrambi.
Mantenendo il sorriso sul volto, Near fece salire Mello su di essa, per poi aggrapparsi alla stessa.
-Tranquillo.- disse a Mihael, proprio mentre stava preoccupandosi di più.
-Fra poco salgo...- continuò, illudendo più se stesso che il compagno.

Vari minuti passarono, ed il vento si faceva sempre più freddo.
Il più giovane sentiva ormai le forze abbandonarlo, nonostante ciò il sorriso non abbandonò il suo viso, che si faceva sempre più pallido ogni momento che passava.
Mello, dal canto suo, faticava a tenere gli occhi aperti, i vestiti ghiacciati incollati addosso; la mano di Nate che si muoveva circolarmente sulla sua testa non migliorava certo le cose.
Near, con le sue ormai ultime forze, vide Mihael quasi addormentarsi, prima ch'egli si abbandonasse alla potenza dell'Oceano, e venne portato a fondo, assieme alla nave che avrebbe dovuto rendere migliore la sua vita.

Il maggiore, aperti gli occhi, non poteva credere ai suoi occhi: Near, l'unico uomo ch'egli avesse davvero amato, era scomparso, probabilmente nel nero abisso che si stava prodigando di non far raggiungere a lui.
Il biondo prese a piangere, capendo che il suo Near era morto per salvarlo, per permettergli di vivere.
Glielo doveva, quindi, di sopravvivere e raccontare la storia, un giorno, se non per altro in suo onore.

Non appena le scialuppe passarono di lì, in cerca di sopravvissuti, e lui le vide, ormai era troppo tardi. Loro stavano già andandosene per raggiungere, probabilmente la terra ferma che avrebbe significato, almeno per quelli che erano sopravvissuti alla notte e che si trovavano sulle scialuppe, salvezza.
-Non posso morire. Devo farlo per Near, glielo devo.- sussurrò, ancora sbattendo i denti, mentre lentamente scendeva dalla porta con cui si era salvato per tornare nell'acqua gelida.

-Sono qui...- sussurrò, con la poca voce che gli era rimasta, sperando di farsi sentire dalle persone che lo avrebbero dovuto salvare. Ma, ovviamente, così non fu.
La fiebile voce di Mihael non era abbastanza potente per farsi sentire dai soccorritori.
Continuò comunque a nuotare imperterrito verso le scialuppe, cercando il modo di richiamare la loro attenzione.
Fu poi un momento; vide, non troppo distante da se, il corpo di un uomo.
Al suo collo, un fischietto arancione, brobabilmente proveniente dalla nave.

"Perfetto." pensò il ragazzo. "Ecco la mia salvezza." prese a nuotare verso il corpo, anche se le sue bracciate prendevano intensità ogni momento. Non appena prese il fischietto, un brivido peggiore degli altri lo colpì.
Sarebbe riuscito a salvarsi la vita, trovando il fiato per usare il fischietto?
Nemmeno lui sapeva dare una risposta a quella domanda. In più lo sentiva, aveva iniziato a sentire il freddo prendere possesso del suo corpo. Sarebbe morto lì, senza che il mondo sapesse che grande uomo era stato Nate River.

"No. Non posso permetterlo." si ritrovò a pensare. -Per Nate.- concluse, a mezza voce. Prese il fischietto, ancora attaccato al collo del cadavere, ed iniziò a fischiare con l'intensità massima consentita dal momento, sapendo che era la sua unica possibile salvezza.

Lawliet, così si chiamava l'uomo che manovrava l'ultima scialuppa che se ne andò dalla scena di uno dei delitti peggiori compiuti dell'Oceano, sentì un flebile suono nella nebbia.
"Un fischio... sembrerebbe proprio..." pensò, per poi ordinare, pochi secondi dopo: -Girate la scialuppa. Ci sono ancora dei sopravvissuti!-

La scialuppa si girò nella nebbia, la lanterna posta per fendere la foschia avvisò Mello dell'arrivo dei soccorsi.
-Sono qui!- urlò, con tutta la forza che riusciva a tirare fuori, ed evidentemente era abbastanza, in quanto fu sentito da Lawliet. La scialuppa si avvicinò a lui, e fu issato su essa.
Continuando a guardare il punto dove Near era affogato, la scialuppa si allontanò piano piano dal luogo del naufragio.

Nonostante si sposò, Mello non dimenticò mai che era vivo solo grazie a Near, il primo uomo che era riuscito ad amare davvero.

[ 973 parole. ]

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