Capitolo 28 (seconda parte)

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Mi porge la mano, distendendo il braccio verso di me "g-grazie" l'afferro e borbottando per il male alle gambe, vengo tirata su in piedi dal ragazzo. Ho tutte la mani sporche e rosse per lo sfregamento con l'asfalto.

"Stai bene?" parla piano, il suono della sua voce ovattato dalla mascherina "si, sono caduta per prendere il taxi" rivelo imbarazzata e mi strofino le mani sui pantaloni per pulirle un minimo. "Io sono venuto a prenderti con il van e le guardie del corpo, passando davanti a tutti e tu mi cadi non appena varchi il suolo coreano?" ride beffardo mentre corrugo la fronte "ma di cosa stai parlando? Neanche ci conoscia-" non concludo il discorso che realizzo chi ho davanti. Avvicino le mani all'altezza dei suoi occhi, sfilando tremante gli occhiali neri; davanti a me due occhietti a mezzaluna si incatenano nei miei ancora increduli.

"Jimin sei tu?" domando tenendo saldamente l'oggetto in mano. Lui annuisce, nel frattempo i suoi occhi sono del tutto chiusi, segno che sta sorridendo. Mi accarezza la guancia, spostando la sua mano dietro la mia nuca così da portarla sul suo petto. Mi culla delicatamente "finalmente sei qui" bisbiglia invitandomi subito dopo a seguirlo verso il van dall'altra parte. Mi aiuta ad entrare, sedendosi accanto a me.

Si priva della mascherina, sorridendomi come mai aveva fatto prima d'ora. Mordo il labbro inferiore meditando sul baciarlo o no, dato che è intento a conversare in coreano con l'autista personale. Dettata dalla voglia di assaporare quelle labbra, lo prendo per le spalle facendolo ruotare "Emma" pronuncia sbigottito, mi avvicino di più all'ormai moro e faccio combaciare le nostre labbra.

Dischiudo la bocca per godermi al meglio questo momento. Addenta il mio labbro, provocandomi un piccolo urletto non aspettandomelo. Le sue mani passano su tutto il mio corpo, soffermandosi sulla maglietta che si muove sotto il suo tocco delicato. Ci allontaniamo di poco, giusto per guardarci un attimo e lo vedo mantenere a stento il controllo. "che volevi fare?" chiede furbo alzando un sopracciglio, mantenendo il sorrisetto divertito sul volto. Alzo le spalle non sapendo come rispondere.

L'autista gentilmente richiama Jimin per parlare e capisco di essere arrivati perché riconosco il luogo dalle foto. Ho pensato di comprare un appartamento abbastanza vicino al centro di Seoul, così da non dover fare troppi spostamenti. "Piccola, dobbiamo uscire" "va bene" si rimette la mascherina.

Percorriamo il piccolo tratto fino a ritrovarci davanti all'entrata, prendo le chiavi e spalanco la porta della mia nuova casa "wow davvero niente male" commenta lui girando per le varie stanze. Alla fine non è neanche tanto grande, abbastanza da ospitare una persona. Sistemo le valigie vicino all'entrata promettendomi di disfarle dopo. Mi tiro a sedere dal divano, non trovando Jimin nei paraggi  decido di controllare la camera da letto "Jimin?" chiedo scostando la porta per entrare.

La camera è semplice: le pareti bianche contornano i quattro muri, il letto ad una piazza e mezzo ha bisogno della coperta e dei cuscini e una scrivania è proprio di fronte ad esso. Vicino all'armadio, un grande specchio è fissato alla parete "la vista è bellissima" il ragazzo mi distoglie dall'osservarmi intorno. Appoggiato alla finestra, il suo sguardo è rivolto ai grattacieli davanti "sei anche vicina alla nostra casa discografica. Ci vogliono circa dieci minuti da qui" lo ascolto parlare, perdendomi a guardare i raggi del sole poggiarsi sulle ciocche della sua frangia. Sussulto quando mi cinge i fianchi, posando il mento sulla mia nuca "stanotte continuiamo quello che abbiamo interrotto prima" sussurra al mio orecchio causando dei brividi lunga la mia spina dorsale.

Continua a parlare come se non fosse successo niente, informandomi che vorrebbe portarmi alla Big Hit per farmi vedere le loro sale prova e il dormitorio "ti va adesso o sei stanca?" ho dormito per tutto il viaggio quindi un giro non mi farebbe male. Accetto e dopo aver medicato le ginocchia sbucciate, mi sono cambiata e mi ha accompagnata alla struttura, non prima di aver chiamato nuovamente l'autista.

𝑯𝒐𝒍𝒊𝒅𝒂𝒚 || 𝒑𝒋𝒎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora