Capitolo 27 (Firenze)

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Emma p.o.v.

[2 mesi dopo]

Manca un'ora per raggiungere il nostro hotel e il chiacchiericcio di Alice alle mie spalle non intende attenuarsi, provocandomi un leggero mal di testa. Riposo gli occhi per la stanchezza, oggi ci siamo svegliate molto presto per poter essere qui ad un'ora decente. Mi rendo conto di essere arrivate, perché una mano a me familiare mi scuote la spalla in modo brusco. "Siamo arrivate" Hanna mi slaccia la cintura imprecando verso Alice che ha ribaltato la sua valigia a terra.

Dopo essermi alzata e aver preso ognuno le nostre valigie, chiediamo alla reception le chiavi della nostra stanza "ecco a voi" ci sorride la donna, porgendocele gentilmente. La salutiamo e prendiamo l'ascensore per il terzo piano "potevamo fare le scale, abbiamo diciannove anni" faccio notare io "no Emma, non ho voglia!" si lamenta la bionda facendoci ridere "mi fanno male le gambe" continua lei "ma se siamo sempre rimaste sedute in macchina" Hanna alza un sopracciglio, trattenendo le risate.

Entriamo nella camera d'hotel ritrovandoci a rimangiare quello che abbiamo detto poco prima; pensavamo fosse brutta per quello che abbiamo pagato, invece è ben curato e davvero accogliente. Girando a destra il bagno è la prima porta, è abbastanza grande e ha persino la vasca, i letti sono sistemati uno vicino all'altro, con un grande specchio e una scrivania annessa. "Abbiamo anche lo shampoo e i saponi!" urla Alice dall'altra stanza. Mi accascio sul letto portando le braccia dietro alla nuca e sorridendo come un ebete "sei fatta?" chiede la riccia sistemando i vestiti nell'armadio vicino allo specchio "sono solo felice, era da tanto che non passavamo del tempo insieme" "hai ragione, poi questa città è meravigliosa, dopo pranzo facciamo un giro" annuisco e aiuto Hanna a disfare i bagagli.

Una volta cambiate ci dirigiamo a piedi verso il cuore della città, costeggiando l'Arno. Ci concentriamo sulle piazze principali, preferendo visitare i palazzi più importanti il giorno dopo con più calma. Passata un'ora di camminata, ci fermiamo vicino alla fontana di Nettuno, per riposarci un minuto. "Che culo ragazze" esclamo io posando gli occhi sul retro della statua "vuoi una foto ricordo?" domanda ironica la riccia, che senza aspettarselo si ritrova tra le mani la macchina fotografica ed è costretta a scattare una foto a me e Ali che posiamo stupidamente. Dopo la foto andiamo alla ricerca di un supermercato per acquistare negli snack da mangiare in hotel la sera.

"È impossibile che ci siamo perse in così poco tempo" sbuffa Alice infastidendo noi altre che tentiamo di comprendere le indicazioni date da GoogleMaps "dobbiamo andare lì e poi a sinistra" spiega Hanna "ma questa è la destra!" le faccio notare urlando. Continuiamo a sbagliare direzione per altri dieci minuti buoni, fino a quando non mi rendo conto di aver tenuto per tutto questo tempo il telefono al contrario. Ci guardiamo in silenzio non sapendo esattamente come commentare la situazione "ma sei scema!" mi grida contro la riccia dandomi un colpetto dietro la nuca. Mi massaggio la parte colpita, fingendo di essermi fatta male e osservo le altre chiedere informazioni.

Alla fine ritorniamo sulla strada giusta, riuscendo poi a trovare il negozio. Ci dirigiamo subito nel reparto con schifezze varie, quando la voce della bionda ci arriva alle orecchie indicandoci le buste di m&m's. Quando leggo il prezzo della bustina mi viene un mancamento...sette euro?! "Ali no, costano troppo" le spiego io allontanandola dai ripiani della cioccolata, preferendo comprare qualcosa di salato. Una volta pagato, scegliamo di cenare al McDonald per non spendere troppi soldi in un ristorante.

"Vi ricordate quel ristorante nascosto in quel vicolo brutto dove ci portavano tutti i giorni in gita?" chiedo ricordando il posto "oddio, me ne ero quasi dimenticata, avevo fatto anche cadere una patata al forno sulla scarpa di un nostro vecchio compagno" risponde la bionda addentando il suo panino "io avrei preferito non ricordare quel posto" parla quasi disgustata Hanna. Poco dopo ci si avvicina una ragazza, probabilmente più piccola di noi, che ci domanda se ci serve una bustina di ketchup in più mentre le sue amiche ridono alle spalle. Rifiutiamo gentilmente e finiamo il nostro pasto, per poi tornare in hotel.

𝑯𝒐𝒍𝒊𝒅𝒂𝒚 || 𝒑𝒋𝒎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora