Echo

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[ sherlock (BBC). ] - consiglio vivamente di ascoltare Echo, di Jason Walker, prima o durante la lettura

Guardo fuori dalla finestra, sperando di poter guardare qualcuno, come faceva lui.

Nulla da fare, vedo solo gruppi di persone, senza volto, sorridenti, che parlano dei loro fatti. Anche se quello che sento è ancora solo il silenzio.

Mi sembra di essere davvero solo, in questo momento. Non so dove siano i miei amici, Molly, Greg, mi manca davvero molto stare in loro compagnia. Anche se so che non è questo.

È un mese, ormai, che cerco di trattenermi. Ma ora non i riesco più, i miei polmoni stanno scoppiando. E così lo faccio. Urlo il suo nome, a squarciagola, come feci un mese fa.

Chiudo gli occhi, cercando di trattenere un'altra ondata di lacrime.

Se fosse qui mi farebbe notare quanto sono stupidi questi sentimentalismi, ma fingere che vada tutto bene non è abbastanza.

Perché so che l'unica cosa che tornerà alle mie orecchie, del mio urlo, sarà l'eco propagato per l'appartamento vuoto. E l'ombra, quella che mi accompagna da sempre, è ormai la mia sola compagna. Spalanco occhi ed orecchie, come sempre cercando di sentire una cosa qualsiasi. Un sussurro. Uno sparo, un'esplosione proveniente dalla cucina.

Tutto, ma non l'eco della mia voce.

Ma non è così, lo so bene. So che potrebbe venire a prendermi, dirmi che è stato tutto un incubo, stringermi ancora una volta fra il morbido dei suoi ricci, il ruvido della sua barba di qualche giorno.

Potrebbe venire qui, salvandomi dalla pazzia che sta prendendo il posto dei ricordi, nella mia mente. Urlo nuovamente il suo nome, come se servisse a richiamarlo dall'aldilà solo questa parola, sussurrata con voce rotta dal pianto.

Anche se, ancora una volta, l'unica cosa che mi ritorna indietro è l'eco del mio fallimento.

Vorrei poter non essere così giù.

Vorrei poter vedere i suoi zigomi un'ultima volta. Solo un'altra volta. Anche se qui, alla finestra, l'unico viso che vedo è il mio.

Ed allora ricomincio ad urlare, urlare all'eco, perché forse è solo questo che mi rimane, l'eco del suo nome.

Ti prego. Torna da me. Penso, stringendo gli occhi.

Poi la prendo. A qualche millimetro da me, quella che è stata davvero la mia ombra in questi giorni.

Non ci devo nemmeno pensare.

Ti facilito il compito.

Arrivo io.

Premo il grilletto, lasciando che quello che ormai era un guscio vuoto cada a terra.

Sto arrivando. 

[ 390 parole. ]

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