28; «già lo hai fatto una volta, non voglio che tu lo ferisca di nuovo!»

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Yoongi aveva portato in tavola un americano ghiacciato, sedendosi poi sulla sedia opposta alla mia con un leggero sbuffo, come per dimostrare una certa stanchezza.

«Va bene...» così risposi alla proposta del più giovane, chinando lo sguardo sulle due fette di torta e chiedendomi chi le avrebbe finite.

Il mio stomaco si era completamente chiuso per l'agitazione, non avevo il coraggio di dare un altro morso.

Jungkook nel mentre aveva ringraziato il barista con un gentile sorriso, portandosi la cannuccia rossa tra le piccole labbra arricciate prima di ricominciare a parlare.

«Come mai tutto questo silenzio? Ho interrotto qualcosa?» domandò con fare innocente, scrutandoci con i suoi grandi occhi scuri.

«Affatto» disse Yoongi incrociando le braccia al petto, «stavamo parlando del più e del meno, giusto per passare il tempo».

«E come mai queste fette di torta?».

«Se ne vuoi prendine una; me le ha lasciate Yunhye prima di tornare a casa e ne stavo giusto offrendo una anche a Taehyung».

La sua voca era placa e controllata, non sembrava minimamente stesse mentendo.

«Capisco, allora ne approffitto volentieri».

Ma quando Jungkook diede un morso alla fetta sentii subito il cuore stringermi, posando automaticamente gli occhi su quelli del tinto e mordendomi l'interno di una guancia; dispiaciuto.

«Taehyung-hyung».

Sobbalzai per il lieve spavento; «sì?».

Ero come certo che avesse notato lo scambio di sguardi tra me e Yoongi, strizzando gli occhi verso di noi con aria perplessa.

«Il tuo livido all'occhio, sai, sembra essere migliorato».

Istintivamente portai le dita di una mano a quel lato del viso, «tu dici?», e arricciai lievemente il naso al pensiero delle sue condizioni in quel momento.

Lui annuì, continuando a sorridere: «Il fondotinta ti si è un po' sbavato ma anche così rimani il più bello, non lo pensi anche tu Yoongi-hyung?».

Se prima era solo una lieve sensazione ormai non avevo più dubbi: Jungkook aveva capito cosa stavamo nascondendo, e non aveva nemmeno la grazia di fingerlo appieno per non farsi scoprire.

Glielo si leggeva in faccia.

Yoongi esitò, cambiando posizione sulla sedia probabilmente nel sentirsi a disagio, rispondendogli poco dopo con la sua solita indifferenza.

«Uhm, sì - iniziò a guardarsi una mano sotto il tavolo, stringendosi sulle spalle - e c'è anche molto da invidiare».

Controbattei con una lieve risata: «Non esagerate, non sono così bello», ma finii per sembrare ridicolo.

In quella situazione proprio non riuscivo a tirare fuori il mio talento nella recitazione; mi batteva troppo forte il cuore per rimanere inflessibile davanti a quegli sguardi.

Jungkook sospirò, mescolando con la cannuccia l'amara bevanda scura e guardando poi un punto indefinito della stanza, in silenzio, come se stesse riflettendo.

La voce del tinto mi riscosse, «Taehyung, sei sicuro di non volere un po' di torta?», ringraziandolo internamente per aver spezzato quella pesante atmosfera che si stava creando.

«No no, sto bene così hyung, sarà per un'altra volta» gli sorrisi, sentendomi già più calmo.

Il suo viso rassicurante era davvero più efficace di un tranquillante.

caffè alla menta.   taegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora