Capitolo 20

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[Chloe]

Capodanno era arrivato.
Ewan aveva fatto pace con Sofia e io e lui avevamo ripreso a parlare come avevamo sempre fatto.
Con Lidia non c'era nulla da fare, continuavo a non voler respirare nemmeno la stessa aria di mio fratello e Fabio...Fabio era Fabio.

- Se lanci anche quello giuro che non ti parlo più - borbottò Sofia facendomi ridacchiare.

- Nessuno ha mai detto che devi stare con me e parlare - rispose Fabio.

Mi affacciai sul salotto e li osservai. Sofia gli stava sistemando la camicia e gli stava annodando la cravatta.

Avremmo festeggiato la vigilia di Capodanno tutti assieme: mamma aveva deciso di chiudere il bed& breakfast per due giorni e raggiungerci a Roma, Karl era tornato da Monaco e sua madre, Effi, era venuta con lui. C'era poi il padre di Sofia e il professore amico della sua famiglia.

Le stanze da noi erano quasi tutte occupate quindi il professor Schlafen aveva invitato la madre di Karl, il padre di Sofia, che era qui già da Natale, e nostra madre alla sua villa poco distante dalla nostra e a breve ci avrebbero raggiunto per il cenone.

Sorrisi, era la prima volta che mi capitava di festeggiare con così tante persone. Eravamo sempre stati, io, Ewan e mamma. Adesso la famiglia si era decisamente allargata. Anche se non tutti andavano d'amore e d'accordo.

Il suono di un cellulare e Fabio imprecò nella sua lingua madre.
Alzai gli occhi al cielo.
Stava per succedere di nuovo!

- Non ci devi nemmeno pensare - lo minacciò Sofia - Sul serio Fabio! -

Tre giorni prima Fabio aveva fatto volare dalla finestra l'ennesimo telefono e ieri era andato a comprare quello nuovo. Da allora Sofia lo minacciava di rompere con lui se quel telefono avesse fatto la fine degli altri tre.

E io non sapevo se essere più preoccupata per Fabio o per Sofia.

- Non ce la posso fare - ringhiò lui.

Lei gli prese il telefono di mano, guardò lo schermo e lo spense.

- Problema risolto - disse Sofia poggiando poi il telefono su un mobile.

Li invidiavo a volte.

Erano completamente diversi l'uno dall'altra: lei gentile, comprensiva con tutti, dolce e aiutava sempre gli altri, lui arrogante, scontroso, antipatico che pensava solo a se stesso. Ma non riuscivano a stare lontani l'uno dall'altra. Fabio sembrava avere bisogno di Sofia come l'aria che respirava e lei era il suo calmante, per Sofia lui era la sua ancora, un punto d'appoggio, il suo sostegno.

E io l'invidiavo perché non ero in grado di dichiararmi al ragazzo che mi piaceva, ragazzo con cui andavo d'amore e d'accordo e con cui avevo più cose in comune che con mio fratello gemello.

Non che si erano dichiarati, quei due avevano seguito solo i loro istinti praticamente.

- Chloe! - esclamò Sofia facendomi destare dai miei pensieri.

Le sorrisi e lei mi si avvicinò mentre Fabio, alle sue spalle, si allentava la cravatta.

- Tutto ok? - mi chiese prendendomi le mani.

- Yes, Yes! - esclamai.

Avrei voluto chiederle qualche consiglio.

Avrei rivisto Karl a breve, perché lui e sua madre erano arrivati poco più di un'ora prima e avevano preferito andare a casa del professor Schlafen dove avrebbe alloggiato la madre.

E io volevo provare a dichiararmi a Karl. Ma non sapevo come fare.

A scuola non avevamo mai avuto relazioni, a causa di mio fratello che era sempre in agguato e minacciava chiunque avesse voglia di provarci con la sorellina quindi non avevo mai avuto una relazione e non ero mai uscita con un ragazzo in tutta la mia vita.

Guardai Sofia negli occhi e poi Fabio alle sue spalle.

Sbuffai.

Odiavo non parlare bene l'italiano. Non sapevo mai se Sofia mi avrebbe capita o no.
E non sapevo come spiegarla la situazione.

- Fabio...help me? - chiesi guardandolo.

Lui si avvicinò.

- I need Sofia's help. I don't know how to express my feelings to ... Karl - dissi sentendo il mio volto andare a fuoco.

Un conto era parlarne con un'amica, un altro dover chiedere aiuto a Fabio.

Lui annuì mentre le sue gote si arrossavano leggermente.

Wow! Allora anche lui si sentiva in imbarazzo per qualcosa.

Sofia guardò me e poi lui.

- Vuole dichiararsi a quattrocchi e vuole chiedere il tuo aiuto per farlo - borbottò Fabio.

- Davvero? - chiese Sofia mentre i suoi occhi brillavano di entusiasmo.

Annuii.

- Help? -

- Assolutamente si! -

Fabio sbuffò e mise una mano sulla testa di Sofia come se lei fosse una bambina e lui l'adulto.

- Non per dire nulla... - fece - Non ci sai fare con queste cose -

Lei lo guardò male e scansò la sua mano.

- Va via Fabio. Queste sono cose che non ti riguardano - disse lei.

Poi mi prese per mano e mi trascinò in cucina dove c'era Lidia che stava controllando le ultime cose nel forno.

Ci guardò, confusa.

- Che state combinando voi due? - chiese alzando un sopracciglio.

Io e Sofia ci guardammo negli occhi e cominciammo a ridere.

Quella storia stava diventando assurda.

                              ***

[Ewan]

Quando sentii il campanello mi piombai all'entrata. Speravo che si trattasse di mia madre. Avevo un bisogno disperato di un suo consiglio perché da solo stavo facendo un tantino schifo e una madre era pur sempre una madre.

Per quanto mia sorella potesse essermi d'aiuto non era mia madre che mi avrebbe dato un cazzotto per farmi rinsavire o un abbraccio per consolarmi.

Arrivai all'entrata nel momento in cui arrivarono anche gli altri ma non mi sarei mai aspettato una scena simile.

Ad aprire la porta era stato Fabio. Se ne stava rigido come un tronco d'albero, vedevo la tensione sulle sue spalle e teneva le mani serrate in due pugni mentre fissava l'uomo davanti alla porta che era sicuramente imparentato con lui, vista la somiglianza.

- Mi a francot csinálsz itt? - ringhiò contro l'uomo davanti alla porta.

Angolo autrice:

Eccoci con un nuovo capitolo?

Secondo voi chi è l'uomo sulla porta?

Via con le teorie!

Alla prossima 😘

Coinquilini (Wattys2021)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora