27; fette di torta lasciate a metà: arriva un cliente inaspettato

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Da dietro le nostre spalle uno sbadiglio sovrastò la quiete delle stanza, attirando l'attenzione sia mia che quella della cameriera che, nel frattempo, eravamo rimasti distratti dallo schermo dei nostri cellulari.

Dalla porta dietro il banco sbucò la minuta figura di Yoongi che, leggermente chino sulla schiena, si stava tenendo una mano davanti al viso per nascondere la bocca ancora assonnata.

A quella tenera vista il mio cuore accelerò, incapace di trattenere un largo sorriso.

«Yoon-» ma, senza darmi il tempo di parlare, il ragazzo aveva alzato lo sguardo su di me storcendo leggermente il naso.

«Non giudicarmi per i miei pisolini, ok? Lo so che te lo ha detto, Yunhye non è capace di tenere la bocca chiusa» borbottò con la voce ancora impastata dal sonno, avvicinandosi a passi lenti mentre cercava di sistemarsi a vuoto i capelli arruffati.

La ragazza sbattè più volte le palpebre, sentendosi probabilmente ferita dalle sue parole.

«Ehi, guarda che metà dei tuoi clienti sanno del tuo riposino dopo pranzo, che Taehyung-oppa lo scopra per mano mia o con il tempo non fa alcuna differenza» il suo tono, tuttavia, era sempre scherzoso, contrabattendo a suo stesso modo come fratello e sorella avrebbero fatto.

Quando Yoongi sentì nominare quel "Taehyung-oppa", però, sembrò rabbrividire, come se non gli fosse affatto piaciuto.

«Ad ogni modo, - mi sbrigai a dire per non essere interrotto ancora, - non c'era bisogno che me lo nascondessi hyung, non trovo nulla di male nel dormire un po' anche nel pomeriggio e, sinceramente, lo trovo davvero adorabile».

«Ah sì?» il barista sollevò un sopracciglio, sedendosi nella sedia affianco alla mia e incrociando le braccia al petto.

Annuii, «lo faccio spesso anch'io, o almeno, mi corrego, lo facevo prima di trasferirmi qui quando ancora passavo le notti a studiare per degli inutili esami».

Yunhye spalancò gli occhi, incredula: «hai già finito l'università?»; ma non feci tempo a risponderle che il ragazzo appoggiò una mano su una mia coscia, facendomi a dir poco sussultare sulla sedia.

Il mezzo sorriso che si era creato nel suo viso mi fece rabbrividire dalle punta dei capelli fino alle dita dei piedi.

«Allora la prossima volta, dopo pranzo, che ne dici di riposare con me Taetae?».

Sia io che la cameriera ci sentimmo paralizzati a quelle inaspettate parole, ritrovandoci con le orecchie completamente rosse per lo stupore.

Yoongi, tuttavia, scoppiò subito in una forte risata, come se stesse ridendo delle nostre facce.

«Non pensavo mi sarebbe piaciuto così tanto dire una frase del genere, che mi sta prendendo!» continuò portandosi una mano davanti al viso, nascondendo la tinta rosata che si era creata sulle sue guance.

Sembrava davvero essersi svegliato di buon umore, e, seppur tale commento, ciò mi riempiva il petto di una gioia immensa.

Amavo vederlo così felice, e desideravo rimanesse così per sempre.

Raccolsi un po' di coraggio per rispondergli: «Se ciò ti farebbe piacere accetto, soprattutto se me lo chiedi chiamandomi Taetae», e, come risultato, le sue guance diventarono sempre più rosse.

«Stavo scherzando Taehyung, se continui così mi metterai in imbarazzo».

«Ma io sono serio! - accennai ad un piccolo broncio, - D'altronde non ci trovo nulla di male, tutto qui...».

Vedendomi abbassare il volto, un po' colpito dalla vergogna, il ragazzo staccò il palmo dalla mia gamba e si alzò barcollando lievemente dalla sedia.

caffè alla menta.   taegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora