Parte 34ª - Steven pt 2

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...segue

Adrien e Steven portarono avanti i loro allenamenti, il rosso cercava di portarli avanti. Le sue stoccate erano cariche di rabbia e delusione e Adrien lo teneva costantemente sotto osservazione.
Così non andava bene e non per il torneo che si sarebbe tenuto domenica, bensì per la sua salute. Steve era sempre stato un ragazzo allegro e disponibile dal loro primo incontro ed ora vederlo così demoralizzato gli dispiaceva.
Era sicuro Adrien che Pika Pika non gli aveva preso la felicità, non glielo avrebbe potuto permettere. Allora cos'era a tormentarlo così? Dopo due ore di costante allenamento finalmente rientrarono a casa e sulla via del ritorno Adrien non attese che il compagno parlasse, bensì passò diritto al punto.
"Non sei tu! Ne vuoi parlare?" Gli chiese.
Steven lo guardò stupito mentre si sedeva al suo posto nell'autobus rosso. Adrien anziché mettersi accanto a lui gli si mise di fronte paziente.
Il rosso, il dorso della mano sotto il mento, si mise a guardare fuori le strade affollate e la gente che si affollava nell'ora di punta tra i marciapiedi e le auto.
Sospirò, poi comprendendo che avrebbe tenuto lo sguardo di Adrien puntato su di lui fino a quando non avesse parlato decise di parlare. "Sono un debole." Ammise.
Adrien scosse la testa, cosa gli aveva fatto Octavia? "No, non lo sei. Ti sei comportato egregiamente oggi." Gli disse.
"Oggi sono caduto preda dei suoi incubi, prima ho permesso che catturasse Margaret e che le togliessero la felicità. Non sono stato in grado di proteggere la ragazza che amo." Disse affrontando il francese. "Sono un debole."
"Non è vero! Non puoi farti responsabile di ciò che hanno fatto a Margaret, sono stati loro ad attaccarla. Mentre per te, tu hai lottato contro il tuo incubo e hai cercato di non caderne vittima, ti ho visto buttare fendenti nell'aria prima che il Coatch ci facesse scappare."
Il rosso scosse la testa. "Margaret non era così, lei era un raggio di sole per tutti. Io l'ho ridotta in questo stato!"
"Aspetta, il tuo incubo era Margaret." Affermò allora Adrien.
"Non era un incubo, solo una conferma di ciò che già sapevo." Disse lui.
"Allora non avresti dovuto permettere a Margaret di lasciarti, non trovi?" Gli disse Adrien.
"L'ho lasciata io." Disse il rosso cercando lo sguardo verde di Adrien. "Non la riconoscevo più, le dicevo di ritornare in se e lei mi braitava contro dicendo che dovevo lasciarla stare e che non capivo. Allora l'ho lasciata, a lei è andata bene la situazione, ha accettato le conseguenze di ciò che è accaduto ed io non l'ho sopportato."
Adrien lo guardò questa volta senza parlare. Non sapeva cosa dirgli, avevano avuto reazioni differenti e persone a cui tenevano anche differenti. Lui era voluto stare vicino a Marinette e lei anche si era affidata a lui e ancora lo stava facendo. Era anche vero che su Marinette gravavano tante responsabilità, era Ladybug, era una guardiana ed era il capo team della squadra di eroi contro Papillon. Si era presa la responsabilità di recuperare i Miraculous e proteggere l'umanità, si faceva in quattro tra Parigi, Londra, New York e Genova e ancora avrebbe dato di più se il dovere l'avrebbe chiamata.
In più, Marinette era una ragazza di quattordici anni proprio come tutti loro, quindi aveva anche i problemi che tutti loro adolescenti avevano. Octavia, Parrot e pika pika avevano trovato con lei tanto su cui lavorare e lui, Adrien, non avrebbe mai permesso ai tre super cattivi di prendere ciò che Marinette aveva di più bello. Il suo sorriso, l'altruismo, la gioia di vivere e l'amore verso il prossimo. No, non poteva permetterlo, avrebbe sempre protetto la sua lady.
"Avresti dovuto proteggerla e insistere." Disse guardando verso il compagno. "Non dai cattivi, ma da se stessa."
Steven sussultò guardandolo.
"Cosa credi? Marinette ancora teme di addormentarsi e appena scorge un ombra sussulta, il suo sguardo si adombra. Ma io non voglio che si perda, non voglio perderla. Per questo le sono vicino, per questo ogni notte sgattaiolo nella sua stanza e le sono accanto."
"Cosa stai dicendo?" Chiese Steven risentito.
"Che se ci tieni veramente a Margaret devi tornare da lei e smettere di fare la vittima dicendo che sei un debole. Devi affrontare le tue paure e se vuoi che la tua innamorata torni quella di prima, devi darle un'altra felicità. Dovreste crearne una nuova Steven, non guardare al passato ma concentrarsi sul futuro." Affermò alzandosi con il rosso.
Scesero dal pullman
"Io ci tengo a lei, non voglio che tu o altri mettiate in dubbio ciò che ho provato e provo per lei." Disse Steven restando fermo alla fermata mentre Adrien al contrario si era avviato verso casa.
"Perfetto!" Disse il biondo tendendo il braccio. "Dammi la tua borsa la porterò io a casa."
Steven lo raggiunse. "Cosa?" Chiese
"Va da lei e iniziate a curare le ferite che vi siete inferte." Adrien lo guardò e gli sorrise. "Falla tornare a vivere, costruite nuove esperienze che la rendano felice. Tu ci puoi riuscire Steven, se ci tieni a lei e a voi due puoi farcela."
"Io non posso permettermi di dormire da lei." Disse allora lui.
"Volere e potere, prima va da lei e riappacificati. Poi se riesci penseremo al resto, ti ricordo che ho una super migliore amica che trova sempre una soluzione."
Steven scosse la testa dandogli la sacca da scherma. "Quando la finirai di chiamarla migliore amica?"
Adrien sorrise al rosso. "Mai! Perché per quanto io la ami lei lo sarà sempre e ne sono contento. Ci capiamo e spero che questa cosa duri anche da qui a venti e più anni, quando avremo dei bambini e saremo una famiglia felice, Marinette sarà sempre la mia migliore amica." Disse il ragazzo sereno in volto. Mise la sacca del compagno in spalla e gli strizzò l'occhio. "Adesso va da Margaret e riportala alla luce, mi troverai dai Preston."
Steven rise, ci avrebbe giurato che lo avrebbe trovato da Marinette.
Lo vide incamminarsi lungo le strade di Notting Hill, passare il negozio di stoffe dove si forniva Marinette e poi la casa di Margaret spedito verso casa Preston.
Allora preso da una foga che non pensava di avere Steven si mise a seguirlo correndo, fermandosi però di fronte la casa gialla. Salì i gradini e bussò alla porta.
Fu Alix, la ragazza francese ad aprirgli. Stupita lo fissò facendolo entrare ed in quel momento non seppe cosa dire o fare, Margaret con un abito a maglia rossa, della linea di Marinette. I capelli biondi e ondulati erano tenuti fermi dietro la testa con una penna, gli occhiali, che gli cadevano sul naso sottile,  nascondevano gli occhi seri e corrucciati.
Steven non seppe cosa dire in quel momento, riportarla alla luce, era facile per Adrien dire una cosa del genere. Lui aveva Marinette e lei credeva nel modello francese. Steven invece ora più che mai non credeva in se stesso, era sfiduciato e si vedeva sul baratro di un burrone. Cosa poteva fare lui per Margaret?
"Steven?" Chiese Alix guardandolo con circospezione.
Il ragazzo si chinò verso la la ragazza dai capelli rossi, ingoiò un groppo poi si avvicinò a Margaret.
"Dammi un'altra occasione, perdonami e rimettiamoci insieme!" Disse alla bionda.
Margaret sgranò gli occhi castani, non si aspettava quello. Chinò la testa e guardò il pavimento. "N-non posso! Non saprei come renderti felice, lo sai che sono un disastro. Non ho neanche più voglia di ridere come una volta." Gli disse portando le mani dietro la schiena ed intrecciandole. "S-sono una frana e non sono stata capace di renderti felice."
Steven la guardò, da quando si erano lasciati quella era la prima volta che avevano un confronto. Possibile che pensasse di essere una frana? Era stato lui a fargli quello o Octavia? Le afferrò le spalle con le mani cercando la sua attenzione.
"Non è vero! Non sei tu il problema, sono io. Avrei dovuto starti vicino ed invece sono scappato..." iniziò a dire lui.
Lei scosse la testa. "No! Io sono cambiata e lo sappiamo entrambi." Finalmente Margaret alzò  il capo incrociando il suo sguardo. "Io Steven ho rovinato tutto, hai fatto bene a lasciarmi, non sono la ragazza che hai amato o la bambina che hai visto crescere tra i quartieri di Notting Hill."
Steve scosse la testa, era colpa sua se Margaret pensava tutto ciò di se stessa. D'istinto la strinse tra le braccia e incassò il suo viso nel collo della bionda. "Io non lo penso. Tu sei una persona bellissima, hai un mondo dentro Margaret e lo sappiamo entrambi, tutti! Può essere che tu abbia perso tutto..." Le disse singhiozzando contro il suo collo. "Ma ti prego, permettimi di tornare al tuo fianco. Affrontiamo insieme la nuova te stessa e non rammarichiamoci di ciò che abbiamo perso. Maggie se me lo permetti potremo costruire una nuova felicità e tu potrai tornare a sorridere come prima."
La bionda restò immobile a quella sua dichiarazione. Come si faceva? Come si tornava a sorridere quando ogni volta la malinconia la prendeva? Quando vedeva Alya e Nino così complici e Marinette con Adrien così irrimediabilmente innamorati anche se lo negavano. Una grande tristezza la pervadeva, quell'amore che lui le stava offrendo sapeva che l'avrebbe fatta cadere nel baratro. Lo aveva detto anche Octavia nel suo incubo, essere preda dell'amore l'avrebbe uccisa, le avrebbe tolto tutto. E infatti lei adesso non era più felice, perché?
"Hai permesso ad un incubo di avere il sopravvento su di te." Disse la voce di Steven. "Ma gli incubi non sono altro che le nostre paure mutate in brutti sogni e le paure devono essere affrontate per crescere. Io voglio crescere con te." Terminò il ragazzo.
Lacrime calde solcarono il viso della ragazza, rilassò le braccia e le sollevò verso il collo del ragazzo stringendosi a lui. Era vero, aveva lasciato che il suo incubo peggiore prendesse il sopravvento e così facendo aveva permesso a Pika Pika di prendersi tutta la sua felicità. Cosa doveva fare? Era passato un mese e mezzo e sembrava che non riuscisse ad uscirne.
"Ehm.." un colpo di tosse fece sciogliere l'abbraccio che la teneva legata a Steven. Margaret lesse nel suo sguardo verde la speranza, si scostò e incontrò una Alix che la guardava con sfida ed una smorfia altezzosa.
"Ha ragione lui sai? I problemi vanno affrontati, anche Marinette è stata vittima dei tentacoli di quel mostro ma ha reagito." Disse. "Dovresti farlo anche tu, non arrenderti e reagire. Hai Steven e non solo. Hai tanti amici che ti amano, ho visto il legame che avete con i vostri compagni di quartiere e vedo anche che loro tendono a proteggerti. Affronta le tue paure e dimostra a quel mostro che tu puoi farcela." Terminò.
"Io... non sono in grado!" Non era forte come Marinette e non aveva ciò che apparteneva a Marinette.
"Forse da sola no!" Le disse Steven prendendole la mano. "Ma tu non sei sola e arrendendoti consenti a Lady Octavia e Pika Pika di avere sempre potere su di te. Se non lotti contro te stessa non li vincerai mai, ma insieme potremo aiutarti." Disse Steven che intercettò lo sguardo della francese.
"Io direi che la migliore arma è la sincerità e l'amicizia. Adesso hai tanti amici che ti saranno vicini, a cominciare da pel di carota qui che si è dato una svegliata." Disse con una strizzata d'occhio Alix.
"Hai finito di infierire!" Disse Steven.
Alix gli sorrise malefica, al che il rosso fece una smorfia di disprezzo. Nel vederli Margaret fece una lieve risata che attirò l'attenzione dei due.
"Siete divertenti." Disse arrossendo.
"Non incentivare la nana a continuare." Disse il rosso.
"Nana a chi?" Disse Alix puntandogli il dito contro.
Margaret continuò ad osservarli e a ridere mentre i due riprendevano a discutere. Era tanto che non rideva così di gioia e tutto merito di loro due e delle loro scenette che terminarono quando Steven mandò via la sua compagna parigina.
"Sei stato un maleducato con lei Steve, è mia amica e ospite e non avresti dovuto mandarla via." Lo ammonì a quel punto.
"Ritornerà!" Disse lui avvicinandosi di nuovo a lei. "Appena avremo chiarito tra di noi Maggie. Ti prego, dammi un'altra occasione." Le disse prendendola tra le braccia.
Margaret si sentì arrossire, cosa doveva rispondergli? "Io... io non..."
"Basta dire sì o no!" Disse lui. "Se mi dirai di no, capirò che non mi ami più e andrò avanti. Ma cercherò comunque di starti vicino come amico, te lo prometto."
La ragazza sollevò il viso a guardarlo negli occhi verdi. "No... non è questo, io ti amo ancora Steve. Ma..."
Lui le portò una mano al viso. "Non ci sono ma se ci amiamo. Perché se quello è il tuo dubbio la risposta giusta è torniamo insieme ma lottiamo insieme."
Margaret gli afferrò la mano con le sue e lo guardò piangendo. "Facciamo... un passo alla volta. Come quando ci siamo messi insieme la prima volta?" Propose allora, aveva paura. Paura di sbagliare e questa volta non riuscire ad uscirne fuori. Steven le asciugò le lacrime ed annuì.
"Per me va bene un passo alla volta. Abbiamo una vita davanti e tanto tempo." Disse il rosso.
La bionda allora pianse ancora e si strinse nel suo abbraccio lasciandosi coccolare dal suo amato. Forse era di lui che aveva bisogno? Non lo sapeva, ma avvolta dal suo calore stava bene.
"Ehi ragazzi!" La voce di Alix di nuovo irruppe tra di loro. "Questa sera hanno organizzato un pigiama party dai Preston, ci siamo vero Maggie?"
Steven ne restò sorpreso mentre Margaret annuì. "Io non ne so nulla."
"Pel di carota lo hanno organizzato adesso per te. Adrien ci ha detto di Lady Octavia!" Disse la ragazza.
Steven sbuffò facendosi rosso in volto. "Non ne ho bisogno!"
Margaret gli strinse la mano e cercò il suo sguardo. "Ti hanno attaccato? Stai bene?" Chiese preoccupata.
Steven annuì. "Sto bene, quella poco di buono di Miss Parrot si è insinuata nella mia testa e Lady Octavia mi ha beccato. Ma ne sono uscito!" Disse fiero alla ragazza.
"E così abbiamo la scusa di stare tutti insieme questa notte. E bravo pel di carota!"
"Smettila nana!" Si irritò ancora Steven mentre Margaret riprendeva a seguire le loro scenette. Lei al contrario di Steven era stata fortunata, quando era stata attaccata non era stata preda di Miss Parrot. Forse gli incubi di Octavia riguardavano anche lei, per questo Steven era tornato a cercarla? Eppure non aveva pensato a se stesso nel convincerla a tornare insieme ed anche in quel momento, il rosso aveva tanta energia in corpo da sembrare stare bene.

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