Parte 4ª - Ritorno a Parigi

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Il mattino seguente Adrien venne svegliato di buon ora dalla guardia del corpo. Ricordò solo allora che quel giorno sarebbero dovuti partire, si alzò alla svelta e senza indugiare mise i vestiti che aveva messo da parte la sera prima e prese la sua borsa. Nella borsa a tracolla aveva i miracoulus tutti svuotati dalle loro custodie così da non destare sospetti ai controlli, i Kwami anche erano nascosti nella borsa. Una volta che fu pronto il giovane modello tenne per se tre dei miracoulus. Gli occhiali da vista, miracoulus del gufo, nel taschino della camicia, aveva indossato  la cintura miracoulus del giaguaro ed infine teneva al polso intrecciato il rosario che gli aveva lasciato l'anziano Shan Guan, il miracoulus dell'elefante. 
Arrivato in sala pranzo salutò suo padre e Nathalie e con il gorilla si sedette per iniziare la colazione.
Come sempre fu un momento distaccato, le giornate al santuario con i monaci erano state più piacevoli. In assoluto silenzio mangiarono poi prese le valigie si diressero all'auto che li avrebbe portati in aeroporto, dove li attendeva un jet privato.
Adrien non vedeva l'ora di tornare a casa e rivedere i suoi amici, gli mancavano molto e solo con loro riusciva ad essere sereno. Con Nino sopratutto riusciva ad essere se stesso, anche se ultimante non si era risparmiato neanche con Marinette in alcune occasioni. Anche se poverina non le era piaciuto il suo scherzo al museo delle cere.
Una volta a Parigi, tra le varie attività già programmate, sarebbe passato a trovare anche lei, chissà come stava trascorrendo le vacanze la sua amica?
Una volta salito sul jet privato suo padre e Nathalie si appartarono per riprendere il lavoro e gestire io rientro, mentre Adrien si mise in fondo con il tablet acceso, carezzò le perline del Rosario e aprendo la borsa chiamò Ozōo.
Il Kwami mise la testolina poco fuori dalla borsa.
"Ozōo forse dovrei lasciare la miracle box a ladybug. Lei saprà meglio di me come comportarsi in questo caso."
"Adrien se il maestro Shi e Shan Guan hanno assegnato a te la miracle box è perché credevano tu fossi più che giusto per questo ruolo." Spiegò quieto il piccolo elefante.
"Si ma... non so da dove iniziare."
"Io e Guu possiamo aiutarti Adrien. Non siamo due Kwami indicati per il combattimento, ma siamo perfetti come guide."
"Grazie Ozōo." Disse allora il ragazzo.
"Tu sei pronto, e se vuoi anche adesso inizio ad istruirti."
Adrien annuì, il Kwami sfiorò il suo miracoulus con la proboscide e questo da rosario si trasformò in auricolari. Adrien rimase sorpreso da questa mutazione e dopo averle messe il Kwami andò a mettersi nel taschino ed iniziò ad istruirlo.
...
Marinette passò gli ultimi giorni in Cina dividendosi tra la casa dei nonni e quelli degli Shifu. Hui e Yen le avevano confermato che presto si sarebbero trasferiti a Parigi ma che nel frattempo avrebbero protetto Shangai ed il Tibet da attacchi nemici.
La ragazza fu contenta della decisione dei due come anche del fatto che presto l'avrebbero raggiunta.
Una volta a casa sarebbe dovuta però essere prudente in presenza dei cugini con Tikki. Sicuramente non avrebbe usato il Kwami del serpente a sonagli fino al loro arrivo in Europa.
Presa questa decisione intanto si faceva aiutare dai gemelli nel decifrare il grimorio della nuova miracle box, come in quello che già aveva visto tempo fa, appartenente a Gabriel Agreste. Sfogliando la galleria fotografica del suo cellulare confrontava le foto che il maestro fu le aveva inviato tempo addietro con quelle del nuovo grimorio.
Erano simili, c'erano capitoli dedicati ad ogni Kwami dove erano riportati le caratteristiche, il tipo di potere e le difficoltà.
Come nell'altro anche lì vi erano elencati i potenziamenti che si sarebbero potuti usare per far evolvere i Kwami. Hui in quel periodo le aveva tradotto le pagine, che i monaci guardiani avevano già aggiornato con il cinese moderno, in francese.
Adesso sapeva come utilizzare la seconda miracle box, anche se restava da cercare i Kwami dell'ultima miracle box, quella che era stata data ad Hǎoxīn.
In quel periodo aveva scoperto che i Kwami quando era trasformata le davano la facoltà di poter comprendere e parlare il cinese, Tikki e Larss le avevano spiegato che questo accadeva perché durante la trasformazione appendeva ciò che era la cultura del singolo Kwami.
"Tutti noi Kwami parliamo le lingue più antiche." Le aveva detto Tikki.
"Sicuramente apprenderai il cinese da me." Le aveva detto poi Larss "Come io apprenderò da te il francese."
"Non sei mai uscito dalla Cina?" Le aveva chiesto Marinette.
"Certo." Rispose lui, la cui voce più era a contatto con la portatrice, diventata sempre più gentile e lieve come quella di una ragazza. "Sono stato in Giappone, in Corea e nella Malesia. L'Australia, è stato ad Adelaide  che io e Guitti nel 1829 abbiamo avuto dei portatori. La mia portatrice era una ragazza inglese figlia di una famiglia di colonizzatori, mentre il portatore di Guitti era un ragazzo aborigeno che lavorava nelle miniere."
"Guitti è il Kwami dell'amore." Affermò Marinette. Il Kwami aveva annuito, "perché i portatori sono sempre di sesso diverso?" Chiese allora la guardiana.
"Oh non dipende da noi." Rispose allora Larss
"Dipende dai portatori e dalla persona a cui sono destinati."
"Non dovresti raccontare queste cose a Marinette Larss. Non devi influire sul suo destino." Lo riprese Tikki.
Il Kwami la osservò lasciando dondolare la sua coda. "Credo invece che sia importante che lei lo sappia, è in possesso del miracoulus dell'amore e deve capire che è importante non donarlo alla prima persona che capita." Disse incrociando le braccine.
"Amore e paura sono due miracoulus complementari. Come Tikki che è la creazione e Plagg che è la distruzione, devono combattere insieme e coesistere per mantenere il giusto equilibrio. La stessa cosa vale per voi: amore e odio." Intervenne allora la mora, aveva capito quanto fosse fondamentale quella cosa.
"Si brava. Co esistere, vivere l'uno in funzione dell'altra. Solitamente i miracoulus appartengono a due persone destinate tra loro." Gli spiegò Larss mentre Tikki sbottava.
Marinette lo ascoltò pazientemente, poi finalmente capì.
"Ma... non può essere. Io e Chat Noir non ci amiamo!" Disse la mora lasciando cadere l'ultima parola. Lo sapeva era ipocrita, poiché spesso Chat le aveva fatto intendere cosa provava, c'era  comunque una realtà non indifferente, lei amava Adrien. "Io non lo amo lui."
Larss si accoccolò nelle mani  della ragazza e la fissò intensamente. "Come sicuramente non provi sentimenti per un perfetto sconosciuto quale Hǎoxīn è." Affermò allora.
Cosa centrava lui adesso? Si chiese Marinette.
"Lei e Hǎoxīn non sono legati. Il maestro Tao ha lasciato un Kwami complementare a testa perché si fidava solo di loro due." Intervenne Tikki
"Sta di fatto che sono due Kwami fondamentali. Quindi Marinette dovrà essere sicura del portatore del delfino, è importante per la sua felicità legare il suo destino alla persona che lei ama." Affermò Larss
Tikki tacque, poi riprese a parlare. "Non condizionarla, sono sicura che i tuoi ultimi portatori non erano destinati, venivano da situazioni diverse e particolari."
"Infatti sono scappati ed hanno messo su famiglia in Tasmania." Rispose Larss. "Ed erano bellissimi."
"Questo non vuol dire..." Intervenne Tikki
"Questo vuol dire tanto." Disse Larss alzando la coda per poi rivolgersi ancora a Marinette. "Promettimi solo che sceglierai con saggezza chi prenderà il miracoulus di Guitti." Disse alla corvina.
Marinette lo osservò, adesso aveva tutto chiaro. I portatori dei miracoulus complementari erano predestinati. Chat Noir si era innamorato di lei, anche se non ricambiato. Lei amava Adrien, ma per lui adesso c'era Katami. Cosa succedeva se in una coppia uni dei due non ricambiava, come era accaduto con Chat Noir? Cosa sarebbe accaduto se avesse dato al modello il Kwami del delfino e lui avrebbe invece amato Katami?
Non voleva pensarci, prese Tikki dandole un bacio sulla fronte e carezzò la testolina di Larss sorridendo a entrambi.
"Sarò molto prudente, lo prometto." Disse ai due, fino ad allora non aveva capito quanto fosse importante il legame tra due miracoulus. Sentendo però Larss parlare del suo complementare le aveva fatto intendere che i due erano molto legati.
...
Parigi
Adrien aveva ripeso subito le sue attività. Non era rientrato neanche da ventiquattro ore che aveva ripreso le lezioni di arti marziali e scherma. Suo padre nonostante avesse appurato che fosse molto bravo con il cinese inoltre aveva richiesto che continuasse a studiarlo.
Quindi lui come sempre aveva obbedito, si era armato di pazienza ed aveva ripreso in mano la sua vita mettendosi anche in pari con i compiti estivi.
Una volta a casa la sua miracle box aveva preso una forma personale, era diventata un libro, bello grosso come quelli di letteratura, con una copertina rigida nera che quando veniva sollevata rivelava un piano rigido con al centro un lucchetto a combinazione. Si era lambiccato il cervello alla ricerca di una combinazione perfetta, che non venisse scoperta da nessuno. Aveva pensato alla sua data di nascita o a quella di sua madre. Poi aveva pensato che una di quelle date avrebbero messo la miracle box a rischio, neanche suo padre e i suoi subalterni dovevano sapere del tesoro che custodiva con cura. Così dopo averci pensato accuratamente mise il codice di una data che solo lui poteva ricordare, il giorno del primo incontro con Ladybug: 2115.*
Quando il piano si era aperto Adrien aveva trovato sul piano il miracoulus della guerra, non lo prese memore che non si potesse usare insieme due miracoulus complementari. Sollevò però il piano e trovò due blocchi con degli scomparti, in ognuno di questi c'era un miracoulus. Ormai sapeva tutto su ognuno di loro, così come sapeva chi doveva usare in caso di occorrenza. Aveva posato i miracoulus del gufo e dell'elefante nascondendoli tra le pagine di un libro che aveva rotto al centro, tenendolo proprio come la miracle box nascosto.
Avrebbe dovuto trovare dei nuovi portatori, ma non sapeva da dove iniziare e sopratutto a chi consegnare il miracoulus della guerra? Distinto avrebbe risposto Ladybug, ma no, non lei!
Ormai dopo l'ennesimo ed ultimo rifiuto aveva deciso di mettersi il cuore in pace, anche se l'avrebbe sempre amata, ci sarebbe stato sempre un posto per lei nel suo cuore. Ma doveva andare avanti, per se stesso e per nessun altro.
Doveva solo capire cosa volesse. Andava d'accordo con Katami, le piaceva ed era sua amica, eppure... eppure sentiva che c'era qualcosa che non andava.
Aveva deciso, si sarebbe preso i suoi tempi e nel frattempo si sarebbe dedicato a se stesso ed ai suoi amici, oltre ai suoi doveri di portatore ovviamente.
Quel pomeriggio quando la sua guardia lo ebbe portato agli allenamenti di scherma, forte della sua decisione aveva atteso che l'auto rientrasse verso casa, poi uscì dalla Françoise Dupont e guardandosi intorno si allontanò marinando così il corso.
Appena passata la strada la prima cosa che gli saltò agli occhi era che la bulangerie dei Dupain Cheng era aperta. Sorrise, Marinette era rientrata. 
Senza indugiare si diresse verso la panetteria ed aprì la porta, un odore di dolci lievitati, zucchero, vaniglia e altre spezie, giunse alle sue narici. Salutò il padre di Marinette appena incrociò il suo sguardo, poi chiese della sua amica.
"Ciao Adrien, Marinette è su, puoi salire anche a salutarla." Gli disse l'uomo e il biondo non se lo fece ripetere due volte.
Lasciò il locale per prendere la scala interna e salì nell'appartamento. Una volta bussato alla porta fu accolto da Sabine, che cordiale come sempre cercò di metterlo a suo agio.
"Ma ciao Adrien. Che bello rivederti!" Lo aveva salutato, negli occhi grigi c'era sincerità e tanta dolcezza. "Marinette è su, raggiungila pure, intanto io vi preparo qualcosa da spiluccare."
Adrien annuì mentre Sabine lanciava un grido a Marinette per avvertirla della visita.
Il giovane si diresse verso la scala che l'avrebbe portato nella camera di Marinette, nello stesso momento in cui lei spuntava da queste inciampando nelle sue stesse scarpe.

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