Capitolo 7

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24 dicembre 2016, Metropolitana, 45 St Station

L'ultima vera Vigilia di Natale che James ricordava era quella del 1943, l'aveva trascorsa a Londra sotto il cielo che minacciava di far piovere bombe, correndo in mezzo alle strade disastrate, ma ugualmente addobbate a festa... all'epoca non aveva idea di ciò che sarebbe successo da lì a cinque mesi, della retata sulle Alpi e il suo salto nel vuoto. Il Natale in guerra era diverso, probabilmente perché ciò che lo rendeva importante e speciale era la consapevolezza di essere riusciti a sopravvivere per un altro anno.
Ricordava di aver trascorso l'intera serata in pista a consumare le suole delle scarpe a ritmo di jazz, mentre nel frattempo complottava di nascosto con Howard, tentando di spingere Steve e Peggy sotto il vischio. Era stata una serata divertente, il giorno dopo aveva dovuto rimediare un paio di scarponi nuovi e aveva spedito una lettera a Rebecca[3]... a distanza di così tanti anni si riteneva fortunato ad essere riuscito a recuperare il ricordo di quella serata.
Quando riemerge dalla metropolitana osserva le luminarie appese sopra la sua testa, scorrendo lo sguardo sulle vetrine dei negozi allestiti a tema, sfilando accanto agli ultimi ritardatari che corrono sui marciapiedi carichi di pacchetti regalo, mentre lui continua a camminare a testa bassa e a passo spedito nella direzione opposta alla loro... possono tentare di convincerlo del contrario, ma ciò che vede non è Natale, lo spirito natalizio era andato perso ancora decenni fa.
Il cellulare squilla distogliendolo dai suoi pensieri, accettando la chiamata in automatico.
-Pronto?
-Ragazzo, dovrei chiederti un...
-No. -lo interrompe bruscamente, pentendosi di non aver rifiutato la chiamata per principio. -Ti avevo detto che questa notte era mia, Fury.
-Lo so... non te lo chiederei se non fosse importante.
-Fury, è la Vigilia di Natale, non ti riposi mai? L'universo non ti prenderà di mira se stacchi la spina per un paio di giorni.
-L'ultima volta che mi sono permesso di staccare la spina, l'universo mi ha ripagato con una settimana infernale.
-Tipo? -chiede ironico, dubitando fortemente che Fury abbia sul serio la risposta pronta anche in quel caso.
-Banner investito dai raggi gamma, un cratere in New Messico, Stark con una intossicazione da metalli pesanti e il disastro alla Expo. Tutto questo nella stessa settimana. -sciorina in fretta lasciandolo interdetto, forse doveva smetterla di dubitare e farsi aspettative.
-Okay ho afferrato il concetto, cosa devo fare?
-Dei bambini[1] stanno per mandare all'aria il lavoro che porto avanti da un paio di mesi, devi impedire loro di distruggere il magazzino che stanno per colpire, non è quello che pensano.
-Sarebbe a dire? -chiede curioso, sapendo già a priori che non è per niente una buona idea.
-Pensano sia uno dei depositi di Stark, quando in realtà è una base HYDRA.
-Ti prego non dirmi che sto per passare la mia Vigilia di Natale a proteggere l'HYDRA... perché non gliela lasci distruggere? -sbuffa, ponendo la domanda con un tono che sfuma dallo scocciato alla supplica.
-Non sta a me dirti che conoscere l'ubicazione di una base HYDRA significa poter monitorare il via vai di gente. -risponde Fury con tono ovvio.
-È una risorsa... -si auto-convince di poter fare uno strappo alla regola, dopotutto non gli ha chiesto di uccidere qualcuno, solo di rifilare una predica a dei bambini. -Okay, mandami le coordinate.
-Poi torna a fare rapporto.

***

24 dicembre 2016, Rifugio temporaneo di Nick Fury, New York

-Fury. -si annuncia entrando dalla finestra.
-Non porti buone notizie. -azzarda l'uomo andandogli incontro, distogliendo l'attenzione dal TG che stava guardando.
-No, decisamente no. Sono arrivato tardi, l'HYDRA aveva già attaccato... ho ripulito tutto. -riferisce con tono spento, sorvolando sui dettagli in merito al come avesse ripulito, facendogli perdere il vantaggio di una base conosciuta.
-Sopravvivrò... i ragazzini?
-Tutti salvi, ma sono evaporati... Questi Accordi sono davvero stupidi. -commenta sprezzante, le ultime leggi stavano solamente complicando la situazione al posto di risolverla.
-Non dal punto di vista di chi li ha sanciti, non era previsto che ne scaturisse questo disastro, siamo ad un passo dal collasso... -concorda Fury accennando un gesto della mano in direzione del televisore. -Fortunatamente i civili credono ancora che tu sia morto, altrimenti si scatenerebbe seriamente il putiferio...
-Credevo che dopo Washington lo S.H.I.E.L.D. fosse a conoscenza della mia esistenza.
-Steve ha insabbiato tutto una volta uscito dall'ospedale, qualcuno sa, ma poche persone. -lo informa atono Fury.
-In ogni caso non sarei andato a firmare a Vienna... avrei messo in pericolo troppe persone, sarei finito sicuramente a processo e per quello che ho fatto mi meriterei la sedia elettrica. -mormora in risposta, cercando di non soffermarsi troppo a pensare a quel scenario più che plausibile.
-Non sei stato tu, non avevi il controllo della tua mente... è considerabile come infermità mentale.
-E come pensi di spiegarlo in tribunale? La mia cartella clinica non regge da sola... -puntualizza, scuotendo il capo riprendendo il filo del discorso. -Voglio solo dire che il più delle volte c'è un buon motivo se qualcuno vuole mantenere segreta la propria identità... non siamo tutti come Stark che l'ha sbandierato ai quattro venti ad una conferenza stampa, o come Steve che sta letteralmente nei libri di storia.
-Ci sei anche tu nei libri di storia.
-Ti riferisci alle due righe messe in croce dove scrivono che sono morto? -ride ironico indicandosi, smorzando il sorriso quando punta di nuovo lo sguardo sul televisore.
Stavano trasmettendo di nuovo le foto segnaletiche dei non registrati, ripetendo nuovamente quanto fosse importante rintracciare i latitanti per il bene della comunità... James non riusciva ad accettare l'idea che le trasmettessero anche il giorno della Vigilia di Natale, anche se capiva il perchè continuassero a mostrarle fino alla nausea.
Si ritrova a pensare ai passanti che aveva incontrato prima... fingevano di fare qualcosa perché non sapevano cosa fare in alternativa, ma aveva visto dai loro occhi che erano impauriti, la consapevolezza che ci fosse un'altra guerra in corso attorno a loro li spaventava, ma non ne erano coinvolti e le foto segnaletiche servivano unicamente a farli sentire utili e meno impotenti agli eventi.
-Steve vuole solo evitare che succeda, ma per come la vedo io, gli Accordi sono solo un modo come un altro per controllarli... è una situazione destinata ad implodere, sono schemi già visti. -commenta per esperienza personale, in Siberia era stato istruito a dovere a tal proposito.
-Brutti ricordi? -chiede Fury con nonchalance, intuendo a cosa si stesse riferendo.
-Quelli sempre, ma ho avuto qualche momento di gloria.
Fury non fa domande quando un microscopico sorriso torna ad increspargli le labbra, mentre richiama alla mente l'immagine soddisfacente del corpo di Karpov che si dibatteva alla ricerca di ossigeno, quando nell'88 l'aveva soffocato con il cuscino. Non andava fiero delle vittime innocenti che aveva sulla coscienza, ma la morte del suo padrone era un vanto indelebile... soprattutto perché ne era uscito indenne, credevano fosse morto nel sonno, non erano riusciti a risalire a lui e Lukin non aveva avuto motivo di dubitarne quando lui aveva incolpato la vecchiaia per aver arrestato il cuore malandato di Karpov[2].
-Rimane che tutta questa situazione è stata architettata da Lukin, Lagos è stata solo la prima tessera del domino... -realizza quando vede il servizio del TG mostrare per l'ennesima volta le percentuali dei consensi dell'opinione pubblica cresciuti a favore dell'atto di registrazione.
-Non pensarci, di Lukin me ne occupo io. -afferma Fury spegnendo il televisore. -Tu non avevi altri programmi per la serata?

***

25 dicembre 2016, Cimitero di Green-Wood, Brooklyn, New York

James ha appena varcato i cancelli del cimitero quando scocca la mezzanotte, il suono delle campane in lontananza gli causa uno strano effetto, come a sottolineare ciò che stava per fare.
Si scopre a redigere una lista delle buone e cattive azioni compiute durante l'anno trascorso, come quando lui e Rebecca stilavano la medesima lista per dimostrare a Babbo Natale di essere meritevoli di ricevere dei regali.
James non sa descrivere la sensazione di pace mista a rimpianto quando legge i nomi di George e Winifred Barnes incisi sulla pietra, con il vaso vuoto posato ai piedi delle lapidi[3].
Avrebbe voluto portare dei fiori, ma si presumeva che lui fosse morto da un pezzo e avrebbe destato più di qualche sospetto ad uno sguardo attento... se proprio voleva redigere una lista dei desideri, voleva anche andare a far visita a Rebecca alla casa di riposo, ma sapeva che l'avrebbe esposta al pericolo, dato il numero di mirini che puntano alla sua schiena in quel momento.
James aveva scoperto a suo discapito quanto fosse difficile affrontare i vivi e fare i conti con il suo passato, ammettendo con sé stesso che trovarsi al cimitero davanti alla tomba dei suoi genitori poteva considerarsi comunque un bel traguardo.
Si ritrova a pensare alla lista delle azioni buone, ricordando che anche quando aveva smesso di credere in Babbo Natale, in quel periodo dell'anno stilava comunque una lista dove riportava alla mente i tempi belli, quelli brutti e le cose che aveva perso.
A distanza di così tanti anni, il Natale gli ricorda solo i tempi brutti, tante cose perse e un gran senso di colpa... e darebbe qualunque cosa pur di tornare indietro alla spensieratezza e all'incoscienza di quella notte a Londra nel '43.

Note:

1. Young Avengers: Occhio di falco (Kate Bishop), Patriot, Stature (Cassie Lang), Visione (2.0), Wiccan, Iron Lad, Hulkling e Speed (uno dei figli di Wanda e Visione). Personalmente, spero che inizino ad introdurli nell'MCU dopo Avengers-Endgame.

2. Nei fumetti si scopre che Karpov, negli ultimi anni di vita, aveva tenuto James fuori dal ghiaccio per diverso tempo per fargli da guardia del corpo. I fascicoli illustrati non spiegano con chiarezza come sia morto, l'omicidio è solo un mio headcanon molto plausibile.

3. La famiglia Barnes: George, Winifred e la sorella minore Rebecca. Spiegherò tutte le dinamiche familiari in modo più approfondito nei prossimi capitoli.

NB: La vigilia di Natale del '43 a cui faccio riferimento è documentata nell'inframezzo/spin-off collocato nel prossimo capitolo, ai fini della trama principale non è di nessuna utilità quindi è tranquillamente ignorabile (salvo per i curiosi).
_T ;)

Till the end of the lineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora