14; tra un bicchiere di soju all'altro, spicchi di gelosia

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«... Vi conoscete già per caso?».

A farmi distrarre da quei occhi pece fu nuovamente Jungkook, che aveva iniziato a guardare prima uno e poi l'altro con le sopracciglia corrugate, come se lo avesse dedotto in quche modo.

«No, no...».

«Ogni tanto viene alla caffetteria, è un mio buon cliente diciamo» aveva risposto Yoongi, ritornando a sedersi e afferrando subito il bicchiere pieno di birra per portarlo alle labbra.

Annuii per concordare ma continuavo a non capire se negasse la nostra "conoscenza" oppure non lo avesse fatto, siccome quello che aveva detto alla fine era vero.

Notai l'altro ragazzo, quello che stava al fianco di Yoongi, che si era alzato a sua volta pronto a presentarsi, con un largo e smagliante sorriso nel volto dai particolarissimi tratti taglienti.

«E lui è Hoseok, Hoseok, Taehyung» aveva quindi continuato il minore mentre stringevo la mano al ramato.

Rimasi subito impressionato dalla sua frizzante energia che sembrava emanere, completamente contraria a quella del barista al suo fianco.

«Tutti mi chiamano Hobi, sii pure libero di chiamarmi così» mi disse non smettendo di sorridere, un sorriso quasi a forma di cuore devo amettere, era la prima volta che ne vedevo uno così.

«Certamente Hobi».

E finite così le presentazioni, dove rimasi sorpreso nel scoprire che Jimin già conosceva entrambi i ragazzi, ci sedemmo anche noi con loro: io vicino a Jimin, Jimin vicino a Jungkook, Jungkook vicino a Hoseok, Hoseok vicino a Yoongi, Yoongi vicino a Seokjin e Seokjin vicino a Namjoon, tutti disposti a semicerchio lungo il tavolo.

Forse era un bene che non fossi io a sedere vicino a lui, probabilmente avrei inizato ad essere teso e tutti mi avrebbero chiesto se stessi bene, finendo per essere ancora più in imbarazzo.

Però lì, affianco a Jimin, mi bastava davvero poco per incrociare il suo sguardo essendo quasi Yoongi difronte a me.

E avevo iniziato involontariamente a tamburellare le dita di una mano sul ginocchio un po' per l'ansia, mentre l'altra la tenevo sotto il mento e con il gomito stavo appoggiato sulla superficie del tavolo accenando un sorriso, come se stessi ascoltando con interesse la conversazione degli altri.

Ma non era così, era completamente distratto da quei maledetti capelli pastello del ragazzo che, cangianti per le colorate e intense luci della discoteca, avevano assunto in alcuni punto un colore contrario all'originale, un fucsia molto accesso.

Mi piaceva quell'abbinamento di contrasto caldo freddo che si era creato oltre che nei suoi capelli anche nel volto, essendo lui un ragazzo molto pallido di carnagione e con un sottotono di pelle freddo, sembrava risaltare sotto quelle calde luci.

Sarei davvero rimasto a guardarlo con la coda dell'occhio per ore, se non fosse che sarei dovuto tornare con i piedi per terra dato che Namjoon, che stava proprio difronte a me, mi aveva appena chiesto cosa volessi da bere, ma lo avevo sentito solo a malapena.

«Alieno, prontooo, sei per caso già ubriaco con solo l'odore dell'alcool nell'aria?» e sentii gli altri ridere, incluso anche Yoongi, per le parole di Jimin che aveva iniziato anche a scuotere una mano davanti al mio viso.

«Eh?! Chi hai chiamato alieno, nanetto?!» ma almeno aveva funzionato, mi aveva distratto dalla visione di quel magnifico ragazzo dal sorriso gengivale.

[...]

Se solitamente mi bastava anche solo un bicchiere di soju per farmi tingere le guance di rosso, dopo una bottiglia mi sentivo così leggero che avevo persino il timore d'iniziare a volare.

caffè alla menta.   taegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora