Marinette osservava i due biglietti che le erano rimasti per il concerto di fine anno di Jagged Stone. Mancavano poche ore all'inizio e lei era ancora indecisa sul chi scegliere, come confermato da Chloé quando era andata a consegnarle la maglia, la Bourgeois aveva invitato Marcel che aveva anche accettato.
Lei e Adrien avevano pensato insieme a chi consegnare i due biglietti restanti, il primo nome venuto in mente alla corvina era stato quello di Luka essendo lui un grande fan di Jagged. Ma non aveva osato dirlo ad Adrien non sapendo come il suo ragazzo avrebbe potuto prenderla.
"Se lo consegno a Juleka vorrà portare Rose, ma poi lo scoprirebbe Luka e potrebbe pensare male che non ho dato il biglietto a lui." Disse Marinette elaborando sempre altri scenari. "Se ne do uno ad Alix forse non ci sarebbero problemi, ma poi mi resta il dubbio dell'ultimo biglietto se invece li consegnassi a coppia, Yvan e Mylène? A lei però non piace Jagged. Max o Kim? Non conosco i loro gusti musicali, oppure potrei darlo a Nathaniel che potrebbe chiedere a Marc di accompagnarlo e allora io non so a chi scegliere. E se dandoli a due offenderei tutti gli altri... non so cosa fareeee!" Terminò mettendosi le mani in viso disperata.
Adrien aveva sorriso e se l'era stretta tra le braccia dandole un bacio sul collo divertito. "Marinette ti stai facendo troppi problemi. Se temi di offendere i nostri amici scegliendone solo due di loro, non puoi dare a nessuno i biglietti." Le disse lui continuando a baciarle il collo.
Marinette sorrise tremando mentre un brivido le scorreva lungo la schiena. "Mi distrai così Adrien."
"E io che volevo farti rilassare o meglio farti concentrare su di me." Le sussurrò lui carezzandole il viso e avvicinandolo al suo. "Potresti dare i biglietti ai tuoi cugini." Le disse baciandola.
Marinette si lasciò andare a quell'attimo di intimità ricambiando il suo bacio. Adrien la spinse lungo la choise lounge invadendo le sue labbra e cercando la sua lingua. Marinette come sempre ricambiava ogni suo gesto facendosi ogni volta ella stessa sempre più audace, lei stessa attirò il ragazzo contro di se, incrociò le mani al suo collo torturando i suoi capelli mentre le loro lingue danzavano in un bacio erotico.
Le mani di Adrien la risvegliavano ovunque la toccassero e come sempre da un bacio casto si arrivava a desiderare sempre di più. Solo quando giungevano al limite i due rinsavivano allontanandosi l'uno dall'altro. Adrien era infatti sicuro che se fosse andato oltre, la stima che Tom Agreste aveva verso di lui sarebbe scesa miseramente e in quella casa non avrebbe più potuto mettere piede. Così anche quella volta nel momento stesso in cui le sue mani giunsero sul suo ventre il ragazzo si fermò e lentamente si staccò dalle sue labbra e dal suo corpo.
La ragazza lo osservò mugugnando e carezzandogli i capelli con fare sognante poi sospirò. "Cosa dicevi?"
Adrien sorrise e le diede un bacio a stampo. "Ho detto Hui e Yen!"
"Mmm..." disse lei incastrando una ciocca bionda tra le sue dita, i suoi capelli erano soffici al tatto . "Lavorano la sera di capodanno."
"Marinette la scelta allora sono Luka e Kagami, loro non frequentano la nostra classe. Così nessuno ne ha a male." Le disse il ragazzo sollevandosi dal suo corpo.
Lei fece una smorfia, non tanto per la sua proposta quanto per il suo allontanamento.
"Io chiamo Kagami e tu Luka?" Propose abbracciandosi alle ginocchia.
Lui si alzò dalla choise lounge e la guardò. "Credo debba chiamarli tutti e due tu, i biglietti sono tuoi e io ho da chiedere una tarte tatin a tuo padre." Disse alzandosi per darle un altro bacio. "Mi raggiungi in pasticceria prima che il gorilla arrivi a prendermi?" Le chiese
Lei annuì e andò a prendere il telefono. "Come sta tua madre, ha iniziato ad uscire dopo la conferenza stampa?" Chiese al biondo.
"Non ancora, sopratutto perché i giornalisti ancora insediano la Villa, ma non vede l'ora che tutto si calmi così che possa conoscerti." Le rispose lui.
"Vedrai che andrà tutto bene, anche io non vedo l'ora di conoscerla." Disse la corvina anticipandolo ed uscendo dalla stanza.
Adrien la seguì senza parlare, piuttosto attento nel caso dovesse prenderla al volo visto che nello scendere stava mandando un messaggio.
"Oggi vedremo se le piace la tarte tatin che fanno i tuoi genitori." Disse alla fidanzata una volta fuori la porta interna della pasticceria.
"Sicuramente sì, i miei genitori fanno i dolci più buoni di Parigi." Disse lei mentre il cellulare notificava un messaggio, era la risposta di Luka.
"Luka viene al concerto e ti ringrazia per aver pensato a lui." Annunciò al fidanzato.
"Al limite chiedo a papà di parlare con madame Tsurugi per convincerla a mandare anche Kagami." Disse lui una volta nel locale.
"Ciao Adrien." Lo salutò Sabine appena lo vide.
"Buon pomeriggio Sabine, buon pomeriggio Tom." Salutò il ragazzo con un sorriso.
Vederli così allegri e innamorati sempre era una gioia per il cuore. Doveva ammettere il giovane modello che fino alla settimana appena trascorsa, per lui, la coppia Dupain Cheng era stata un esempio da seguire. Gli piacevano, gli erano sempre piaciuti, erano uniti e sostenevano la loro figlia in tutte le sue scelte. A differenza loro suo padre si era sempre mostrato restio a fargli spiegare le ali verso la libertà, questo fino a quando non c'era stata la resa dei conti. Comprendere che lui era Chat Noir e che sapesse difendersi e affrontare la vita, forse in modo migliore rispetto a se stesso, aveva fatto aprire gli occhi a Gabriel. Gli aveva fatto comprendere che per poter crescere bisognava dargli un minimo di libertà e soprattutto fidarsi di lui.
Dopo il ritorno di Emilie le cose erano andate in meglio, Adrien aveva ritrovato la sua famiglia, la sua affettuosa madre che cercava di far comprendere al padre i suoi errori. Ancora era impacciato con lei Adrien, ma era comprensibile erano solo tre giorni che Emilie era ritornata e tutto era nuovo a Villa Agreste, per lui, per suo padre e sua madre e per la povera Nathalie. Adrien comprendeva benissimo i sentimenti di lei nei confronti di suo padre e si rammaricava per l'assistente di quella situazione. Ma non sapeva come risolverla, sinceramente già aveva abbastanza problemi per essere un ragazzo di quasi quindici anni e non poteva mettersene altri sulle spalle, soprattutto problemi da adulti.
Venne distolto dai suoi pensieri da una splendida tarte tatin decorata con meringhe sul bordo e spolverata di cannella e zucchero a velo.
"Ecco a te la mia magnifica Tarte tantin appassionata Adrien. Spero che a tua madre piaccia molto di più della classica." Gli disse Tom
Adrien la osservò con lussuria, quella torta era magnifica ed era sicuro che sarebbe piaciuta a sua madre proprio come a lui già solo dal senso della vista.
"È stupenda, credo che abbia saputo rivisitarla molto bene." Disse il ragazzo.
"Soprattutto perché ho un paio di ingredienti segreti sia nella sfoglia che nella meringa. Ne ho preparate per una mia cliente abituale e visto che ne ho fatte un po' le ho messe anche in vendita." Disse orgoglioso il pasticciere.
"E sono sicuro che queste sono meglio." Affermò il biondo. "Quanto le devo?"
"Oh Adrien per favore, non puoi chiedermelo." Il ragazzo fece una smorfia. "Signor Dupain Cheng se non prende i soldi sarò costretto ad andare in un'altra Boulangerie. Tipo quella di fiducia di mia madre!" Gli disse.
Tom guardò il ragazzo sbigottito mentre la risata di Sabine si sollevava per aria. "Questo ragazzo sa il fatto suo." Disse emettendo una ricevuta e passandola al ragazzo di sua figlia. "Questo è quanto Adrien."
Il ragazzo sorrise alla madre di Marinette e lesse l'importo restando comunque basito. Sabine continuando a guardarlo annuì comprensiva. "È un buon compromesso lasciarti pagare ma a prezzo di costo. Non trovi?"
Lui sospirò e pagando il dolce decise di non prendere anche i biscotti al burro per Gurru.
"Io e Sabine vorremmo chiederti se ti farebbe piacere pranzare con noi il primo dell'anno, oppure alla vigilia." Disse poi Tom al giovane Agreste.
Il biondo ne fu sorpreso e colpito, guardò la ragazza e sorrise. "Devo chiedere a mio padre, non so se mi darà il permesso e... mi farebbe tanto piacere comunque." Affermò arrossendo.
I Dupain Cheng sorrisero al ragazzo abbracciandosi.
"Tranquillo Adrien, comprendiamo. Sarebbe comunque la prima festività con tua madre, se non riesci ad esserci ci farebbe comunque piacere vederti più tardi anche per gli auguri."
Il ragazzo sorrise e prendendo la mano a Marinette disse che non si sarebbe mai perso un'occasione del genere per stare insieme. Intanto la porta si aprì lasciando entrare la sua guardia del corpo, con molte probabilità era tanto che aspettava fuori. "Devo andare, Marinette ci sentiamo a telefono." Le disse dandole un bacio sulla guancia e strizzandole poi l'occhio.
Marinette gli sorrise e lo seguì alla porta e quando tornò con un sorriso beota andò ad abbracciare i genitori.
"Vi voglio bene lo sapete." Disse loro
Tom strinse le sue donne tra le sue braccia dando una stretta energica a entrambe. "Anche voi siete la mia vita." Disse
Adrien arrivò a casa di lì a breve, una volta dentro fu accolto da Marcel che sembrava scocciato. "Non si fa coppia nei concerti vero?" Chiese al cugino e amico.
"No, non penso. Siamo tutti insieme come un gruppo di amici che si diverte e tu dovresti divertirti, Chloé non è come sembra lei ha anche..." Adrien cercò di trovare le parole giuste, ma non le trovò. "Ha tanto, tanto dentro."
Marcel lo guardò sollevando un sopracciglio. "Molto dentro, tanto in fondo sembra." Lo indirizzò lui.
Adrien sorrise scuotendo la testa. "Cerca di capirla, mentre tu venivi portato in giro ovunque andassero i tuoi, lei veniva lasciata a casa da sua madre mentre il padre si dedicava alla politica." Spiegò il cugino.
Marcel sospirò. "Questo non l'autorizza a disprezzare cani e porci e modi di fare altrui. Cos'hai lì?" Chiese puntando la scatola che il biondo si portava dietro.
"Ho preso un dolce alla mamma." Disse lui.
"Avevo avvertito uno splendido profumo ma non pensavo fosse per me." Si annunciò Emilie scendendo all'entrata seguita dal marito.
Il modello osservò ammaliato e incantato sua madre mentre ella apriva la scatola restandone immensamente colpita.
"Ma questa tarte tatin assomiglia a quella che faceva Tomás." Disse guardando il marito. "Non è uguale Gabriel?"
L'uomo annuì. "Devo ammettere che adesso riconosco il nostro dolce abituale."
Adrien seguì stupito la scena. "Andavi dai Dupain Cheng mamma?" Chiese il giovane.
Emilie sorrise al figlio prendendo una meringa dalla torta, si sentiva l'aroma dello zenzero nell'aria. "No tesoro, io mando Armand solo da Tom e Sabine."
Adrien restò muto come anche Marcel e lo stesso Gabriel, sua madre era cliente dei genitori di Marinette da prima che lui diventasse Chat Noir e che accadessero tutti gli eventi che li avevano portati a quel presente, era incredibile.
"Abbiamo anche il dolce per cena." Ammise Emilie tranquilla.
Al che Adrien si concentrò sul padre, era più forte di lui, forse l'abitudine oppure ancora non accettava il ritorno di sua madre. Non lo sapeva, comprendeva solo che le sue richieste per il momento doveva farle solo a suo padre, lui conosceva i suoi amici, Marinette e anche i Dupain Cheng.
"Tom e Sabine mi hanno invitato a trascorrere del tempo con loro dopo domani, così da poter festeggiare il primo dell'anno insieme." Gli disse.
Gabriel lo guardò impassibile come sempre poi assentì con la testa. "Puoi andare, come dovresti portare i nostri saluti e auguri. Anzi lascia, li faremo direttamente a Marinette."
"Marinette?" Chiese Emilie. "La bambina di Tom e Sabine?" La signora Agreste guardò prima il marito e poi il figlio. "Ma allora sei andato veramente da loro Adrien, mi ricordo di Marinette. Era una bambina deliziosa con le trecce, si diverte sempre a giocare alla Boulangerie."
"Eh... io... ecco..." Rispose Adrien rosso in viso. "Credo che andrò a prepararmi per la cena." Disse esclissansosi su per le scale.
Marcel rise divertito avvicinandosi alla zia. "Da quanto tempo manchi alla Boulangerie zia? Perché sai Marinette è nostra coetanea." Le disse
Emilie arrossì per l'imbarazzo, ma certo doveva essere cresciuta anche lei. L'ultima volta che era stata alla Boulangerie la piccola aveva quasi dieci anni. "Si credo che sia passato molto tempo, sopratutto perché negli ultimi anni mandavo Armand a prendere i dolci." Affermò per poi sorridere. "Quindi siete amici di Marinette?"
"Emilie." Si intromise allora Gabriel, lei si voltò per dargli tutta la sua attenzione. "Ti ricordi i nuovi modelli che ti ho fatto vedere?"
"Certo, quelli della ragazza di Adrien." Disse lei con un sorriso malizioso, non poteva ancora credere che il suo bambino fosse cresciuto così tanto da avere una ragazza. Ma effettivamente quella era la realtà.
"Ebbene la ragazza di Adrien è appunto Marinette, la giovane stilista che conosci già di nome." La avvertì.
Emilie sgranò gli occhi dalla sorpresa. Non sapeva cosa dire al marito, come già le era capitato qualche volta durante quei giorni. Ma aveva bisogno di ritrovare quella complicità che tanto li accomunava e che li rendevano una cosa sola.
"Dovrai dirmi tutto ciò che mi sono persa Gabriel, forse ritrovarci con i nostri amici potrebbe spronarti di più." Propose lei, l'incontro con Amelie era stato emozionante eppure freddo. Aveva scoperto della morte di Walter, ma null'altro era trapelato dalla sorella a parte di come Felix stava diventando un uomo, come andasse fiera di lui, come avesse i voti più alti della classe, nulla era emerso dal loro incontro.
Emilie aveva bisogno di incontrare coloro che definiva i suoi amici e purtroppo Nicole e Pascal erano scomparsi, Audrey e André avevano saputo del suo ritorno di sicuro e anche Tomoe. Oh Tomoe, cosa aveva mai fatto a suo marito? Come poteva rimediare all'errore più grande. L'avrebbe mai perdonata Tomoe?
"Potremmo incontrare Tomoe Tsurugi, era amica tua può essere che le farebbe piacere incontrarci." Buttò lì la signora Agreste.
Il marito annuì. "Ti ricordo che ero amico di Mika e Leonard, e solo dopo il loro matrimonio abbiamo avuto contatti con i Tsurugi. Sta di fatto che sento spesso per lavoro e compagnia, quindi potremmo organizzare un incontro con lei se ti va."
Emilie sorrise al marito. "Sono contenta che tu abbia mantenuto i contatti con lei."
Gabriel annuì senza rispondere altro, preferiva non dire a sua moglie che il pensiero di Tomoe andava comunque sempre a suo marito Leonard.
"Potremo uscire domani e accompagnare Adrien e Marcel al concerto." Propose
"Gabriel! Ne abbiamo già parlato, lascia andare Adrien a questo concerto da solo con i suoi amici." Disse allora la donna.
"E lo farà, ma sarà più comodo arrivare in auto anziché in metro. In fondo dobbiamo pensare alla loro sicurezza, Nicole e Pascal confidano in me affinché non accada nulla a loro figlio." Intervenne Gabriel.
"Lo hai akumizzato!" Affermò la donna con dispetto.
"Poi mi sono fatto perdonare." Disse lui sospirando. "Sai che dovevo provare di tutto per impadronirmi dei Miraculous."
La donna si allontanò da lui e gli fece una linguaccia. "Meno male che alla fine sei rinsavito. Anche se dobbiamo trovare chi ti ha rubato Nooro e Duusu Gabriel." Disse tornando seria.
Lui si avvicinò alla moglie e le prese la mano. "Lo faremo, Chat Noir e Ladybug affermano che Pika Pika è molto più crudele di Papillon e che non si fa scrupoli a far del male alle persone."
La donna fece un cenno con la testa e indicò la sala da pranzo al marito. "Vi va di raccontarmi tutto durante la cena?"
Lui assentì. "Chiederemo ad Adrien di raccontarci di nuovo il suo viaggio a Londra appena ci raggiunge."
La donna sorrise e si aggrappò al braccio del marito. "Perfetto."
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Miracoulus's Mistery
Fanfiction*ATTENZIONE SPOILER TERZA STAGIONE FINO A Miracle Queen * Un antico tempio di monaci è riapparso tra i Monti tibetani. #62 #Adrien