17; un buongiorno imbarazzante

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La prima cosa che sentii appena tornato cosciente, ancor prima di aprire gli occhi, fu proprio la nausea.

Era pressante nel petto e nella gola come il dolore pungente alla testa, ed erano entrambi davvero insopportabili.

Non mi ci volle molto per intuire che fosse a causa della sbornia del giorno precedente, ma cosa è successo ieri sera?

Ero così privo di forza che non volevo nemmeno sollevare le palpebre, mi sentivo pensate come una pietra oltre che dolorante in qualsiasi punto del corpo, soprattutto nelle mani e ad un lato solo del volto.

E perché il letto e così scomodo? Mi sembra di essere sdraiato sul pavimento!

Effettivamente la superficie sotto di me era davvero troppo piana per essere un materasso, ma al tatto continuavo a percepire un tessuto morbido e oltretutto caldo.

Che fossi caduto dal letto con lenzuola e tutto? Non c'era da stupirsi, mi accadeva spesso di notte anche quando non ero sbronzo, e in questo caso si spiegava anche il corpo dolorante.

Sapendo che tutto l'alcool che avevo ingerito sarebbe presto uscito dal mio corpo da dove era entrato, aprii gli occhi aspettandomi di vedere il soffitto chiaro della mia camera da letto.

Delle travi?, sbattei diverse volte le palpebre secche, confuso: da quando mai ci sono delle travi?

Passarano non so quanti secondi di riflessione prima di realizzare che quella non fosse la mia stanza, ma questa non è camera mia!

Un brivido mi percorse lungo la spina dorsale: ero nel panico, era la prima volta che mi risvegliavo dopo una sbronza in un luogo sconosciuto.

Era una piccola stanza con un misero mobilio, dalle pareti grige e il pavimento in legno liscio, dove di tanto in tanto spuntavano alcuni tocchi di colore dati da oggetti che non riuscivo bene a identificare.

Terrorizzato dall'idea di come ci fossi finito lì, alzai il busto e avvicinai le ginocchia al petto, finendo però per scontrarmi con qualcosa alle mie spalle.

Persi un battito inutilmente, era un semplice divano.

In un certo senso vederlo mi avevo un po' tranquillizzato, almeno avevo confermato la mia ipotesi, ma come ci ero finito a dormire sul divano di uno sconosciuto?!

Non dirmi che...

Iniziai a tastarmi il corpo e un sospiro di sollievo scivolò fuori dalle mie labbra non appena percepii sotto le dita il tessuto dei miei abiti, non ho fatto quella cosa.

A mancare erano solo le scarpe, per il resto ero ancora completamente vestito e ciò mi tolse un ulteriore peso dal petto.

Scivolai con lo sguardo sulle mie mani, avevo percepito qualcosa di strano avvolgermi i palmi ma mai mi ero immaginato delle bende.

Non ricordavo assolutamente nulla della sera precedente e avevo il terrore delle mie gesta da ubriaco.

Incrocia le gambe e iniziai a sfilare il bendaggio da una mano, lentamente, e quando tolsi l'ultimo strato spalancai gli occhi notando le nocche rossicce e violacee, tremanti dal dolore.

Ed ecco che sentii il vomito salire d'improvviso, prendendomi alla sprovvista.

Merda!

Mi portai una mano alla bocca mentre con l'altra, seppur farlo mi facesse stringere i denti, mi aiutai ad alzare, rischiando di scivolare già al primo passo a causa di una coperta.

caffè alla menta.   taegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora