Capitolo 25

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Jimin p.o.v.

Chiudo la porta alle spalle, trascinando i sacchetti pieni di cibo "attento lo rovini così" Jungkook a grandi falcate si dirige verso di me, prendendoli e posizionandoli sul tavolo di legno. Namjoon li apre, leccandosi le labbra meravigliato da tutto quel pollo. Libero le bibite dalle altre buste, ridendo per la goffaggine del più grande mentre distribuisce il pranzo agli altri membri. "Grazie hyung" il più piccolo batte le mani, rimettendosi le scarpe lasciate precedentemente in un angolo.

Gustiamo il nostro pranzo parlando del più e del meno e ridiamo alle battute di Jin. "Ragazzi, prima mi è successa una cosa" quando ho l'attenzione degli altri racconto ciò che è accaduto poco prima, suscitando una reazione ai presenti "che carino che sei stato, hai fatto bene Chim" Hobi hyung mi abbraccia affettuosamente, affermando che avrebbe fatto anche lui lo stesso.

[...]

Siamo all'interno del van che ci porterà alo stadio per il concerto di stasera. I ragazzi sono tutti in ansia; alcuni passano il tempo al cellulare, Taehyung e Jungkook invece stanno parlando tra di loro su quale film guardare una volta a casa.

Io sono stravaccato sul sedile nel mezzo, a volte do un'occhiata al mio telefono, giusto per controllare i messaggi. Durante il viaggio ho dovuto incoraggiare il più piccolo, preso dalla sua solita ansia. Sono passati davvero molti anni da quando abbiamo avuto il nostro primo concerto e la cosa buffa è che ancora oggi, prima di esibirci, ci facciamo prendere dalla paura di sbagliare o deludere gli ARMY.

"Siamo arrivati. Copritevi e stateci accanto" il manager apre lo sportello dell'automobile e la luce pomeridiana ci colpisce in volto. Gruppi di fan urlanti si trovano davanti alla nostra entrata, bloccandola. "Scusatemi, i BTS devono passare. Vi chiediamo cortesemente di spostarvi dalla porta" i bodyguard con le braccia portano le ragazze più in la, lasciando libero il passaggio.

"La prima canzone è Idol, quindi mettiamoci all'opera" dichiara il leader, venendo poi chiamato dalla make up artist per il trucco. Il lato destro della stanza è adibito al trucco, con grandi specchi orizzontali e quattro sgabelli bianchi. Sul ripiano le giovani truccatrici hanno sistemato le varie palette e fondotinta. Al lato hanno aggiunto un divanetto, dove mi ci siedo io aspettando i ragazzi per vederli esibirsi. Una donna, con un metro sulla spalla e un ago in bocca, trasporta un carrello con i primi abiti da indossare "Quando siete pronti venite qui così da indossare i vestiti" i ragazzi annuiscono, sorridendole e ognuno ritorna al proprio lavoro.

La tensione per lo show è palpabile, smorzata dai vocalizzi dei cantanti e le conversazioni delle persone. Non so quanto tempo sia passato, fino a quando un uomo si presenta nella piccola stanza dai muri azzurri "mancano venti minuti" chiude la porta e quelle brevi parole hanno dato il via al caos. le donne dello staff si spostano da una parte all'altra cercando di sistemare anche la minima virgola. "Jimin vai di la, così sei pronto per vedere l'inizio del concerto dallo schermo" mi consiglia il più grande, scompigliandomi i capelli.

Mi dirigo verso l'altra stanza, che più che una stanza sembra una cantina con tanto di alcuni tubi in bella vista e pareti grigie. Un forte botto mi fa voltare nella direzione opposta; Un ragazzo addetto al controllo luci, mi è probabilmente venuto addosso mentre trasportava diversi cavi da solo "mi scusi" geme lui mortificato. Mi precipito a raccogliere i fili elettrici caduti, quando un'altra persona, forse un suo superiore, lo rimprovera per quanto accaduto e lo intima a muoversi per l'inizio del concerto. "È stata colpa mia, stavo correndo e non guardavo davanti a me" mento all'uomo, che si è avvicinato fronteggiandomi "non stare qui che rallenti tutto e tu" indica il giovane che lo guarda "vedi di tornare dagli altri" finisce di dire, scomparendo agli occhi di tutti e due.

"La ringrazio molto" si inchina sorprendendomi "non c'è di che" gli sorrido e lui riconoscente ricambia, correndo subito dopo alla sua postazione. Vado spedito alla mia destinazione, sorpassando due signore intente ad aiutare Hoseok con il colletto della maglietta. "Eccoti, stanno per iniziare" il manager mi fa cenno di sedermi, dichiarando di essere eccitato per questo come back. Osservo incantato tutto lo staff presente davanti allo schermo che si tengono per mano e attenti guardano la tv davanti a noi. Ci conoscono da molti anni ormai, ma non pensavo fossero così entusiasti di vederci salire su un palco...non voglio immaginare le loro facce quando abbiamo vinto dei premi.

𝑯𝒐𝒍𝒊𝒅𝒂𝒚 || 𝒑𝒋𝒎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora