3; Jimin e Jungkook, il tipo di amici dal ridere anche durante il mio funerale

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«Tutto bene Tae?».

Mi ero appena imbarazzato perchè il barista, un ragazzo, mi aveva guardato con un sorriso divertito, come poteva andare tutto bene?

«Cosa?» mi girai verso Jimin e Jungkook come se nulla fosse successo, entrambi che mi guardavano confusi ma che, bene potevo capirlo, si stavano trattenendo dal scoppiare dal ridere.

«Ti se-» non diedi loro il tempo di parlare perchè li fermai; già ero nella confusione più totale e se loro avessero iniziato a fare domande su domande avrebbe solo peggiorato la situazione:

«Mi sono solo ricordato improvvisamente di un episodio imbarazzante all'università, non fate altre domande».

Se fosse stato qualcun altro a usare quella stupidissima scusa nessuno gli avrebbe mai creduto, ma il destino nel mio caso mi aveva donato di un'ottima dote nella recitazione, tale da avermi salvato il culo più e più volte.

Si guardarono per qualche attimo negli occhi come se si consultassero in silenzio tra loro, per poi fare spallucce e annuire alle mie parole.

Ci avevano creduto.

«Ecco perché spiegate le tue guanciotte teneramente arrossite» disse il biondo allungando una mano verso il mio viso e, nonostante cercai di evitare il suo tocco allontandomi, acchiappò una mia guancia iniziando a pizzicarmela appena sotto le sonore risate di Jungkook.

«Jiminie!» esclamai sentendo il viso riscaldarsi ancora di più per l'imbarazzo, facendo staccare Jimin da quel tenero gesto fraterno.

«Eddai Tae, è così raro vederti imbarazzato che non sono riuscito a trattenermi da tale divina vista» rispose con la voce che si faceva sempre più acuta mentre, affianco a lui, Jungkook per poco non iniziava a piangere per le troppe risate.

Ero davvero così... Divertente?

Ahhh che imbarazzo, e chissà cosa starà pensando il barista di me ora, vorrei solo sotterrarmi vivo.

Nascosi il viso tra le mani mentre i due ancora ridevano di me, ma a salvarmi da quella situazione che rimarrà nei miei pensieri a lungo fu la cameriera che, con un vassoio in mano, si era avvicinata per portare le tre fumanti bevande.

«Ecco i vostri caffè».

Ritornai subito composto, facendo un lungo sospiro per calmarmi e passandomi una mano tra i capelli argentati per sistemarli, spostando poi lo sguardo dalla tazza che la ragazza posò davanti a me verso di lei, sorridendole e facendole un piccolo cenno del capo per ringraziarla.

A quel piccolo gesto, semplice e di educazione, la giovane sembrò arrossire e ritrarre lo sguardo altrove, annuendo e allontanandosi abbracciando il vassoio.

Potei chiaramente sentire la tenere risata divertita del barista davanti a quella scena.

No, che mi sta succedendo, perché dovrebbe fregarmi della sua reazione?

«Immagino che tu sia proprio un gran ruba cuori, hyung, ma come biasimarti, sei proprio un ragazzo affascinante».

Jimin annuì concorde alle parole del più giovane, ma io rimasi confuso non capendo cosa volesse intendere.

Certo, sapevo di essere un ragazzo che di certo non mancava di bellezza, soprattutto negli ultimi anni dove il mio viso aveva perso la paffutezza infantile, come anche sapevo di essere un magnete per le ragazze nelle discoteche, tuttavia cosa c'entrava quella discussione in quel momento?

caffè alla menta.   taegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora