15; cambio di programma, ma qualcosa va storto

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Per poco non caddi nell'essere trascinato via da Jungkook, a sua volta tirato per una mano da Jimin, sentendo la testa un po' girare a causa del movimento e dell'alcool.

D'altronde, dopo essere stato seduto per così tanto tempo e bevendo non poco, non mi stupivo di barcollare una volta in piedi a camminare.

Ero certo che, se avessi abbassato lo sguardo verso il basso, avrei inziato ad incrociare i piedi nel cercare di andare il più dritto possibile.

E non fu nemmeno un viaggio semplice quello verso il piano terra, tra il scendere le scale senza scivolare e il cercare di non finire addosso a qualcuno, che era già difficile farlo da sobri dato il tipico affollamento da discoteca.

Io e Jimin eravamo davvero troppo poco seri per farlo ma Jungkook cercò di scusarsi con le persone con cui magari finivamo per scontrarci, tuttavia ciò che ricevevamo erano solo delle occhiatacce, bisbigli di disprezzo e qualche avvertenza, nulla di cui non fossi già abituato ma un po' in realtà mi irritava.

«... Ma state attenti vo-» non finii la frase che ricevetti un ulteriore strattone dal più giovane, che mi incitava a proseguire e di non dire nulla che potesse causare qualche "malinteso".

Forse non erano tanto le persone che mi circondavano a farmi innervosire in quel modo, ero come certo che quel fastidio interiore fosse causato da qualcos'altro, e quel qualcosa era la mia gelosia.

Più pensavo a Yoongi e Hoseok insieme e più volevo che quei due si staccassero, smettessero di fare i fidanzatini seppur sapessi che il ramato si frequentasse con una ragazza, ma potevo sentire comunque le mie mani prudere nel volerli dividere il prima possibile.

Davvero, non riuscivo più a sopportarlo.

Il biondo mi riscosse dai miei pensieri, urlando per farsi sentire: «TaeTae non fare lo scontroso! Sembri ciclato!».

La musica era davvero alta, a dir poco insopportabile.

«Ma io non sono ciclato!» risposi, roteando gli occhi verso il cielo e incrociando le braccia al petto, «E poi, non so di cosa tu stia parlando!».

«Ma se te lo si legge in faccia!»

[...]

Non so come ma Jungkook riuscì in qualche modo ad evitare che io e Jimin iniziassimo a litigare, e quando ciò succedeva finivamo per metterci il muso finché uno dei due si sarebbe scusato.

E per quanto fossi ancora un po' internamente di cattivo umore mi ero calmato, la mia testa era concentrata sui miei due amici e non più sul ragazzo dai capelli pastello.

Ballavano, ridevamo, ci prendevamo in giro a vicenda e ogni tanto andevamo a prenderci da bere qualcosa al bancone bar, dove Jungkook si sentiva un po' in imbarazzo dall'essere l'unico a ordinare una bevanda analcolica.

«Eddai, un solo bicchiere non ha mai fatto male a nessuno», sia io che il biondo avevamo cercato di incitare il più piccolo a bere qualcosa che fosse di più di un semplice bicchiere d'acqua, ma lui continuava a rifiutare.

«Se continuate vi lascio a piedi o peggio, lascerò Jimin in astinenza per un po' a partire da quando si torna a casa e Taehyung non giocherà più a Overwatch in squadra con me, ma solo contro».

«...» io e il biondo ci guardammo per qualche secondo come per consultarci, presi dalla disperazione.

Se fossi stato sobrio non lo avrei preso con così tanta serietà, ma in quella situazione l'idea di dover giocare a Overwatch sapendo di non avere nessuna possibilità di vittoria contro Jungkook mi metteva davvero brividi, tanto quanto per Jimin rimanere in astinenza dal sesso per troppo tempo.

caffè alla menta.   taegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora