Capitolo 12

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10 febbraio 2017, sistema fognario di Manhattan, New York

Quattro giorni di ricerche senza sosta, quattro giorni di vicoli ciechi e buchi nell'acqua, precisamente da quando Natasha aveva ricevuto una chiamata nel cuore della notte da parte di Tony. Era stata convocata al Complesso per essere aggiornata sulla crisi in corso, ma in realtà aveva dovuto placare il litigio tra il suo attuale capo e Falcon, il primo che sosteneva malvolentieri che la cugina avesse ucciso il Capitano, il secondo che si rifiutava di credere a quella assurda versione dei fatti. Lei e Sam si erano fatti carico dell'onere di ottenere una pista per rintracciare Sharon, mentre Tony si era dovuto assumere i suoi doveri di Direttore tentando di rassicurare l'opinione pubblica senza ritrovarsi una seconda guerra tra le mani, ma dopo quattro giorni di ricerche infruttuose non sapevano ancora per chi lavorasse Faustus.
Non erano riusciti a rintracciare il GPS di Sharon, ripiegando sulle telecamere di sicurezza, ricostruendo i movimenti dell'Agente 13 fino a quando l'avevano vista sparire dentro un tombino, seguendo la flebile traccia attraverso il sistema fognario, fino a ritrovarsi nella hall della Kronas Corporation.
Quando lei e Sam riemergono dal sottosuolo si ritrovano nel bel mezzo di un fuggi fuggi generale, rendendosi conto di essere arrivati troppo tardi... stavano già evacuando la base, in quel momento un jet stava decollando dal tetto del palazzo.
Sam si era lanciato all'inseguimento mentre Natasha raggiungeva i server per fare una copia dei file, ma dalle vetrate degli uffici riesce a scorgere il portellone aprirsi... vede la figura di James precipitare nel vuoto con le mani legate dietro la schiena, trattenendo un sospiro di sollievo quando Sam lo afferra al volo tentando di rallentare la caduta, schiantandosi inevitabilmente sul tetto del magazzino adiacente e, mentre li raggiunge, Natasha non può fare a meno di pregare che si siano salvati entrambi.
-Piano, Sam. Ce la fai ad alzarti? -chiede aiutando l'uomo a rimettersi in posizione eretta, mentre quest'ultimo si porta una mano alla tempia colto da un forte giramento di testa.
-Si... wow, che bel volo. Come sta Bucky?
-Sto bene. -li avvisa la voce soffocata dell'uomo, ancora steso a terra con le mani legate dietro alla schiena.
-Questo lo decido io... -afferma la donna inginocchiandosi al suo fianco per controllare se ci fossero delle ferite. -Okay, così a vedersi niente sangue... -gli tasta il torace e le costole, ottenendo un lamento soffocato da parte dell'uomo. -... congratulazioni, costole incrinate.
-Sto bene Na...ah! -si morde la lingua per impedirsi di urlare, mentre Natasha ritrae la mano dalle sue costole soddisfatta.
-Non stai bene, smettila di fare l'eroe.
-Okay... -James si gira su un fianco, trattenendo una smorfia di dolore quando tenta di alzarsi da terra, sbuffando spazientito quando non ci riesce da solo. -...Pensi di darmi una mano a rimettermi in piedi o di togliermi le manette di dosso?
-Va piano, deve girarti la testa... -commenta Natasha aiutandolo ad alzarsi da terra, togliendogli le manette contenitive che gli laceravano il polso di carne, sostituendole con delle manette normali evitando di stringerle più del dovuto. -Comunque, giusto perchè tu lo sappia, sei in arresto.
-Fantastico, da una cella all'altra.
-Fammi un favore, le manette sono una formalità, sta calmo ed evita di spezzarle subito, intesi? -gli sussurra la donna all'orecchio, stando attenta a non farsi sentire da Sam, ma senza riuscire a ricavare una risposta dall'espressione indecifrabile di James.
-Come hai fatto a liberarti? -chiede Falcon sorpreso, avvicinandosi a loro portandosi a portata d'orecchio.
-Sharon ha abbassato la leva... -afferma James, rilassando i muscoli, assecondando la richiesta di Natasha. -...Mi ha guardato prima di farmi precipitare, sapeva quello che faceva.

***

11 febbraio 2017, Ufficio di Tony Stark, Complesso degli Avengers, Upstate New York

-Notizie di Sharon? -chiede Sam appena varca la soglia dell'ufficio, mentre Tony chiude le schermate olografiche dai risultati inconcludenti.
-Niente, i radar non hanno rilevato nulla ed hanno attivato la schermatura... le immagini satellitari sono diventate inutili, li abbiamo persi. -afferma Tony irritato indicando gli schermi spazientito, reclamando la poltrona imbottita della scrivania.
-Bucky?
-Non l'ho ancora visto, Natasha crede sia meglio se ci parla prima lei... visti i loro trascorsi. -commenta stropicciandosi gli occhi, negli ultimi giorni non aveva dormito un granchè.
-Perchè? Hanno avuto dei trascorsi? -chiede stupito Sam, versandogli una tazza di caffè in risposta alla sua palese stanchezza.
-È una lunga storia, Sam. Se vuoi sapere chiedi a Natasha, ma è a tuo rischio e pericolo, io ti ho avvisato. -commenta Tony portandosi la tazza alle labbra, bevendo un lungo e generoso sorso di caffè caldo.
-Non sono sicuro di volerla conoscere allora... bene, ho fatto rapporto e il mio dovere l'ho fatto, ci vediamo Stark.
Tony congeda Sam con un cenno della mano, reclinando la testa contro lo schienale della poltrona riposando gli occhi.
Non ha idea di quanto tempo sia passato, ma il pulsare della lucina intermittente dell'interfono lo riscuote dallo stato di torpore, consapevole che si tratti di notizie nefaste ancora prima di premere il tasto per ascoltare il messaggio in arrivo.
-Tony abbiamo un problema, si è liberato... probabilmente è in giro per la base a cercarti. -annuncia tesa Natasha senza dover specificare a chi si stia riferendo.
Tony non ha il tempo di replicare o di chiederle spiegazioni, la comunicazione si interrompe, le lampadine dell'intero piano sfarfallano e si spengono, mentre Tony picchietta istintivamente sul reattore attivando le nanoparticelle dell'armatura, accedendo automaticamente all'interfono d'emergenza.
-A tutte le stazioni, qui è il Direttore Stark, abbiamo un allarme rosso di codice 227. Avvicinarsi al soggetto con cautela o desistere, l'uso della forza letale non è consentito... ripeto, non è consentito. Mi serve vivo.
Si inoltra nel corridoio buio, illuminato malamente dalle luci d'emergenza e dal reattore, orientandosi facendo appello alla sua memoria fotografica e le tracce di calore segnatategli da F.R.I.D.A.Y., ma ciò non gli impedisce di venire ugualmente colpito.
-Sei stato tu a dare l'ordine di portarmi qui? Sei davvero così stupido? -prorompe la voce del Soldato d'Inverno da un punto imprecisato di fronte a lui, riuscendo a percepire solo la sagoma e il luccichio del braccio di metallo.
-Non sono stupido, Barnes. -afferma offeso colpendolo con un calcio alla caviglia, facendolo rovinare a terra, stagliandosi sopra di lui.
-Dobbiamo continuare a sprecare il nostro tempo così, o vogliamo comportarci da adulti?
Bucky si rialza immediatamente colpendolo senza sortire alcun effetto decisivo, iniziando a sparargli contro per ripiego, intenzionato a scaricargli addosso l'intero caricatore, nonostante sia ben consapevole che i proiettili rimbalzino sull'armatura di metallo.
-Ne hai ancora per molto? -lo provoca Tony spazientito, lasciandogli sfogare la rabbia che sa di meritarsi.
Il suo tono di voce lo innervosisce, James scatta e lo colpisce di nuovo riuscendo a farlo arretrare, strappandogli l'elmetto dalla testa prima di farlo finire a terra, inginocchiandosi sopra di lui puntandogli la pistola alla fronte, mentre Tony reagisce d'istinto posizionandogli i propulsori sulle tempie.
-Avanti, spara. Fallo e ti fondo il cervello. -afferma deciso, osservando l'espressione interdetta di Bucky che esita e non risponde, bloccandosi in attesa, valutando se Tony stia parlando seriamente o meno. -Bene. Ora che siamo arrivati a uno stallo, possiamo discuterne civilmente?
-Servirebbe seriamente a qualcosa discuterne? -chiede ironico senza muoversi di un millimetro, i muscoli in tensione, ma ancora in attesa.
-Si, perchè si da il caso che mi sia toccato l'onere di salvarti da te stesso... è l'ultimo desiderio di Steve.
-Cosa? -domanda con espressione basita e confusa, ancora sopra di lui, ma concedendogli il beneficio del dubbio abbassando l'arma.
-So che mi odi per via della sua morte, ti capisco, ma ho una lettera che devi assolutamente leggere. E onestamente... Steve non ci perdonerebbe mai se ci uccidessimo a vicenda. Tregua?
-Tregua. -concede James, dandogli il permesso di fidarsi e togliergli i propulsori dalle tempie.
-Perfetto... ora, gentilmente, ti toglieresti di dosso?

***

Natasha corre trafelata lungo i corridoi con la scorta a seguito, mentre la centralina elettrica torna in funzione illuminando di nuovo l'ambiente... una sola cosa gli aveva chiesto di fare, una, l'aveva pregato di stare calmo ed ovviamente non l'aveva ascoltata, maledicendo la sua testardaggine per la trentesima volta nel giro degli ultimi cinque minuti.
-Andiamo gente, il computer dice che sono nell'ufficio del Direttore! Solo colpi non letali, tenetelo a mente! Fermi!
Natasha irrompe nell'ufficio di Tony con gli agenti dello S.H.I.E.L.D. a seguito, arrestandosi interdetta di fronte all'ultimo degli scenari che aveva ipotizzato, trovando Tony e James a discutere civilmente al tavolo delle trattative.
-Che sta succedendo?
-È tutto okay, Nat. Stiamo bene. -afferma Tony con ancora l'armatura addosso, mentre James continua ad ignorarla, seduto alla scrivania intento a leggere qualcosa.
-Così pare.
-Tu puoi restare... voialtri tornate alle vostre postazioni. -afferma perentorio rivolto agli agenti S.H.I.E.L.D., facendo cenno a lei di avvicinarsi.
-Cosa diavolo succede qui?
-È una lettera di Steve. -la informa James accennando al foglio di carta che tiene tra le mani.
-Oh... da quanto tempo ce l'hai? -chiede Natasha fulminando Tony con lo sguardo, bruciando le tappe sospettando di conoscere già la risposta.
-L'ho ricevuta circa... si, una settimana fa.
-Avresti potuto dirmelo.
-Non era compito mio.
-È vera? -chiede James interrompendo il battibecco sul nascere, puntando uno sguardo diffidente in direzione di Tony.
-Sono capace di tante cose, ma non potrei mai falsificare una cosa del genere... è autentica, me l'ha consegnata un avvocato di persona.
-Che avvocato? -interviene Natasha curiosa, valutando se credergli o meno.
-Murdock. -afferma Tony con tono di sfida, un mezzo sorriso soddisfatto nel notare le sue labbra contratte in una tacita rinuncia a ribattere, tornando a puntare lo sguardo su James. -Ora che hai deposto l'ascia di guerra, vuoi spiegarci cosa diavolo avevi intenzione di fare?
-Uccidere Lukin, c'è lui e la Kronas dietro a tutto questo. -commenta James distogliendo lo sguardo da Tony, puntandolo in automatico su Natasha.
-Mi prendi in giro...
-Vorrei fosse così.
-E voi come fate a conoscere Lukin? No, non lo voglio sapere.[1] -afferma Tony portandosi le mani alla testa esasperato, concedendosi un breve respiro profondo prima di replicare. -Se c'è davvero lui dietro a tutto questo c'è un problema... la notizia è arrivata qualche ora dopo averti recuperato. F.R.I.D.A.Y. apri i canali di notizie, ricerca soggetto...Lukin.
Gli schermi si accendono trasmettendo un servizio TG, mostrando le immagini in diretta del ripescaggio dei rottami di un aereo dall'oceano.
"...una tragedia per il colosso energetico internazionale, la Kronas Corporation, quando l'aereo aziendale è precipitato nell'Antartico. Tra i corpi recuperati nel relitto, quello del riservato presidente Aleksander Lukin, che ha fondato la compagnia dopo un esilio volontario dalla natia Russia dopo il 1991..."
-Non è morto, è un trucco... -afferma James a braccia conserte, lo sguardo che sembra voler dar fuoco allo schermo.
-Lo so... ora che sei con noi doveva coprire le sue tracce. Ciò significa che qualunque cosa stia progettando di fare, comincerà presto. Allora, vuoi fermarti qui?
-Hanno la fidanzata di Steve... il vostro Agente 13, è riuscita a troncare il controllo mentale di Faustus, mi ha liberato... dobbiamo trovarla, non se la starà passando bene ora come ora. -li informa ignorando palesemente la proposta di Tony, che storce appena la bocca nel sentirsi ribadire l'urgenza di rintracciare la cugina.
-Barnes, rispondi alla domanda. -Tony interrompe bruscamente i suoi ragionamenti, pretendendo una risposta a questioni più urgenti.
-Ascolta, Steve non ha scritto che dovrei...
-So cosa ha scritto, ma detto francamente, non vorrai certo lasciare quel ruolo a qualcun altro. Che dici, accetti?
James prende seriamente in considerazione l'idea, ha l'aria sfinita di chi non aspettava altro che qualcuno gli chiedesse di fermarsi, mista all'espressione determinata di chi è consapevole che senza il suo aiuto tutte le sue fatiche fatte fino a quel momento verranno gettate al vento.
Natasha conosce già la risposta prima di sentirgliela proferire ad alta voce, conscia che non sia per niente una buona idea.
-Okay ma a due condizioni: primo, trovi qualcuno che mi tolga questo schifo dalla testa, secondo, io non prendo ordini da te. Non li ha presi Steve e di certo non lo farò io, intesi?
-È accettabile, me ne farò una ragione. Allora iniziamo dal punto uno... F.R.I.D.A.Y. manda l'ordine di preparare un jet per il Wakanda e avvisa Shuri.
Nel giro di mezz'ora James sale sul jet diretto in Africa, dopo una chiacchierata telefonica tra Stark e la principessa, garantendogli di trovare una cura in tempi brevi ai vari condizionamenti mentali subiti e la rimozione sicura dei microcircuiti che gli impediscono ancora di usare a pieno la protesi.
-Non so quanto sia una buona idea. -dichiara Natasha, dando voce ai suoi pensieri al riguardo, mentre osserva il profilo di Tony che rivolge uno sguardo pensieroso alla piattaforma di decollo.
-Gli serve uno scopo, uno che non sia tramare e uccidere... la rabbia è una brutta bestia, se questo non funziona non so che fare... -ammette l'uomo, infilando le mani in tasca, facendo spallucce rivolgendole lo sguardo. -...e poi ha già lo scudo, dubito fortemente che ci rinunci.
-Come contraddirti.



Note
1. Lukin (Karpov e Petrovich) sono i responsabili della separazione di Bucky e Natasha, tutta la storia è largamente documentata in "1956" (presente nel mio account).

NB: Tutti i riferimenti alla Mark 50, la gita in Wakanda e la collaborazione tra Tony e Shuri è raccontata nello spin-off del prossimo capitolo ;)

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