Ci accomodiamo sugli alti sgabelli de "Il panino del Chianti" con incartate tra le mani le grandi focacce farcite "questa è l'ottava meraviglia del mondo" commenta Ali alzando il panino in aria, rido al suo comportamento e comincio a mangiare.
Durante il pomeriggio restante siamo passate a visitare Palazzo Pitti con lo splendido giardino e verso sera abbiamo ripercorso le vie centrali per immortalarle con delle foto. I ragazzi non li abbiamo più incontrati stranamente "Emma, sei sicura di andare dopo?" vengo distolta dai pensieri quando Hanna mi pone la fatidica domanda.
Annuisco, spostando lo sguardo sulla poca gente che passeggia "voglio solamente il tuo bene e penso che andare lì ti farà stare male" sospira tra le parole "è come un suicidio" mi spiega Ali spegnendo il suo telefono e riponendolo nello zaino, ricevendo un'occhiataccia dalla riccia "quello che Alice sta cercando di dire è che non vogliamo che tu soffra come lo scorso anno, ti devo ricordare come se ne è andato? di certo avrà avuto una buona motivazione, ma Alice si è quasi fatta attaccare dalle loro guardie del corpo per te e tu cosa fai? ritenti" si ferma riprendendo fiato, il suo discorso mi ha completamente zittita e l'unico rumore è il brusio delle persone che ci circondano "non ti voglio impedire di farlo, sta a te la scelta. Fai quello che ti senti ok?" annuisco di nuovo, si vede che ci tengono veramente a me e di questo ne sono grata, ma consapevole di essere una deficiente. Sto alimentando il dolore che provo per non poter stare con lui, ma voglio approfittarne adesso che l'ho rivisto.
Passata anche la cena, decido di aspettare un po' prima di andare nell'hotel descritto da Jimin. Oltre a darmi indirizzo e informazioni vari, mi ha chiesto di andarci sul tardi, in modo che gli altri stessero già dormendo. Verso le undici saluto le ragazze, avviandomi nel luogo prescritto. Trascorsi una decina di minuti arrivo dinanzi alle porte dell'hotel, un po' titubante mi appresto ad aprirla. La luce forte della reception fa contrasto con la poca illuminazione dell'esterno, facendomi sbattere le palpebre più volte. Saluto cordialmente la persona dietro al bancone, per proseguire in direzione dell'ascensore adiacente alle scale. Le porte si aprono al quarto piano e camminando lentamente per non infastidire gli altri ospiti, mi avvio all'interno numero 34 e leggermente esitando busso alla porta.
Riesco a percepire dei passi farsi strada verso l'entrata e Jimin si presenta sull'uscio con ancora i vestiti del pomeriggio "hey entra" si fa largo permettendomi il passaggio, sorridendo imbarazzato. Sempre con la testa bassa, seguo il ragazzo dentro arrestandomi a guardare la stanza: due grandi finestre mostrano la veduta della città; il letto, rigorosamente matrimoniale, è posto di fronte ad esse; la scrivania è coperta da oggetti vari e l'armadio è al suo fianco. A destra dell'ingresso c'è il bagno che non è ne troppo grande ne troppo piccolo, solo il giusto per una camera singola.
"Ero convinto che non saresti venuta" rido nervosamente alla sua affermazione, in effetti all'inizio non ero sicura del tutto di farmi vedere. Mi fa sedere sul materasso e si volta dall'altra parte, togliendosi la maglietta un momento dopo. Non so se sono io, ma qua dentro ha iniziato a fare caldo e la gola mi si è seccata. Sventolo senza farmi vedere una mano in volto, sperando di riuscire a far cessare il calore. I miei occhi finiscono sulla sua bianca schiena, poi alle sue spalle e infine sulle braccia muscolose, mentre lui cerca un'altra maglietta da indossare come pigiama "ho aspettato a cambiarmi...volevo aprire la porta in modo presentabile" ride contagiando anche me.
Indossa il capo, sedendosi poi vicino a me con un sospiro di sollievo. "Che università hai scelto?" domanda grattandosi la nuca "psicologia, io e le altre siamo divise" balbetto un pò. Continuiamo così per altri minuti, ponendoci delle domande semplici che potrebbero farsi due sconosciuti. Il nostro imbarazzo con il tempo si placa e conversiamo ormai in tranquillità "e questi capelli rosa?" accarezzo alcune ciocche "per il nuovo come back" parla a bassa voce lui, la voce leggermente roca; milioni di brividi si propagano lungo la mia schiena.

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𝑯𝒐𝒍𝒊𝒅𝒂𝒚 || 𝒑𝒋𝒎
FanfictionDopo aver affrontato l'esame di maturità e scelta la meta del viaggio per concludere il loro ciclo di studi, chi poteva immaginare che incontrassero proprio il loro gruppo preferito del liceo? 𝑸𝒖𝒆𝒔𝒕𝒂 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂 è 𝒔𝒕𝒂𝒕𝒂 𝒔𝒄𝒓𝒊𝒕𝒕𝒂 𝒏...