Capitolo 27

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6 giugno 2017, in viaggio verso il Seagate

James non aveva idea di chi fosse la guardia sbadata che aveva tolto la museruola a Faustus, ma sapeva con assoluta certezza che se mai l'avesse scoperto avrebbe fatto in modo che si pentisse amaramente di tale mancanza.

-Taci... ti prego taci. -lo scongiura esasperato, erano solamente a metà del tragitto verso il penitenziario e lo psichiatra non aveva mai chiuso bocca da quando il motore del furgone si era avviato partendo dal Palazzo di Giustizia. -Non sei riuscito a soggiogarmi nemmeno con l'aiuto del siero, di certo non ci riuscirai ora.

-Se non posso soggiogarti tanto vale darti il tormento, è una pratica che regala moltissime soddisfazioni.

James si sforza di ignorarlo, frustrato già dalla situazione in sé per dare credito anche alle frecciatine dello psichiatra, rimuginando sopra agli ordini impartiti da Hill immaginando almeno dieci scenari diversi in cui Natasha poteva essere ferita o uccisa, imponendosi di rispettare le direttive per non complicare ulteriormente le cose.

-Mi aspettavo che disubbidissi agli ordini, sai?

-Non posso farlo... e mi fido della parola data. - James si ritrova a rispondere in automatico, non aveva senso ostinarsi ad ignorarlo ancora a lungo.

-Sembri quasi convincente. Quasi. -Faustus sghignazza strattonando le manette di riflesso. -Se faccio in modo che le guardie ti liberino? Estinguo il mio debito con te e poi sarò libero di andare...

-Arrivi tardi per una proposta del genere, Doc. -sorride avvertendo i pneumatici del furgone frenare sul parcheggio del Seagate. -Occasione sfumata... se ti consola, non avrei accettato in ogni caso.

James resta fermo ed impassibile mentre gli agenti SHIELD prelevano lo psichiatra dal mezzo conducendolo alle celle di isolamento, mentre Sharon sale a bordo togliendogli le manette ai polsi conducendolo verso lo stabile... sorprendendosi quando alla fine del corridoio svoltano a sinistra verso l'uscita di sicurezza invece che a destra in direzione delle celle carcerarie.

-Dove...?

-Dopo, sali in macchina e taci. -lo interrompe la donna aprendogli la portiera della vettura targata SHIELD, aggirando il cofano e mettendosi alla guida decollando. -Siamo in ritardo di mezz'ora sulla tabella di marcia e questo affare non è esattamente veloce quanto un Quinjet o una Mark... ma credo basti, no?

-Mi stai portando a New York...

-Ovvio che ti porto a New York, mi sto sdebitando per i salvataggi durante il mio periodo sotto la tutela di Lukin... e poi ammettilo, avresti trovato il modo di evadere dopo la prima mezz'ora rinchiuso dentro la cella di isolamento.

-Non hai tutti i torti... -ammette James facendo spallucce, voltandosi verso i sedili posteriori appurando la presenza della divisa e dello scudo in vibranio. -Ma come lo spieghiamo a Hill e Stark?

-Con mio cugino me la vedo io, mentre per quanto riguarda Maria... al massimo può licenziarmi, non ne farei di certo un dramma.

-Ai tuoi ordini, Sharon... speriamo di arrivare prima che Liberty Island si trasformi in un cumulo di macerie.

-Tu pensa ad un piano un po' più articolato di "vado, li ammazzo e torno" come fai di solito... intanto io mi preoccupo di arrivare in tempo. -afferma la donna prima di azionare i propulsori al massimo della potenza. -Allacciati la cintura Buck, non ti ho fatto evadere di prigione solo per vederti sfracellato al suolo in un luogo imprecisato tra Atlanta e New York... è la buona volta che Maria mi ammazza sul serio se dopo tutto questo disastro devo anche raccoglierti dall'asfalto con il cucchiaino.

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