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Lo avevano notato tutti, e non ero nemmeno riuscito ad avere la forza di fingere.
Mi sentivo a pezzi, ma l'unica cosa che riuscivo a dimostrare era una vergognosa indifferenza a me mai stata appartenente.
«Eddai Tae dimmi cos'hai! Stamattina eri tutto felice ma da quando sei tornato a casa da lavoro non mi hai mai rivolto nemmeno uno sguardo! » la voce accesa di Jimin continuava a spezzare l'aria vuota dell'appartamento, eppure io mi limitavo ad accarezzare quasi sfiorando il pelo morbido di Yeontan, sedendo sul divano con il viso rivolto verso il buio della notte al di fuori della finestra.
«Se continui ad ignorarmi mi arrabbio, lo dico sul serio».
Seguì un interminabile e disprezzante silenzio.
Un debole singhiozzo, lo sentii tirare su con il naso e andare, con passo frustato e accelerato, in un'altra stanza.
«... Jungkook... Io... T-Taehyung... » non riuscii ad udire ulteriori parole ma dedussi che avesse chiamato al telefono il più giovane, con tono spezzato.
Cosa stavo facendo, oltre a fare male a me stesso stavo ferendo il mio migliore amico, che era molto sensibile a quel tipo di cose dato che la nostra era un'amicizia sincera.
Ma io proprio non ce la faceva, non avevo nemmeno il coraggio di piangere nonostante lo desiderassi tanto, perché dentro non riuscivo più a capire nulla.
Eppure io Yoongi non lo conoscevo nemmeno, non avevo alcun motivo per sentirmi così una merda per l'essere stato semplicemente ignorato, e sinceramente non riuscivo a spiegarmi il motivo di tale esagerazione emotiva.
Ma mi sentivo proprio in quel modo, immerso nei sensi di colpa fino al collo.
[...]
4:07am, non riuscivo a chiudere occhio.
Continuavo a guardare il buio che mi circondava, con gli occhi fissi nel vuoto della mia mente ed immaginazione.
Odiavo l'insonnia, era da tempo che non mi perseguitava e sinceramente non mi era mancata per niente.
Eppure ero lì, speranzoso di potermi risvegliare con il sole alto e rendermi conto di essermi addormentato in uno di quei inspiegabili e fastidiosi sogni vuoti.
Ma, per l'appunto, speravo che ciò mi sarebbe successo.
Sfortunato, in men che non si dica, potei vedere l'alba affacciarsi splendente alla finestra della mia silensiosa stanza, ma non scattai alcuna foto come invece un qualsiasi altro fotografo incantato avrebbe fatto.
[...]
Il giorno seguente non feci ne colazione ne pranzo, concentrandomi per ore intere nel dare consigli nella sistemazione del set e delle luci prima e durante gli scatti, con mostruosa e severa professionalità.
«Taehyung, va a fare un pausa ora, lo dico davvero».
Con controvoglia feci come mi disse il direttore, dato che la fotografia era l'unica cosa a darmi completa distrazione in momenti del genere, ed uscire da quello studio mi avrebbe fatto solo del male internamente.
Dopo essermi risciacquato il volto in uno dei bagni presi l'ascensore, decidendo di andare a respirare un po' d'aria fresca come mi era stato consigliato da una premurosa ragazza dello staff addetto al trucco.
Quando giunsi fuori però, in quel grande cortile, non mi aspettai di scorgere una figura familiare dai capelli color rosa pesca guardare il cielo, come pensieroso.
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caffè alla menta. taegi
FanfictionTaehyung odiava il gusto amaro del caffè; al pensiero che fosse il barista a prepararlo, però, sentiva sempre le guance in fiamme. (incompleta) 2020 © ossobruco