26; pezzi di un passato frammentato

209 14 3
                                    

꧁꧂

Yunhye non commentò a riguardo, si limitò a sedere al tavolo ed aspettare che anche io e Yoongi facessimo lo stesso, iniziando poi tutti quanti insieme a mangiare.

La sua espressione sia imbarazzata che sorpresa mi incuriosiva parecchio; anche quella del tinto non era da me che, probabilmente pensai, si era fatto sfuggire quelle parole per sbaglio, non riuscito a farsele tenere solo in testa.

D'altro canto anch'io ne ero rimasto scioccato, ma quella sua gelosia al posto di farmi sentire in colpa mi aveva internamento gasato, al punto da strappargli subito dopo un altro soffice bacio.

Mi aveva fatto sentire speciale, per la prima volta di sola sua appartenenza.

«Posso accarezzarlo?».

La ragazza sembrò riprendersi in fretta, forse grazie a Yeontan che le scodinzolava affianco, in attesa di ricevere un po' di attenzioni come a suo solito.

«Certo, se vuoi poi prenderlo anche in braccio».

«Davvero posso?».

Sorrisi, «eccome, penso che lui non stia aspettando altro».

Non avevo mai visto nessuno essere più felice di come lo era quella cameriera in quel momento; poter affondare le mani in quel morbido pelo l'aveva fatta brillare ancor più il viso.

«Sei proprio carino tu, sì che lo sei, who is a good boy? You are a good boy!».

La sua voce si era fatta più acuta, infantile, prendendo le zampette superiore di Tan per scuoterlo appena e avvicinare il viso al suo musetto.

Anche lui sembrava emozionato tanto quanto lei, facendosi pieno di energia mentre scodinziolava e colpiva più volte il tavolo con la coda.

Mi feci scappare dalle labbra una piccola risata, era impossibile resistere a tutta quella tenerezza.

Yoongi, invece, guardava la scena in silenzio, immobile, i suoi occhi però sembravano vaghi nel vuoto; vedendolo così immerso nei suoi pensieri decisi di scuotergli una mano davanti al naso.

«Che stai facendo?» borbottò rivolgendomi lo sguardo, ritraendo di poco il capo e accigliandosi.

«Sembravi distratto».

«Stavo solo pensando».

«A cosa?».

Incrociò le braccia al petto, scocciato: «Niente di rilevante».

M'imbronciai.

«Dico davvero TaeTae, non ti devi preoccupare».

Non riuscii però a trattenere un sorriso quando lo sentii chiamarmi in quel modo, perché, per la prima volta, usò il mio nomignolo al posto del mio nome intero.

Allungai il collo per potergli lasciare un bacio a stampo su una guancia, ma lui fu più veloce e mi infilò un tteokbokki tra le labbra.

«Pensa piuttosto a finire prima quello che hai nel piatto, pure una ragazza è più veloce di te a mangiare».

La cameriera si sentii subito presa in causa, che prima di tutti era colei che aveva finito di pranzare per potere dare tutte le sue attenzioni a Yeontan.

«Oppa, non sei affatto divertente!» ma anche lei non riuscii a nascondere una lieve risata, portandosi una davanti al viso per coprirsi.

Certo che era proprio carina Yunhye, pensai; con il suo viso a cuore, gli occhi tondi e le labbra contornate da un leggero rossetto color pesca.

caffè alla menta.   taegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora