Capitolo 8

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[Sofia]

Mi ero ammalata. E anche di brutto.
Per quale motivo avevo deciso di addormentarmi sotto ad un albero, vicino al lago, a Novembre inoltrato non ne avevo idea.

Quando Chloe aveva annunciato che avevo la febbre aveva avuto ragione. Peccato che insieme a quella erano arrivati raffreddore e vomito.

Non volevo mangiare perché avevo la nausea alla sola idea del cibo, figurarsi mettere qualcosa sotto i denti!

I miei coinquilini non la pensavano allo stesso modo.
Soprattutto una certa Lidia che dopo ripetuti tentativi era riuscita a farmi mandare giù la minestra.

Ora però mi rigiravo nel letto, con la nausea alle stelle e con la febbre molto alta, probabilmente.

- Dannata Lidia - borbottai con la voce roca.

Presi dei respiri profondi ma, al terzo respiro scattai in piedi.
Barcollai per un giramento di testa e mi appoggiai alla parete.
A quel punto mi salì la bile in gola e mi misi a correre verso il bagno.
Spalancai la porta e mi buttai sul water, cominciando a rigettare tutto quel poco che avevo mangiato.

Mi sentii afferrare per i capelli e una mano prese a massaggiarmi la schiena.
Mi rilassai leggermente e continuai a vomitare finché pensai che avrei rigettato anche un polmone.

Una volta sicura che il mio stomaco era completamente vuoto feci per alzarmi ma, chiunque avessi dietro, mi tenne in ginocchio.

- Aspetta, è meglio di no - mi disse una voce che conoscevo bene.

Cavolo, era Fabio!

Da dopo la litigata non avevamo avuto modo di parlare, uno perché io avevo la febbre e nessuno là dentro voleva stressarmi, due perché Fabio... be', non voleva affrontare il discorso.

Questo non significava che non mi era stato vicino, anzi, si assicurava che stessi bene o se avessi bisogno di qualcosa.
Come adesso: era venuto lui a reggermi la testa mentre rimettevo.

- Gra... grazie... - balbettai prendendo un pezzo di carta igienica per pulirmi la bocca.

Sentii Fabio trafficare dietro di me, poi apparve nella mia visuale...con solo un asciugamano legato in vita!
Lo fissai, scioccata mentre prendeva un asciugamano più piccolo e lo bagnava.

Si inginocchiò davanti a me, mi passò l'asciugamano su bocca e viso.

- La prossima volta che senti salire la nausea chiama - mi disse.

- Perché sei quasi completamente nudo? - chiesi.

Lo vidi arrossire leggermente.
Poi si schiarí la voce, riprendendo il suo colore naturale.

- Perché ero sotto la doccia quando sei entrata -

- Ah -

Se possibile il mio viso divenne più caldo e anche più rosso.
Non mi ero accorta di nulla!
Che figuraccia!

Fabio scosse il capo e si alzò, porgendomi la mano.

- Forza ti riaccompagno al letto -

Feci come aveva detto e mi fece sedere sul letto, mi tastò la fronte e storse la bocca.

- La febbre non ti molla proprio - sospiró - Secondo me è ora di andare da un dottore -

Annuii e mi stesi sul letto, lasciai che mi sistemasse le coperte e non dissi nulla.

Una volta sicuro che non mi sarei alzata di nuovo si diresse alla porta.

- Fabio? - lo chiamai.

- Dimmi -

- Resta qui, non mi va di rimanere sola - confessai.

La febbre faceva pure venire gli sbalzi d'umore, adesso!

- Posso almeno andarmi a vestire? - chiese con un sorrisetto storto dipinto sul viso.

Sorrisi a mia volta.

- Mi dispiace un po' ma se proprio devi - ammisi.

- Sofia... - sussurrò - La febbre ti dà proprio alla testa -

                               ***

Ewan

Volevo farlo.
Ero sempre stato un dannato Don Giovanni e non mi ero mai fatto problemi a provarci con tutte le ragazze di questo mondo.
Ma Lidia era un maledetto problema.

All'inizio avevo pensato a Sofia, sembrava più tranquilla di Lidia e più facile da gestire ma mi era bastato lanciargli un'occhiata di troppo e Fabio mi aveva minacciato di morte, quindi l'avevo esclusa.
Mi restava Lidia, appunto, ma non ce la facevo a provarci con lei, peccato che se ci provavo con qualche altra ragazza mi veniva l'immagine della mia coinquilina mora.
Ed era questo il motivo per cui non riuscivo a provarci.
Qualcosa mi diceva che frequentare Lidia non sarebbe stato solo un tocca e fuggi e io non ero sicuro di voler mettere in mezzo i sentimenti.

- Guarda che lo so quello che vuoi - mi disse una voce facendomi sobbalzare.

Lidia era seduta sulla panchina all'entrata della villa.

Mi guardai intorno, perché non ero sicuro se ce l'avesse con me.

- Ewan parlo con te - mi disse infatti - Ho visto come mi guardi , sembri un leone affamato -

- Perché che sguardo ho? - chiesi.

Lei sospirò e si alzò, vendendomi incontro.

- Ci sono abituata sai? I ragazzi vogliono sempre e solo una cosa da me...e tu non sei da meno - spiegò - A Fabio solo non faccio affetto e se non sapessi che va dietro a Sofia direi che è gay -

- Quindi? - chiesi.

- Quindi se vuoi...farlo, basta chiedere -

Mi sentivo un totale idiota!
Ok era vero che volevo portarmi Lidia al letto, ma non pensavo che fosse così evidente. Ne tantomeno che lei lo avesse capito.

Mia sorella mi avrebbe ammazzato se lo avessi fatto. Uno perché Lidia era sua amica, due perché poi non sarei più riuscito a guardarla in faccia e io e mia sorella avremmo dovuto trovare una nuova casa.

- Forse - mi sentii dire - Ma non sono così egoista -

Lidia storse la bocca.

- Già, chissà perché mi aspettavo questa risposta - disse.

Poi mi voltò le spalle e fece per andarsene ma l'afferrai per un braccio, costringendola a voltarsi verso di me.

- Non è come credi - dissi.

- Lascia stare - mi disse scuotendo il capo.

Si liberò dalla mia presa e se ne andò dentro. La seguii con lo sguardo e mi accorsi che Fabio era sul balcone, a fumare una sigaretta.

- Non dire niente - dissi prima che potesse aprire bocca.

Dalle labbra dell'ungherese uscivano, per la maggior parte, solo cattiverie e non ci tenevo a farmi insultare da lui per l'ennesima volta.

- Azt mondtam, hogy te koldus vagy - disse nella sua lingua madre.

Lo fulminai, anche se non avevo capito nulla, ma sapevo per certo che non era un complimento.

Coinquilini (Wattys2021)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora