Infilo nella toppa la chiave piena di ciondoli per aprire il portone di casa. Ho lasciato le due ragazze a casa e sono venuta di corsa qua, ho bisogno di riposo. Da quello che mi ha riferito mio padre per messaggio sono tutti e due a lavoro e non li vedrò prima di cena, così ne approfitto per farmi un bagno con la bathbomb alle rose comprata da Lush a Firenze e poi dormire qualche ora.
Chiusa in bagno elimino gli indumenti insieme all'intimo, lanciandoli in un angolo della stanza. Finisco di riempire la vasca e aggiungo la pallina bianca che in un attimo colora l'acqua "perfetto" mi immergo completamente legando i capelli in uno chignon leggero. Mi rilasso ad occhi chiusi con una lieve melodia prodotta dalla mia voce, fino a quando questa calma viene interrotta dalla campanellina delle notifiche "chi è adesso?" sbuffo allungandomi per raggiungere il cellulare e sorrido dopo aver letto il messaggio:
PJM95: Hey bellezza, indovina chi sono?
[ 2 anni dopo ]
"Come non potete venire?" sbraito al telefono durante la telefonata con le mie migliori amiche. Abbiamo sempre fatto le chiamate Skype insieme e oggi mi abbandonano "Emma, domani vado dai miei parenti, sto preparando la valigia" pronuncia Alice dall'altra parte del telefono "e ti ci vuole un pomeriggio intero?" mi stropiccio gli occhi con le dita per non mandarla a quel paese "lo sai che sono lenta. Devo fare gli abbinamenti giusti" blocco la ragazza ponendo la stessa domanda all'altra, che fino ad ora è rimasta in silenzio "ma che sta facendo?" non avverto nessun rumore, di solito quando non parla è perché la madre l'ha interrotta e ha messo il muto alla chiamata.
"Emma ascolta bene, la sento russare" fa notare la bionda ridacchiando. Per qualche secondo facciamo silenzio e in effetti un lieve rumore riesco a percepirlo "ok allora sono da sola" "eh questa è stata la nottata di fuoco con Marco" commenta l'altra e prevedo lo sguardo malizioso dipinto su di lei "wow ci vanno giù pesante" affermo posizionando il pc sul letto "già, la loro vita sessuale è meglio della mia" piagnucola Ali, provocandomi una piccola risata.
"Vuoi fare la sorpresa a Jimin?" chiede lei ad un tratto e ritorno con i piedi per terra "si non voglio presentarmi lì senza averglielo detto" confesso guardando Il biglietto aereo sulla scrivania della mia camera e un sorriso sorge sul mio volto mentre immagino la sua espressione; Jimin ha mantenuto la sua promessa durante questi ultimi anni. Nelle festività è venuto nella mia città natale, a volte portando anche qualche membro del gruppo. Ne ho approfittato per fare da guida e per fortuna abitando in campagna non li conoscono nessuno.
E si, lo abbiamo fatto durante una delle sue visite, ma questa è un'altra storia.
"Emma!" sobbalzo al quarto richiamo della mia amica e mi ritrovo a bofonchiare tra me e me "ti addormenti anche tu?" domanda con una punta di ironia. Scuoto la testa, ricordandomi poi che non può vedermi "dai vado a finire di preparare, ci sentiamo stasera" ci salutiamo e lancio il telefono a bordo del letto, accendendo il computer. Controllo l'orario dalla mia sveglia sul comodino, per essere certa che sia l'ora più adatta per chiamarli. In questi anni ci siamo abituati a sentirci quando da loro sono le undici di sera e qui le 16 e per mia fortuna sono sempre stati precisi. Clicco con il mouse sull'icona di Skype e aspetto la loro risposta che non tarda ad arrivare.
"Ciao Emma!" gridano Jin e Hoseok dall'altra parte dello schermo nero e sento un piccolo 'ciao' detto da Yoongi "ehm ragazzi" "finalmente ci stiamo chiamando" parla felice Hoseok per poi essere interrotto da una terza persona "Jimin è in bagno, dovrebbe arrivare" "tranne se non è caduto nel water" commenta Taehyung alle parole dette poco prima dal leader "va bene, ma-" "che fate?" sento in lontananza la voce di Jungkook e subito gli viene riferito della videochiamata "oh ciao Emma! Sei felice di sentirci?" sento il tono allegro uscire dalla sua voce "si sono felice ma-" "ma cosa? È successo qualcosa?" domanda preoccupato Jin "ragazzi" trattengo la risata "si?" dicono in coro "non avete attivato la webcam" cala il silenzio e subito i loro volti vengono mostrati. La loro espressione è impagabile.
Sono tutti imbarazzati fino all'arrivo di Jimin, che domanda il perché delle loro reazioni "sapete, dovreste parlare solo voi due questa volta" e in poco tempo rimaniamo da soli "cosa mi sono perso?" domanda ridacchiando e preferendo non imbarazzare ulteriormente i suoi amici, evito il discorso parlando d'altro. "Allora...come stai?" "bene, tu? Gli studi come proseguono?" "tra poche settimane mi laureo perciò..." porta le mani davanti alla bocca "davvero? Potevi dirmelo prima, non lo sapevo. Ci verrei volentieri ma con il gruppo..." sorrido "tranquillo apprezzo il pensiero"
Parliamo di cose casuali fino a quando non prendo coraggio afferando i biglietti "Jimin" non appena i nostri sguardi si incontrano inizio a parlare "come ho detto sto finendo l'univestità e ho deciso di raggiungerti, verrò a vivere in Corea" gli mostro il biglietto attendendo una sua reazione "non è un sogno vero?!" nego con un cenno della testa e subito un sorriso gli si forma in volto.
[...]
Due mesi dopo, eccomi davanti all'aeroporto pronta per questa nuova esperienza. Ho accanto a me due valigie con l'essenziale, mentre il resto delle mie cose mi verrà spedito più tardi. Con le lacrime ai bordi degli occhi sorrido alle persone che mi hanno accompagnato fino a qui; mia madre è abbracciata a mio padre e in lacrime sventola la mano nella mia direzione, lanciando dei baci volanti. "Chiamaci all'arrivo" urla l'uomo di casa salutandomi. "lo farò, statemi bene" rispondo di rimando io.
Vengo travolta da quattro braccia che si stringono a me, infondendomi quel calore ormai familiare. "Ci mancherai" sussurra Alice sul mio petto "mancherete anche a me. Vi verrò a trovare spesso" le assicuro io "vogliamo tutte le news su di te e quel fustacchione di Jimin eh" scoppio a ridere al commento di Hanna contagiando anche loro. Ci stacchiamo dall'abbraccio e saluto anche Michele appoggiato allo sportello della macchina. "Dai è ora che tu vada" afferma la riccia, alchè annuisco tristemente e dopo averle strette a me un'ultima volta, mi incammino al mio gate.
Mi imbarco, percorrendo il corridoio dell'aereo fino al mio sedile rigorosamente vicino al finestrino. Il viaggio di undici ore l'ho trascorso per la maggior parte del tempo a dormire e a vedere film. Per fortuna accanto a me la signora non ha voluto intraprendere una conversazione e si è addormentata subito.
[...]
"Signori passeggeri, vogliamo informarvi che tra mezzora atterreremo. Vi preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza e restare comodi" ci viene riferito dall'altoparlante prima in inglese e poi in coreano. Questo mi ricorda che una volta lì dovrò dedicarmi a dei corsi per imparare questa lingua complessa e trovarmi un lavoro stabile. Atterrato l'aereo, seguo il gruppo di passeggieri diretti al ritiro bagagli e afferrate le mie mi dirigo fuori dalla struttura. Cerco con lo sguardo un taxi disponibile, sbuffando subito dopo per dover aspettare ancora.
Mi siedo nella panchina posta vicino all'entrata, perdendomi a guardare il via vai di persone che entrano e escono dall'aeroporto "eccolo!" urlo più a me stessa quando il mezzo parcheggia pronto per portare qualcun altro via da qui. Prendo velocità con le mie valigie che si incastrano tra loro e non potevo non fare una figuraccia davanti a tutti; correndo infatti, perdo equilibrio e la valigia mi finisce in mezzo alle gambe che in un colpo secco mi fa cadere in ginocchio.
Riesco a malapena a poggiare le mani al suolo per non cadere di faccia. "No!" alzo lo sguardo afflitta, mentre un signore in giacca e cravatta apre lo sportello del passeggiero per entrare definitivamente all'interno del taxi. Avvicino le valigie per paura che vengano rubate, non saprei cosa fare senza le mie cose. Sposto le gambe da un lato, distendendole di poco "che male" parlo tra i denti, serrando le mani per il dolore. Sicuramente avrò le ginocchia sbucciate.
In questo momento le persone affollate sono andate via o hanno preso i mezzi per il centro, quindi non c'è nessuno in particolare che possa avermi visto "serve aiuto?" una voce dolce mi arriva alle orecchie costringendomi ad alzare il viso verso l'alto, dove una sagoma è appostata accanto a me. Dalla corporatura assomiglia ad un ragazzo, ma è coperto da un cappuccio della felpa oversize nera, gli occhiali da sole e una mascherina.

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𝑯𝒐𝒍𝒊𝒅𝒂𝒚 || 𝒑𝒋𝒎
FanfictionDopo aver affrontato l'esame di maturità e scelta la meta del viaggio per concludere il loro ciclo di studi, chi poteva immaginare che incontrassero proprio il loro gruppo preferito del liceo? 𝑸𝒖𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂 è 𝒔𝒕𝒂𝒕𝒂 𝒔𝒄𝒓𝒊𝒕𝒕𝒂 𝒏...