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Lo realizzai solo quando non sentii più quella delicata pressione sulle mie labbra, avvertendone inevitabilmente subito la mancanza.
Si era staccato solo dopo qualche attimo, chinando la testa verso il basso e facendo un passo indietro per il troppo imbarazzo, stringendosi sulle magre spalle come se volesse rimpicciolirsi, scomparire per la troppa vorgogna.
«S-sì, lo so, sono stato troppo avventato vero?».
E faticavo a crederci, perché per me tutto quello sembrava solo un enorme scherzo della mia immaginazione e non la realtà.
«Ma è stato più forte di me, perché io...».
La cosa peggiore era che non sapevo come reagire, come esprimere quelle forti emozioni davanti al ragazzo che mi piaceva e che mi aveva appena baciato, sentendomi il più grande concordo al mondo.
«... I-io provo qualcosa per te Taehyung».
Eppure, l'unica cosa che riuscii a fare fu solo scoppiare in un silenzioso pianto.
[...]
«Posso baciarti?».
Yoongi si voltò verso di me un po' confuso, ma non appena incrociò il mio sguardo chinò la testa per nascondere un largo sorriso gengivale.
«Che c'è, faccio davvero così ridere senza trucco?» borbottai portandomi una mano al petto come se mi fossi sentito offeso, tuttavia non riuscii a trattenere un sorriso divertito e persi così tutta la mia credibilità.
«No, non è per questo» disse lui passandosi una mano tra i capelli azzurri e rialzando il viso un po' rosso per l'imbarazzo, «è che ci siamo dichiarti entrambi circa dieci minuti, non ci sono abituato»; e non potevo dargli torto, ma dopo un lungo pianto tutto ciò che desideravo era dargli un bacio, poi un altro e un altro ancora finché non mi avrebbe pregato di smetterla.
«Quindi questo è un no?».
Il ragazzo si strinse un po' sulle spalle, guardandosi attorno mentre prendeva con una mano il bicchiere di birra che appoggiava sul tavolo quadrato.
«Non proprio, diciamo che siamo troppo esposti» mi rispose prima di fare qualche sorso della sua bevanda ambrata, il quale solo odore mi faceva venire la pelle d'oca dal disgusto.
«Ma se mi hai baciato nel bel mezzo del marciapiede» contrabattei gonfiando un po' le guance, anche se ancora non potevo credere che a Yoongi io piacessi davvero.
Lui alzò gli occhi verso il cielo, appoggiano il boccale al suo posto con un leggero sbuffo: «Avresti fatto lo stesso al mio posto».
Sospirai arrendendomi, «e va bene, niente bacio ora», ed era davvero strano per me parlargli in quel modo, poiché mi sembrava di scherzare con Jimin quando uscivamo a mangiare qualcosa insieme.
Infondo era abituato a fare battutine come quelle con lui, e con Yoongi non mi sembrava esserci molta differenza.
Tuttavia, dovetti amettere, quella fu la conversazione più naturale che ebbi con lui, perché prima mi sentivo troppo in imbarazzo per scherzare o, più in generale, parlargli soltanto.
Anche lui sembrava essere diventato più sciolto, come se si fosse liberato da un grosso peso e finalmente potesse essere se stesso.
In un certo senso, più che sembrare due persone che si stavano frequentando - se quello si poteva considerare il nostro livello di relazione -, sembravamo essere passati semplicemente da conoscenti ad amici stretti.
Ciò che non era cambiato era invece il mio cuore, che continuava a battere forte ogni volta che incrociavamo timidamente lo sguardo.
«Ecco le vostre ordinazioni».
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caffè alla menta. taegi
FanfictionTaehyung odiava il gusto amaro del caffè; al pensiero che fosse il barista a prepararlo, però, sentiva sempre le guance in fiamme. (incompleta) 2020 © ossobruco