12; tutte pazze per il fotografo

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«Il fotografo è davvero carino, non lo pensi anche tu Minjin? Dovrei chiedergli il nome e il numero secondo te?».

«Abbassa la voce Soonha! Ti può sentire! E poi il contratto te lo impedisce non ricordi?».

«E allora? Potrebbe essere un amore segreto! O lo stai dicendo solo perché te lo vuoi tenere solo per te?».

«Ragazze per favore, state calme, perché tutta sta agitazione per un ragazzo se un paio di ore fa continuavate a lentarvi per la stanchezza degli allenamenti di ieri sera? Il debutto è fra un mese, non dobbiamo distrarci».

«Quanto sei noiosa Hannah, non pensare solo al lavoro, hai solo vent'anni!».

Andava avanti così dall'inizio della pausa, e nonostante mi trovassi dall'altra parte della stanza le loro voci rimbombavano sulle parenti giungendo fino a me.

Non riuscivo a capire se mi infastidissero o mi facessero piacere: da ragazzo di una certa età e coscienza udire che delle belle trainee e future idol parlassero di me in quel modo mi facevano sentire come una divinità desiderata, ma d'altra parte la mia mente era occupata dall'immagine di quel ragazzo dai capelli pastello e non volevo pensare a nessun altro se non lui.

Eppure mi era difficile, non sapevo spiegarmelo, ma mi era come tornata l'attrazione per le belle ragazze, quella voglia immensa e mia brutta vecchia abitudine di circondarmi di loro solo per farmi sentire apprezzato.

Che fosse desiderio? Quel tipo di desiderio? O forse solo la frustrazione di non avere il ragazzo che mi piaceva al mio fianco, mio, solo mio e di nessun altro?

La tentazione quindi di avvicinarmi a quel gruppo di ragazze e presentarmi a loro c'era, ma se lo avessi fatto avrei in un certo senso tradito Yoongi.

Yoongi, Min Yoongi, nel mio cuore c'era spazio solo per lui e Yeontan.

Quelle intense e uniche sensazioni che provavo anche solo pensando a lui erano molto chiare, ma era anche vero che la sua esistenza mi aveva velocemente scombussolato la vita.

C'era solo una cosa che potevo fare per confermare ancora una volta se ciò che sentivo fosse davvero reale, e una buona occasione per farlo l'avrei avuta proprio quella sera.

Presi quindi una decisione drastica della quale non mi sarebbero importante le conseguenze; se quella mattina scorsi di sfuggita quel maledetto barista mentre aveva lo sguardo volto verso di me, distogliendolo non appena me ne accorsi, non poteva altro che essere un segno.

E così inviai, digitando velocemente sulla testeria dello schermo del cellulare per non pentirmene, un semplicemente e corto messaggio al mio migliore amico: "stasera verrò con voi".

Fu così intenso che sentivo il cuore battere a mille, misi immediatamente in una tasca dei pantaloni il cellulare e cercai di focalizzarmi con lo sguardo su qualsiasi altra cosa per distrarmi ma finii nel farlo proprio su una delle giovani future idol.

Un contatto visivo veloce, uno sguardo che si distolse subito come per nascondersi, la stessa scena avvenuta davanti alla caffetteria quella mattina ma con un'ambientazione diversa come lo era uno dei protagonisti.

«Kim Tae Tae Taehyung!» un'ampia e improvvisa voce familiare mi scosse da dietro, facendomi voltare subito con un largo sorriso in volto.

Due figure slanciate e di simile altezza uno affianco all'altra, un intenso contrasto rosa-nero di capelli e i visi sorridenti uno per l'imbarazzo e uno per l'entusiasmo, uno un idol e uno un amico di una vita.

caffè alla menta.   taegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora