Capitolo 10

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2 febbraio 2017, Smithsonian Istitution, Washington DC

A nemmeno ventiquattro ore di distanza dal funerale, Tony Stark aveva indetto una conferenza, diceva di aver istituito un tributo a Steve nel padiglione centrale dello Smithsonian, esponendo in una teca in bella mostra lo scudo in vibranio, affermando che in futuro nessun altro avrebbe imbracciato lo scudo.
James sopprime il miscuglio di rabbia e dolore, sforzandosi di affrontare la situazione lucidamente concedendogli il beneficio del dubbio, aspettando pazientemente in fila di acquistare il biglietto d'entrata al museo, dirigendosi spedito verso il padiglione centrale, senza soffermarsi più del dovuto sui filmati di guerra e il suo memoriale, per evitarsi la sottile stilettata al cuore che lo pervade ogni volta che gli cade l'occhio sull'immagine sorridente del fratello.
Arresta la sua corsa una volta raggiunta la teca, studiando l'ambiente circostante, valutando a mente fredda lo spazio di manovra. Vede cinque modi diversi per entrare ed uscire senza essere visti, con la necessità di neutralizzare solo tre guardie, concludendo che lo scudo è troppo importante per starsene così in bella mostra.
Ad un esame più attento nota che chi si è occupato dell'allestimento ha tirato a lucido e rimosso i segni dei proiettili lasciati da Peggy, decretando che nessun idiota l'avrebbe mai fatto e che deve trattarsi per forza di una riproduzione.
Stark dice che nessun altro imbraccerà lo scudo e indosserà la maschera, ma non è credibile. James è abbastanza sicuro che aspetteranno un paio di anni, poi diranno che la gente vuole un nuovo Capitan America e, visto che hanno lo scudo, non lo lasceranno a lungo sullo scaffale.
Porta alla mente le raccomandazioni di Sam in merito al non fare azioni stupide e avventate, avvisandolo di non poterlo più tirare fuori dai guai in quanto vincolato dagli Accordi firmati per presenziare al funerale di Steve, lasciandolo a briglia sciolta confidando nel suo buon senso, ma James si ritrova ad ammettere che in tutta la sua vita non è mai riuscito a prendere una decisione ponderata... per quel genere di situazioni c'era sempre stato Steve, il suo modus operandi si era sempre basato sull'istinto, sul fare più rumore possibile e agire basandosi sulle conseguenze.
L'omicidio non era più considerabile come un'opzione... il furto invece offriva declinazioni interessanti, se puntava ad ottenere una qualche reazione da parte di Stark. Manda al diavolo tutte le raccomandazioni di Sam, ragionando che tutto sommato, considerato tutto ciò che potenzialmente poteva fare, riprendersi lo scudo non è poi un'azione così avventata e stupida.

***

3 febbraio 2017, Complesso degli Avengers, Upstate New York

James si apposta di vedetta al di fuori del Complesso degli Avengers, sorpreso di vedere attuare il piano per lo spostamento secondo i criteri che lui stesso aveva ipotizzato.
Vede uscire contemporaneamente dal garage quattro furgoni blindati, ognuno con una direzione diversa, per non far capire quale sia quello che trasporta effettivamente lo scudo e quali siano i tre diversivi.
James rischia, aspettando che si perdano in lontananza, restio a credere che sia così facile, confermando i suoi sospetti quando dal garage fuoriesce un'Audi dai finestrini oscurati.
Spara alle ruote, facendo finire l'auto fuori dalla carreggiata, chiedendosi di chi si possa essere fidato Stark per un compito del genere. La risposta non tarda molto ad arrivare, un calcio ben assestato lo sbalza lontano dalla portiera che stava tentando di aprire, mentre il suo avversario scende dall'auto con lo scudo sulle spalle.
-No... non tu Natalia. -mormora facendosi un esame di coscienza, valutando quanto voglia lo scudo in realtà e se ne vale la pena al punto da colpire Natasha.
-Perché vuoi lo scudo, James? -tentenna la donna, restia quanto lui a colpirlo.
-Non costringermi a combatterti. -chiede con una supplica velata, rinunciando in partenza a tentare di darle una spiegazione in merito alle sue azioni, è consapevole che in realtà nessuno dei due vuole ascoltare sul serio le ragioni dell'altro.
-Vai via... non voglio farti del male. -tenta di offrirgli una possibilità per la fuga, tuttavia estraendo la pistola dalla fondina, come a sottolineare che se non avesse ascoltato il suo consiglio, avrebbe dovuto sentire ragioni dal piombo. -Ti prego, James.
-Stavo per dire la stessa cosa. -afferma puntando il mirino contro di lei.
-Rinuncia.
-Rinuncia tu.
-Testardo che non sei altro. -sospira Natasha premendo il grilletto.
James manca il proiettile per un soffio, passando immediatamente al contrattacco... gli sembra di essere tornato ai tempi della Stanza Rossa e non deve essere l'unico a pensarlo, perché dopo non molto abbandonano entrambi le armi in favore dei pugni, mentre James evita di colpirla con il lato sinistro del corpo e lei risponde poco convinta ai colpi inflitti.
Ai tempi della Stanza Rossa aveva recuperato la sua umanità grazie a Natasha, li avevano puniti entrambi, anche se in modi diversi... combatterla ora era come punirsi un'altra volta ed era quello il momento che James cercava di evitare da più di due anni, affrontare lei lo spaventava molto di più dell'idea di dover affrontare Steve.
Preparandosi a colpire, vorrebbe che quella fosse una delle tante missioni per conto di Karpov, di Lukin o di Pierce... vorrebbe far finta che sia come Odessa, che alla fine del combattimento le macchine gli cancellino nuovamente i ricordi.
La colpisce a tradimento, Natasha perde l'equilibrio e cede allo stremo delle forze, impattando contro il suolo priva di sensi... negli anni si era migliorata nel combattimento per dargli del filo da torcere, ma non abbastanza per mandarlo al tappeto.
Si inginocchia a terra, sganciandole lo scudo dalle spalle, controllando velocemente di non averle inflitto più danni di quelli voluti... probabilmente le aveva causato una commozione cerebrale. Somma le ultime azioni alla già lunga lista di sensi di colpa, ragionando sul come chiamare i soccorsi senza farsi raggiungere in due minuti da un'intera unità S.H.I.E.L.D., ammettendo a sé stesso che forse la sua completa mancanza nel valutare gli imprevisti era sicuramente ciò a cui si riferiva Sam con "azioni stupide e avventate".
Recupera il cellulare della donna dal cruscotto dell'auto, inviando una richiesta d'aiuto a Stark, lasciando un messaggio tra le note del telefono per lei. Tempo prima Fury gli aveva recapitato un messaggio da parte di Natasha dicendogli che non lo voleva morto, dopo gli ultimi sviluppi non crede che la donna sia dello stesso avviso, dubitando seriamente che un messaggio di scuse basti per tutto quello che le ha fatto... ma non vede alternative.
In realtà, con lei, di alternative non ne ha mai avute.

***

3 febbraio 2017, Ala medica, Complesso degli Avengers, Upstate New York

"Mi dispiace, Natalia... non avrei mai voluto cacciarti nei guai. Ma sembra che io non sia in grado di fare altro."
Natasha rilegge per l'ennesima volta le poche righe di testo lasciatole da James, decidendosi a cancellarle per il bene di entrambi. Aveva ripreso conoscenza da circa mezz'ora, svegliandosi accerchiata dai medici dello S.H.I.E.L.D. che l'avevano informata velocemente sulle sue condizioni. A distanza di qualche minuto Rhodes era giunto a riconsegnarle il cellulare e la sua borsa recuperati dall'auto, spiegandole che la richiesta di soccorso era giunta da Stark, avvisandola che quest'ultimo era in arrivo dall'Helicarrier di pessimo umore, lasciandola agli ultimi controlli dei medici una volta concluso il suo dovere di messaggero.
Natasha aveva sbloccato il telefono, scoprendo di essere in un mare di guai per colpa di James, dandole il tempo di prepararsi ad affrontare Stark, ma gettandola nella confusione più totale perché incapace di interpretare il suo comportamento.
-Come stai? -chiede Tony entrando trafelato nell'ala medica, mentre la donna capta una nota diffidente ben celata nella voce, attivando il blocco schermo gettando il cellulare da una parte in automatico.
-Sto bene.
-Non stai bene, mi hanno detto che hai una commozione cerebrale Nat. -la contesta l'uomo posizionandosi a braccia conserte ai piedi del lettino, mentre la donna intuisce che oltre la preoccupazione e il pessimo umore ci sia dell'altro.
Quel qualcosa di indefinito la spaventa, sa di poterlo scoprire giocandosi bene le sue carte da spia, ma dallo sguardo di Tony intuisce già le risposte alle sue domande... James l'aveva posta davvero in una situazione rischiosa, se le telecamere esterne avevano ripreso il loro scontro, ciò che veniva mostrato era alquanto discutibile.
-Nulla che non si possa risolvere in venti minuti...te l'avevo detto che non era una buona idea quella di spostare lo scudo.
-Credo che a questo punto non importi a nessuno cos'era una buona idea o meno, la notizia non è ancora trapelata... e al momento ho già i miei problemi con un altro sicario. -afferma l'uomo tastando il terreno guardingo, puntellandosi sul bordo del letto, dandole la conferma che qualcosa doveva aver visto e la stava valutando mantenendosi sul vago.
-Niente sviluppi da Rumlow?
-Zero, ha affermato che preferirebbe morire pur di darci una mezza informazione... vorrei solo capire, tutto qui.
-C'è un mandante, per quanto Rumlow volesse morto Steve non l'avrebbe mai fatto senza compenso e lo sai. -cerca di sviare il discorso, tentando di sottrarsi al rischio di esporsi più del dovuto... ma sa che è inutile, soprattutto se Tony ha visto le registrazioni.
-Lo so, Nat. Lo so, ma ora come ora mi chiedo per chi lavori Barnes, o cosa voglia farsene dello scudo...
-Non lavora per nessuno. -mente spudoratamente, lasciando Nick fuori dall'intera storia, confermando la versione di Sam proferita all'interrogatorio, tenutosi il giorno prima del funerale di Steve prima di porre ufficialmente la sua firma sugli Accordi.
-Come fai ad esserne così sicura, Nat?
-So come ragiona e...
-Lo conosci? -chiede sospettoso Tony a bruciapelo, bloccando sul nascere ogni suo tentativo di inventarsi qualsiasi altra cosa per portarlo fuori strada.
-Sono stata addestrata da lui in Russia. -soffia presa in contropiede, ma cercando di comunicare la notizia con nonchalance, omettendo tutte le implicazioni tirate in ballo con quella informazione. -Probabilmente vuole lo scudo perché non si fida dell'uso che vuoi farne tu... è una questione personale.
Il suo tentativo di svicolare dall'argomento non va in porto, Tony respira profondamente ad occhi chiusi, mentre Natasha intuisce che forse non deve aver tratto delle conclusioni poi così sbagliate... forse non avrebbe dovuto tirare in ballo le questioni personali.
-Non puoi fare a meno di fare il doppio gioco, vero? -inizia l'uomo con tono ironico, facendo trasparire la rabbia, nascondendo la paura all'idea che anche lei gli si ritorca contro. -Quando dici di conoscerlo...
-Non girarci intorno, avanti, dillo. -infierisce Natasha stanca di giocare, innescando la miccia intenzionalmente, facendogli sfogare tutte le preoccupazioni represse che si arrovellavano nel cervello di Tony rendendolo autodistruttivo.
-Ho visto i filmati delle telecamere di sicurezza, avete esitato entrambi... tu non fallisci mai Nat, non posso fare a meno di chiedermi se hai perso lo scontro di proposito perché non volevi colpire un vecchio amico...
-Solo perché tutti ti stanno col fiato sul collo e la tua vita sta andando a rotoli, non significa che devi per forza cercare nemici ovunque e trovare un colpevole a tutto questo... gli Accordi, tutta questa storia, l'abbiamo gestita male Tony. -obietta la donna piccata, cercando di sviarlo e farlo ragionare in quella che sa essere una battaglia persa in partenza... ormai è inutile negare l'evidenza.
-Il Soldato d'Inverno ha rubato lo scudo, Nat! E tu glielo hai lasciato fare... in memoria di cosa? Di una scopata ai tempi del Cremlino? -sbotta Tony oltrepassando il limite, mentre Natasha scatta in piedi punta sul vivo, reagendo all'accusa tradendosi definitivamente.
-Ma per favore, da che pulpito. -commenta con tono sprezzante, puntandogli il dito contro. -È sempre stato più forte di me, è sempre stato più bravo di me! E ringrazia quella scopata, perché se avessimo seriamente contro il Soldato d'Inverno, ora ti ritroveresti un'alleata in meno!
Natasha si interrompe placando lo scatto d'ira, mettendosi l'anima in pace per essersi tradita, mentre inchioda Tony con lo sguardo sfidandolo a ribattere. L'uomo la osserva ammutolito, l'insinuazione era un'accusa infondata, evidentemente non pensava di fare centro... tace di fronte agli occhi lucidi di Natasha, che non ne può più dell'alone di sospetto con cui la trattano tutti e dell'irritabilità di Tony, causata dalla sua scarsa attitudine nel gestire le situazioni critiche, mentre la donna maledice chiunque abbia avuto la geniale idea di proporgli il posto vacante di Direttore.
-Non volevo... -mormora spaesato a corto di parole, dando l'impressione di sgonfiarsi come un palloncino, osservandola con sguardo di scuse.
-Sì certo, non volevi. -Natasha lo supera assecondando l'istinto di fuggire, si blocca sulla porta voltandosi verso Tony, decidendo che per una volta può imitare il suo esempio e dire ciò che pensa fuori dai denti. -Ti consiglio di guardarti le spalle, Tony. Non ti sei messo contro il Soldato d'Inverno, ti sei messo contro James... e sotto certi aspetti è anche peggio.
-Che vorresti dire? -chiede titubante l'uomo, insospettito dall'improvvisa collaborazione a discapito delle aspettative.
-Steve era suo fratello, dal suo punto di vista sono state le tue azioni ad ucciderlo...
-Non è l'unico a pensarlo.
-Si... ma se io, gli Avengers e l'opinione pubblica sappiamo che eri mosso dalle giuste intenzioni, lui questo non lo sa. -conclude Natasha, abbassando la maniglia per uscire dall'infermeria.
-Tu mi guarderai le spalle? -interviene Tony prima che possa chiudersi definitivamente la porta alle spalle.
-Sono ancora tua amica, Tony... anche se a volte sei veramente uno stronzo.

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