Capitolo 4

135 6 0
                                    

4 marzo 2016, Complesso degli Avengers, Upstate New York

-Durante lo scorso weekend, un uomo non identificato si è schiantato con l'auto contro il Brinker Building scatenando un'esplosione contenuta.
-Ed è rilevante perché...? -Tony ne ha abbastanza di essere convocato al Complesso per ogni minima variazione dell'ordine naturale delle cose, non ne può più di ascoltare la voce di Maria Hill che lo sovraccarica di informazioni, dando per scontato che lui sia a conoscenza di tutti i dettagli. Quella mattina si era svegliato di buon umore, Pepper tornava da L.A. per affari e le aveva promesso di portarla a cena fuori, si stava godendo la sua colazione in santa pace nel suo attico sulla 5th Avenue quando Maria l'aveva chiamato convocandolo al Complesso, rovinandogli irrimediabilmente la mattinata.
-È rilevante perché è successo a distanza di qualche ora dell'evasione di Cynthia Schmidt da un istituto di massima sicurezza per opera di Crossbone, non è da escludere che le due cose siano collegate. -risponde Hill piccata, irritata dal suo atteggiamento verso il problema.
-Il Raft non dovrebbe essere inespugnabile? -interviene Sharon con tono innocente, sfogliando il fascicolo leggendo distrattamente le varie informazioni. Tony non era stato poi così sorpreso di ritrovarsela nell'ufficio di Maria, negli ultimi tempi non era l'unico a venire importunato a qualsiasi ora del giorno e della notte dal nuovo direttore dello S.H.I.E.L.D.
-Attenta cugina, hai chiamato in causa l'innominabile.
Maria gli rivolge uno sguardo leggermente adirato mentre Sharon solleva gli occhi al cielo, ma Tony non se ne cura più di tanto, non è dell'umore giusto per accollarsi l'ennesimo problema, prendendo già in considerazione la possibilità di dover cancellare la prenotazione al ristorante.
-Credo capiate l'entità del danno rappresentata dall'evasione del nome in codice Sin.
-Maria falla semplice, c'è stata una falla del sistema ed ora la figlia illegittima di Teschio Rosso è a piede libero ammazzando gente, mano nella mano con Crossbone per giunta. -riassume scocciato Tony, controllando di nuovo lo smartphone, calcolando mentalmente quanto tempo impiegherebbe per compiere la tratta New York-Raft e ritorno.
-Ti sembra un problema trascurabile?
In quel momento il tono di Maria verte verso l'esasperazione, Tony ha una vaga ipotesi che il motivo sia lui, supposizione confermata dagli occhi spalancati di Sharon che gli intimano di mettere via il cellulare e tacere, per poi intervenire in suo soccorso, complice come quando lo proteggeva dalle sgridate della zia coprendo i suoi tentativi di dar fuoco alla casa.
-Tony non voleva dire questo. -liquida la faccenda con un gesto distratto della mano. -Rinchiudere Sin al Raft è stata una delle mie ultime missioni concluse con successo su ordine di Fury, ma nel frattempo lo S.H.I.E.L.D. è caduto e con quel polverone la cattura di Sin non è mai trapelata ai media.
-Scommetto di dover migliorare il sistema di sicurezza, mentre immagino che Sharon sia quella incaricata per rispedirli dentro. -interviene Tony con fare pratico, mentre sente il cellulare vibrare nella tasca interna della giacca.
-Esattamente. - conferma Maria porgendo il fascicolo alla cugina.
-Se hai una pista su Rumlow, perché hai convocato me e non Steve?
Il tono curioso di Sharon lo distoglie dai suoi calcoli mentali, si impone di non controllare il telefono, concentrandosi sul battibecco tra le due donne, ragionando in default sul come sdebitarsi con Sharon per averlo difeso.
-Ho convocato te, Agente 13, perché dopo Washington credo che il Capitano Rogers non sia la persona più indicata per dare la caccia a Crossbone.
-... e perché Ross ti sta con il fiato sul collo e non vuole un altro episodio del genere. Steve è troppo coinvolto per agire lucidamente, immagino che la soluzione sia stata di estrometterlo dalla missione. -commenta Tony con tono distratto, è dell'umore giusto per gettare benzina sul fuoco, mentre Maria Hill sembra volerlo incenerire con lo sguardo.
-Tony certe informazioni dovrebbero rimanere confidenziali.
-Che Ross ci abbia messo tutti alle strette non è un segreto per nessuno, come il fatto che Steve stia cercando Barnes da più di un anno senza ottenere risultati. Con permesso. -afferra gli occhiali da sole alzandosi dalla sedia girevole, Maria sembra voglia ucciderlo con lo sguardo, mentre pareggia i conti con Sharon dandole un pretesto per farsi assegnare Steve in missione. -Faccio un salto al Raft a controllare i danni, prega che sia una questione breve, se non mi presento in tempo per cena è la volta buona che Pepper mi ammazza.
Vede di sfuggita Sharon posare i gomiti sulla scrivania, puntando lo sguardo da cerbiatta su Maria con la stessa temerarietà di quando doveva corrompere zia Peggy.
-Non per contraddire gli ordini capo...
Si chiude la porta alle spalle, afferrando il cellulare dalla tasca per controllare la notifica. Pepper lo avvisa che l'aereo da L.A. sta per decollare, assicurandogli di arrivare in tempo per cena... Tony spera vivamente di poter fare lo stesso.

***

-Non per contraddire gli ordini capo, ma con ogni probabilità Fury ha già informato Steve, se questa pista su Rumlow può portarci a Bucky lui merita di saperlo.
Maria Hill porta dietro l'orecchio una ciocca di capelli inesistente, chiude gli occhi e respira profondamente, accasciandosi sulla poltrona dietro la scrivania. Con ogni probabilità stava maledicendo il giorno in cui Tony Stark era venuto al mondo e la sua incapacità di tenere la lingua tra i denti, ma l'assenza di un commento in merito alla frecciatina di Tony o alla sua richiesta la impensierisce.
-L'esplosione al Brinker Building è opera del Soldato d'Inverno, vero?
-Ho i miei sospetti, anche se Fury non si è espresso a riguardo, ha già insabbiato l'intera storia... -recupera la sua solita compostezza, porgendole nuovamente il fascicolo con rinnovata determinazione. -Queste sono le informazioni raccolte dalla sua fonte, sembra che l'edificio esploso fosse una proprietà della Kronas Corporation.
-Indagherò, ti tengo aggiornata, ma riguardo a Steve...
-Okay. -la mette a tacere subito, puntandole l'indice contro. -Non farmene pentire, se succede qualcosa Steve dovrà risponderne direttamente a Ross, intesi?
Sharon nasconde a fatica il sorriso, mentre annuisce afferrando il fascicolo, girando i tacchi in direzione della porta.
-Dal sorriso direi che sei riuscita a spuntarla. -la voce di Tony la sorprende alle spalle mentre chiude la porta dell'ufficio di Maria.
-Tu non dovresti essere già su un aereo diretto al Raft?
-Stanno preparando l'elicottero, decollo tra qualche minuto. -liquida l'informazione con un'alzata di spalle, puntando lo sguardo verso la porta dell'ufficio del Direttore. -Se trami il licenziamento ti appoggio, non ridurti ai miei livelli.
-I tuoi livelli? Lavoro allo S.H.I.E.L.D. da più tempo di te, Tony.
Sharon rinuncia in principio alla ramanzina sulla sua attitudine ad eseguire gli ordini, nonostante in cuor suo sia costretta ad ammettere che a causa di quegli orari folli l'unico momento in cui riusciva a vedere Steve era quando rientrava tardi alla sera trovandolo addormentato sul divano... forse non aveva tutti i torti sul come si erano ridotti.
-Quindi rifiuti l'offerta? Invio il tuo curriculum a Pepper, sarà il nostro piccolo segreto.
-Non ti voglio come capo.
-Tecnicamente ora è lei il capo.
-Okay riformulo: ti sopporto da tutta la vita, perdonami se voglio evitare di vederti ogni sacrosanto giorno. -sorride colpendolo con un pugno leggero sul braccio, mentre Tony annuisce ridendo sotto i baffi al ricordo delle loro marachelle combinate da bambini, a zia Peggy che li sgridava definendoli un'associazione a delinquere.
-Non mi vedresti ogni giorno, ormai passo più tempo qui che a casa.
-Pep non dice nulla?
Per una frazione di secondo Sharon vede scomparire il sorriso dal suo volto, mentre Tony ignora la domanda sfilandole il fascicolo da sotto il braccio, sfogliandolo mentre si incammina verso l'ascensore.
-Come fai a reggere le scartoffie? -lo chiude con uno scatto secco della mano, nascondendolo dietro alla schiena mentre cammina all'indietro, continuando a tenere il fascicolo al di fuori della sua portata, divertendosi nel vederla rincorrerlo tentando di recuperarlo. -Ammettilo che ti divertiresti di più alle Industries al posto di stare alla mercé di Hill e Fury, se vieni ti prometto di non farti i dispetti o tirarti le trecce come da bambini.
Sharon riesce a rientrare in possesso del plico di documenti, arrotolandoli e colpendolo alla nuca come faceva zia Peg con il giornale quando rientrava sbronzo alle sei del mattino.
-Dai Tony sii serio, siamo cresciuti, troveresti modi molto più ingegnosi per darmi il tormento.
-Beccato...
Si erano visti di rado negli ultimi mesi, sapeva che negli ultimi tempi, quando non era in giro a risolvere le seccature dello S.H.I.E.L.D., andava spesso a trovare zia Peggy, mentre le chiamate al telefono erano aumentate insieme ai pretesti per importunarla... era il suo metodo collaudato negli anni, il suo segnale per farle capire che qualcosa non andava, anche se si ostinava a non parlarne ancora... ma ora che se lo ritrova davanti non può fare a meno di notare le occhiaie, il sorriso finto e l'aria sfinita.
-Ogni tanto ti fermi a respirare? -lo chiede in modo disinvolto, percorrendo la strada più lunga per arrivare al nocciolo della questione, stando attenta a non innescare il sarcasmo come arma di difesa.
-Shar, se non respirassi sarei già morto. -il tono ironico la informa che avrebbe dovuto percorrere la strada ancora più lunga, ma non ha la pazienza per stare al suo gioco.
-Tony seriamente, da quanto non torni a casa?
-Torno ogni volta che posso, il problema è che non mi fermo mai e... e quando rientro la casa è vuota... in teoria stasera dovrei riuscire a portare Pepper fuori a cena... -la bolla di finta indifferenza e sarcasmo esplode, riversandole contro tutte le sue preoccupazioni e Sharon inizia a sospettare che quella situazione vada avanti da mesi, che il motivo per cui Tony continuava a controllare lo smartphone era per assicurarsi che Pepper non cambiasse idea decidendo di fermarsi a L.A. per qualche giorno in più annullando la cena.
-L'ho detto, contenta? -lo chiede puntando lo sguardo verso le punte delle scarpe, usando lo stesso tono di chi esala l'ultimo respiro.
-Lo sai che ti voglio bene e ci tengo a te, anche se facciamo finta di no.
Tony la fissa spaesato e a secco di parole, cala definitivamente la maschera permettendole di vedere quanto sia terrorizzato all'idea di rimanere da solo e quanto non sia pronto ad affrontare quella eventualità, dando il compito a Sharon di sdrammatizzare e di infondergli una scintilla di speranza.
-Dovresti darti una mossa Stark, hai un elicottero da prendere. -Sharon lo spinge in direzione dell'ascensore, la situazione è ancora recuperabile, non c'è motivo di piangersi addosso prima del tempo. -Salutami Pepper quando la vedi stasera.
Il momento di debolezza sparisce in un battito di ciglia, lo capisce quando Tony sfodera un sorriso a trentadue denti, pentendosi di aver marcato così tanto il tono sul suo cognome.
-E tu salutami Rogers, Carter.
-Ti odio.
Lo fulmina con lo sguardo, mentre Tony riacquista la sua risata entrando nell'ascensore, premendo il pulsante per raggiungere l'elicottero sul tetto.
-Lo sai che non è vero... ti voglio bene Shar, anche se facciamo finta di no.
Le porte automatiche si chiudono, lasciandola lì impalata davanti all'ascensore con l'accenno di un sorriso sulle labbra... come al solito doveva avere sempre lui l'ultima parola.

***

14 marzo 2016, residenza sicura di Steve Rogers, Brooklyn

-Hai comprato la cena. -afferma Steve appena Sharon varca la soglia, afferrando le buste del cibo da asporto, mentre la donna chiude la porta di casa. -Ad essere sincero non ti aspettavo.
-Ti avevo lasciato un messaggio in segreteria.
-Lo so, ma ultimamente non credo molto ai messaggi che lasci in segreteria.
Sharon si sporge per baciarlo, per poi gettare la giacca di pelle sullo schienale del divano, togliendosi le scarpe facendo leva con le punte dei piedi sui talloni.
-Devo aggiornarti ed è meglio farlo a stomaco pieno. -afferma mentre inizia ad apparecchiare il tavolo per la cena, dubitava fortemente che Sharon rientrasse per cena come promesso, ritrovandosi ad osservarla incredulo.
-Cosa hai comprato? -chiede una volta posate le buste sull'isola della cucina.
-Cinese.
-Il cibo cinese non è mai un buon segno. -afferma mentre porta le confezioni del takeaway sul tavolo apparecchiato, aveva imparato a sue spese che gli involtini primavera erano portatori di novità, non gli era dato sapere se erano notizie buone o cattive fino a pasto concluso.
Cenano insieme dopo settimane, negli ultimi tempi era difficile per entrambi trovare il tempo per mangiare qualcosa insieme, il più delle volte finivano con l'aspettarsi alla sera tentando di stare svegli, ma ogni volta uno dei due rientrava giusto in tempo per trascinare l'altro dal divano al letto e dormire qualche ora prima di tornare in missione o al Complesso.
Erano andati a convivere da qualche mese e Steve si riteneva abbastanza soddisfatto del modo in cui stavano procedendo le cose. Non avevano propriamente deciso di dividere lo stesso tetto, semplicemente dopo qualche mese si erano resi conto che il più delle volte le serate si concludevano a Brooklyn, ritrovandosi a fare colazione insieme il mattino dopo. Sharon aveva riconsegnato a Tony le chiavi dell'appartamento a Manhattan e Steve le aveva liberato metà del suo armadio, per poi ufficializzare la convivenza stipulando tre regole fondamentali per ridurre i battibecchi al minimo. Avevano giurato di non avere più segreti tra di loro, Sharon aveva promesso di non sfogliare il suo blocco da disegno senza permesso e Steve aveva accettato di buon grado le telefonate occasionali alle tre di notte da parte di Stark, anche se sulla terza regola ci stava ancora lavorando.
-Notizie buone o notizie cattive? -chiede una volta finito di sparecchiare, mentre Sharon recupera dalla borsa il fascicolo relativo alla missione, posandolo aperto al centro del tavolo.
-Il nome Aleksander Lukin ti dice qualcosa?
-Dovrebbe?
-È una delle mele marce di Maria, probabilmente colui che finanzia Crossbone... -Sharon afferra il plico di documenti, alla ricerca dei prestanome di Rumlow sul libro paga. - È un disastro, la Kronas Corporation possiede così tante società fittizie che sto facendo fatica a non perdermi.
-Kronas?
-Si. -Sharon interrompe le sue ricerche sollevando lo sguardo su di lui, guardandolo sparire in camera da letto, per poi fare ritorno con il fascicolo di Bucky sottobraccio. -Ti si è accesa una lampadina?
-Non una lampadina, un albero di Natale.
Steve sfoglia i documenti cercando i dati relativi ai capi progetto, mentre Sharon segue con lo sguardo il suo indice che si muove tra le righe di testo in cirillico.
-Kronas era una cittadina in Siberia, è stata rasa al suolo durante la guerra. Ho letto questo fascicolo talmente tante volte... non può essermi sfuggito un dettaglio del genere.
-Che dettaglio?
-1943, ultima missione sul fronte russo prima della retata sulle Alpi... Philips aveva inviato me e i Commandos a Kronas per evacuare l'ultima città sotto assedio... ci hanno attaccato appena abbiamo messo piede nell'accampamento, ci aspettavano, è stata una carneficina in tutti i sensi.
Steve interrompe le sue ricerche, sfilando un certificato di testamento dal plico di documenti sotto lo sguardo confuso di Sharon.
-Amore, non ti seguo...
-Ora ci arrivo. Una volta finita la battaglia, prima di andarcene, abbiamo controllato se ci fosse ancora qualcuno di vivo tra le macerie... l'unico sopravvissuto era un bambino, è stato preso in custodia dal generale a capo dell'armata russa, un fatto irrilevante se non fosse che il generale si chiamava Karpov.
Afferma Steve picchiettando il nome a capo del progetto, lo stesso nome del proprietario del testamento.
-È morto in condizioni poco chiare diversi anni fa, ma è certificato che tutte le sue proprietà siano state ereditate dal figlio adottivo, presumibilmente Lukin. -prosegue spostando il dito in fondo alla pagina indicando la sigla A.L. -Il Soldato d'Inverno compreso.
Sharon gli sfila i documenti di mano incredula, confrontando i dati di entrambi i fascicoli.
-Abbiamo una pista concreta allora... Ross non ne sarà contento, ho fatto richiesta specifica al Direttore perché mi assegnassero te in missione.
-Perché? -chiede Steve sorpreso, aspettando di scoprire quali fossero le novità preannunciate dai biscotti della fortuna. -Non sei il tipo che alza un polverone solo per avere un supporto in missione.
-Crossbone ha fatto evadere Sin dal Raft.
-Il Raft non dovrebbe essere inespugnabile?
-Dovrebbe, se ne sta occupando Tony. -Sharon lo osserva interdetta, probabilmente si aspettava una reazione più partecipativa. -Cosa c'è?
-Mi hanno estromesso da qualunque missione che riguardi Rumlow... Ross pensa che io possa essere troppo impulsivo e vendicativo nei suoi confronti, non vuole un altro episodio come Washington.
-Ero l'unica a non saperlo? -chiede la donna infastidita. -Pensavo non dovessero più esserci segreti.
-Era una conversazione a porte chiuse tra me, Tony, Ross e Hill... e poi quando avrei avuto tempo di parlartene? -il tono di scuse viene soppiantato dal tono accusatorio, per poi fare un respiro profondo e liquidare il principio di discussione con una scrollata di spalle. -Non importa, come sei riuscita a far cambiare idea a tutti?
-A distanza di qualche ora a Pittsburgh c'è stata una esplosione con un sospetto che si è dileguato.
-Bucky?
-Non lo so, tanto vale dare un'occhiata... Tony non ha tenuto a freno la lingua e mi ha dato il pretesto per puntare i piedi. Se Maria te lo chiede, Fury ti aveva già contattato.
Annuisce sorridendo, annotando mentalmente di dover ringraziare Stark.
-Ti sei messa contro Maria per questo? -si avvicina afferrandola per i fianchi intenzionato a baciarla.
-Aspetta a ringraziarmi, probabilmente sto per trascinarti dentro a un girone infernale.

Till the end of the lineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora