Capitolo 11

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Emma p.o.v.

"Mi è venuto bene" afferma il ragazzo davanti a me fiero del risultato, ha ricreato il suo stesso tatuaggio sull'indice della mia mano sinistra. Avvicino la mano al mio viso per osservare il piccolo disegno, quando Jimin mi blocca "aspetta, manca ancora una cosa, non guardare" riprende la mia mano, con l'altra mi copro il sorrisino formatosi in faccia e attendo che finisca il suo lavoro.

Pochi secondi dopo mi presenta nuovamente il tatuaggio davanti al volto con sguardo compiaciuto. "Il tuo...nome?" chiedo confusa guardando la piccola scritta sul polso in attesa di una risposta. Lo osserva di nuovo, prima di puntare il suo sguardo su di me e annuire fiero per poi porgermi la sua mano, che accetto volentieri, e trascinarmi per la strada.

Prima di sparire completamente dalla piccola piazzetta, do uno sguardo indietro per cercare le mie amiche, ma quando noto la loro assenza capisco che se ne sono andate, sicuro stanche della presenza dei due ragazzi.

Passeggiamo l'uno accanto all'altro tranquillamente quando il mio telefono squilla, guardo il mittente della chiamata "scusa devo rispondere" Jimin fa un piccolo cenno con la testa e subito premo il pulsante verde "hey Hanna, che succede?" "io e Ali siamo nella piazza centrale, ti unisci a noi per cena?". Per cena?! Controllo l'ora sul mio orologio e noto che sono già le 20:00. Vorrei unirmi a loro, ma il tempo che sto trascorrendo con Jimin non mi dispiace. Fortunatamente stiamo parlando in italiano e quindi posso negare l'invito senza farmi tormentare dalle future domande di Jimin. Finita la chiamata metto in vibrazione il telefono per non essere più disturbata.

Dopo una buona mezz'ora, il biondo propone di mangiare da qualche parte "mi sembra un'ottima idea" dico sorridendogli. Ci sediamo ad un tavolo e aspettiamo che ci venga portato il menù, nel frattempo osservo Jimin che tenta di sistemarsi i capelli.

"L'Italia è bella vero?" chiede ad un tratto smorzando la tensione "si siamo fortunati, la maggior parte del patrimonio artistico lo abbiamo noi" sospira alle mie parole "deve essere bello vivere in questi luoghi. Se un giorno dovessi venire in Italia che città dovrei visitare?" prendo un po' di tempo per pensare ai posti più belli prima di rispondere "ovviamente dovresti visitare Roma, essendo la capitale; una delle mie città preferite è Firenze, l'ho visitata in gita scolastica qualche anno fa e l'ho trovata stupenda. Ci sono davvero tantissime città che in questo momento non saprei dirti quali scegliere" accenno una piccola risata guardando in basso.

Jimin appoggia una mano su una guancia borbottando tra se e se "per la prossima stagione di Bon Voyage proverò a proporre l'Italia come meta". A quelle parole quasi torno alla realtà della situazione, mi ero quasi dimenticata del fatto che stessero registrando qualcosa e solo in questo momento mi rendo conto dell'assenza delle telecamere "ehm Jimin, ma non dovresti essere con gli altri, sai...per le riprese?"

Prima di ricevere una sua risposta, il cameriere si fa strada al nostro tavolo dandoci i due menù; lo ringraziamo e attendo una risposta dal ragazzo davanti a me "Ho chiesto se potevano seguire gli altri ragazzi, in fondo non ci sono solo io" ma il tono tranquillo con cui mi risponde non fa altro che agitarmi. Dopo aver ordinato, il cameriere si congeda e noi torniamo a chiacchierare del più e del meno.

"Posso farti una domanda?" chiedo timidamente "certo, cosa vuoi sapere?" "tutti i fan e le persone che ascoltano il kpop vedono effettivamente solo una parte di quello che siete, ma com'è realmente la tua vita?" sembra leggermente sorpreso dalla mia domanda, di sicuro si aspettava una cosa più semplice del tipo 'qual è il tuo cibo preferito' o magari 'la cosa più divertente che hai fatto con i tuoi amici'.

Nonostante lo stupore iniziale prende parola "vedi, come hai detto tu i fan conoscono una parte della nostra vita, quella che vedono sul palco o tramite i video. Ad essere sincero l'amicizia che si è instaurata tra noi sette non cambia da ciò che traspare da internet alla realtà e questa forse è la cosa più importante; ma ci sono stati momenti in cui avrei preferito abbandonare tutto perché non mi sentivo all'altezza, sono andato incontro alla depressione, ma fortunatamente ne sono uscito" prende una breve pausa per poi continuare "tutt'ora quando facciamo dei concerti ho la sensazione che la mia voce non sia perfetta o che dovrei allenarmi di più perché credo di aver eseguito male una parte della coreografia" si ferma accorgendosi della serietà che ha preso la nostra conversazione e sussurra "scusa, sto rovinando la serata raccontando i miei problemi".

𝑯𝒐𝒍𝒊𝒅𝒂𝒚 || 𝒑𝒋𝒎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora