Parte 40ª - Disperazione

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25.12.2015
Kagami portò Luka lontano dall'arco del trionfo, aveva di nuovo l'aria spaventosa che aveva avuto poche settimane prima.
"Posso capire cosa è successo? Come fai a conoscere quella Lila?" Chiese al musicista.
Luka le strinse la mano e la portò in direzione della metro, doveva tornare e parlare con Rizza. Era stato lui, lo aveva avvertito: quella ragazza era la falsità fatta persona e doveva capire cosa era accaduto. Comprendeva solo che il ciondolo dello scorpione al collo aveva preso a bruciare e gli gridava, la falsità, bugiarda, è lei!
Doveva parlane con Adrien indubbiamente, doveva capire cosa gli era accaduto. Una volta nella metro guardò Kagami, cosa poteva risponderle quando ancora non si era calmato e neanche sapeva cosa gli era successo. "Scusami, mi ha ricordato qualcuno, poi mi sono reso conto di aver sbagliato." Le disse, non poteva parlare di Rizza a Kagami.
"Tu eri turbato e ancora lo sei!" Disse lei guardandosi intorno, cosa ci facevano ai treni? "Dove andiamo?"
"Andiamo in giro, dimmi dove vuoi e andiamo." Le disse lui salendo nel primo metro che si fermò di fronte a loro.
"Non ho mai preso la metro." Disse lei con un sorriso, quel ragazzo voleva farle dimenticare ciò che stava accadendo con delle nuove esperienze.
Una volta nel treno presero posto e Luka si mise le mani in testa, quasi alla disperata ricerca di qualcosa. Kagami gli mise una mano sulla spalla per esortarlo a parlare, ma sembrava non riuscire ad ottenere risultati.
"Scusami, la nostra passeggiata oggi è stata proprio un disastro, saremo dovuti andare a Montmartre." Disse lui.
Kagami sussultò. "Io volevo il gelato e abbiamo pensato che a Montmartre ci fossero Claire e Pierre e Maëlle e Fleur." Lo giustificò lei, che poi il gelato era una scusa per poter stare da sola con lui e conoscerlo meglio. Con gli altri ragazzi le piaceva stare, ma se il suo rapporto con Luka maturava in una certa direzione aveva bisogno di conoscerlo.
Lui scosse la testa e si allontanò da lei. "Che ne dici se domani andiamo a pattinare sul ghiaccio. Ti va?" Le propose allora lui.
Kagami ne restò sorpresa, questa volta era stato lui a fare il passo avanti e non se lo aspettava. "Certo, mi piace pattinare."
Lui le sorrise e la abbracciò dandole un bacio. "Però adesso vorrei tornare a casa, ho mal di testa." Disse vedendo le fermate che gli restavano sul led. "Se vuoi puoi stare un po' alla Liberty, poi ti accompagno a casa."
Kagami all'inizio fu delusa da quella notizia, però poi acconsentì, al limite mentre suonava lei avrebbe letto un po'. "Va bene."  
Luka le sorrise e la appoggiò sulla sua spalla. "Chloé Bourgeois è la figlia del sindaco, come fai a conoscerla?" Le chiese.
Kagami fece una smorfia, da quando erano stati intercettati dalla Bourgeois il loro appuntamento era andato a rotoli. "Tu non la conosci? È nella stessa classe con Marinette, Juleka e Adrien." 
Luka rise. "Non ho avuto questa sfortuna a differenza vostra, anche se Juleka alle volte parla di ciò che combina. E comunque non pensavo conoscessi anche lei, non si è mai presentata alla liberty."
"Per vie indirette tramite Adrien, mia madre è stata invitata anche al l'anniversario di matrimonio dei suoi. Quindi credo che si conoscano anche i nostri genitori." Non aveva mai frequentato i Bourgeois e sinceramente per quel poco che aveva visto si riteneva fortunata a non aver frequentato Chloé.
Luka si prese un po' di tempo poi riprese a parlare. "Tua madre mi piace, lei sa sempre ciò che vuole ed è una donna d'onore."
Kagami annuì. "La ammiro, mi ha cresciuta da sola e mi ha insegnato tante cose, vorrei poter diventare come lei un giorno." Disse orgogliosa.
"Ho capito che hai il suo nome e vieni da una famiglia importante, ma hai mai conosciuto tuo padre?" Chiese lui
Lei lo guardò con un sorriso. "Mio nonno si è attenuto alla legge giapponese  per cui mia mamma dovesse mantenere il suo nome e darlo agli eredi quando si è sposata. Però ho un papà, è un vagabondo e lo vedo poco dal momento che è un archeologo. Mi ama comunque anche se ultimamente non lo sento, mi scrisse una lettera per avvertirmi che sarebbe stato via un po' e da allora non ho avuto più sue notizie."
Luka tacque intanto che si alzava e le prendeva la mano, in silenzio i due uscirono dalla metro e mano nella mano si diressero alla casa galleggiante dei Couffaine.
Luka la aiutò a salire, il ponte era deserto, segno che anche Juleka era uscita. Così il ragazzo si diresse direttamente sotto coperta verso la sua stanza, visto il silenzio che regnava doveva essere uscita anche sua madre.
Arrivati nella stanza Kagami si tolse la giacca bianca e la appoggiò sulla sedia accanto a quella di lui, che nel frattempo posò anche la chitarra.
"Non suoni?" Gli chiese la nipponica.
Lui le sorrise e la abbracciò portandola con se sul letto dove fece stendere entrambi. "Suonerò quando non ci sei." Le disse stringendola di più.
Kagami si sentì sopraffare, anche in quel caso non sapeva cosa fare o dire, lei era una persona diretta ed era preparata a tutto in fondo. Forse in alcuni casi molto in fondo, insinuò il viso nel collo del ragazzo e portò le mani intorno ai suoi fianchi restando ferma in quella posizione.
Era una persona di azione e restare così ferma anche non era da lei. Così sollevò il viso e iniziò a baciarlo prima sul mento poi alle labbra, dove lui stringendola sempre più forte ricambiò il bacio che ben presto si trasformò in fuoco liquido.
Le loro labbra e le loro lingue si cercavano e si completavano, le mani di Luka le carezzavano la schiena e lo cosce con voluttuosità e le sue di mani tracciavano un percorso tra il collo e l'addome di lui sempre più fremente di desiderio.
Si fermarono solo quando sentirono un tonfo, qualcosa era caduto ma non nella loro stanza. Luka le posò una mano sulla bocca e la fissò intanto che oltre la stanza si avvertivano altri rumori.
"Ciao Tommy sono io." La voce di Anarka esplose nel silenzio della casa, forse non era sola.
"So che non ti aspettavi una mia chiamata, ma oggi è Natale, volevo farti i miei migliori auguri." Di nuovo il silenzio, Anarka era al telefono.
"Ci sono novità?" Chiese poi diretta.
(di seguito la telefonata integrale anche se i ragazzi conoscono solo le risposte di Anarka).
"Purtroppo ancora niente, mi dispiace. È per questo che mi hai chiamato?" Chiese la donna all'altro capo del telefono.
"Ovviamente no Tommy, se volevo questo ti avrei chiamato prima o dopo. Volevo sinceramente farti gli auguri di Natale, siamo entrambe sole..." Rispose Anarka.
"Siamo sole da una vita Anarka, però apprezzo la tua chiamata oggi. Come stanno i tuoi figli?" Chiese la donna.
Anarka scosse la testa. "Mio figlio ormai ha scoperto che suo padre è scomparso. Non è uno stupido ed ha controllato tutte le date presunte dei suoi concerti."
"I ragazzi sapevano che era in concerto?" Chiese la donna chiamata Tommy.
"Non ho saputo trovare un'altra scusa, non avevo previsto un'attesa così lunga." Rispose Anarka.
"Gabriel Agreste mesi fa mi disse che stava facendo progressi e che i nostri affari stavano giungendo a conclusione. Sto aspettando solo lui!" Ammise la donna.
"Gabriel Agreste!" Sbuffò Anarka. "Se Emilie è scomparsa non potrà risolvere niente, soprattutto perché ormai è diventato un eremita. Davvero gli credi Tommy?" Chiese Anarka.
"Devo farlo, come ci hai tenuto a precisare siamo donne sole e anche mia figlia è intelligente. Presto o tardi potrebbe scoprire che suo padre non è via per lavoro." Disse la donna al telefono.
"E ci credo Tommy, questo è il secondo Natale che mancano tutti e due. Lo scorso Natale mio figlio era tranquillo, aveva pensato che preso dai concerti natalizi suo padre non li avesse chiamati. Ma adesso a distanza di un anno ha capito, non si spiega cosa sia successo eppure sa." Disse la donna inquieta.
"Se vuoi vengo a parlare con loro."
"Soffri il mal di mare Tommy, ti ricordi dove vivo vero?"
"Sì, me lo ricordo. In questo giorni chiederò a Gabriel se ci sono progressi e se ha trovato Emilie." Disse la donna.
"Gabriel Agreste dovrebbe essere più esplicito con te, in fondo siete amici no?" Disse Anarka.
La donna rise. "Gabriel era amico di Mika, e Mika era il fratello di sangue di Reonard e questo ci ha portato ad avere un rapporto civile. Dovresti parlare tu con lui."
"Mi è mancato parlare con te!" Rispose lei "E sai che non ho questa confidenza con Gabriel Agreste, non mi chiamo Mika Couffaine."
"Io non mi aspettavo una tua telefonata Anarka, è più di un anno che non ti sento e credevo i nostri rapporti si fossero rotti. Sono contenta di averti risentito."
"I veri amici si fanno sentire quando meno te lo aspetti." Le disse Anarka con un sorriso sulle labbra.
"E la prossima volta tocca a me chiamarti. Ti faccio sapere Ana e buon Natale."
"A te!" Disse Anarka staccando la telefonata e andando a sedersi sul divano. Ci voleva ancora tempo.
Nella sua stanza Luka strinse Kagami ancora di più a se, il suo sguardo era vacuo e l'aria smarrita.
La ragazza non comprendeva, aveva saputo da Juleka che il loro padre era via per lavoro e che non si faceva più sentire. Ma quella telefonata era stata così chiara da averle fatto comprendere che la situazione era molto più complicata. Osservò Luka per tutto il tempo, era immobile, fermo nei suoi pensieri. Quando avvertirono dei passi nella stanza adiacente che si allontanavano il suo compagno si alzò dal letto prendendo le loro giacche e porgendo a Kagami la sua.
"Andiamo via." Disse il giovane chiamando il suo Kwami. "Viraago... so che non è consentito usarti per scopi personali, ma io e Kagami dobbiamo passare inosservati." Disse alzando la mano al viso. "Trasformami!"
Conclusa la trasformazione prese la ragazza e insieme si trasportarono a casa di lei, fuori la porta della suite dove  abitava l'amica.
"Ri trasformami." Disse.
Kagami lo osservò. "Sai chi è Tommy?" Chiese al ragazzo  per poi aprire la porta, una volta dentro lui annuì e si diresse verso Tomoe Tsurugi per salutarla.
"Siete tornati in anticipo, mancano quindici minuti a mezzogiorno." Disse la donna.
"Ho il pranzo con la mia famiglia e ci siamo anticipati." Disse lui.
Kagami gli andò contro e lo spinse verso la sua stanza. "Gli faccio vedere un attimo una cosa e poi possiamo pranzare." Disse la giovane alla madre.
"Cinque minuti non di più insieme nella tua stanza." Disse lei.
Kagami sorrise mentre Luka la seguiva. "Prometto che non la tocco." Disse prima di chiudersi la porta alle spalle.
"Allora?" Chiese lei
"Tommy era un'amica di mia madre, lo sono diventate dopo che lei ha sposato il miglior amico, quasi un fratello, di mio padre Leonard Humble. Era tanto che non la sentivo nominare, almeno tre anni però so che erano sempre in contatto." Rispose a quel punto il ragazzo.
"Sei irrequieto per via di tuo padre?" Chiese allora Kagami, aveva poco tempo e non poteva tergiversare.
"Mio padre è, era, un famoso musicista. Lui e mamma non si sono mai sposati, hanno convissuto cinque anni insieme durante i quali siamo nati io e Juleka. Papà era troppo intento a seguire la sua carriera all'epoca ancora alle prime armi, aveva talento e lo chiamavano in tutta Europa, oltre che all'opera di Parigi si è esibito alla scala di Milano, all'arena di Verona, a San Pietroburgo. Ti ho detto è famoso e io sapevo che era in giro per il mondo con i suoi concerti." Raccontò lui.
"Ma qualcosa è andato storto e non è stato più come prima." Disse lei
Lui annuì. "Lo scorso Natale non è tornato a casa e non ci ha neanche chiamati. Ho iniziato a pensare che fossimo un intralcio per lui, anche se lo trovavo assurdo, ormai io e Juleka eravamo adolescenti. Ho atteso una sua telefonata per mesi ma non è arrivata, così decisi di chiamarlo io e cercai il programma dei suoi concerti."
"Non trovasti nulla!" Affermò Kagami.
"No! E oggi ho scoperto che non troverò mai nulla, Kagami deve essere successo qualcosa e mia madre sa anche cosa." Disse Luka.
"La cosa spaventosa è che tutto sembra girare intorno Gabriel Agreste." Disse Kagami.
"Io non immaginavo neanche che mia madre lo conoscesse personalmente."
"Mika Couffaine lo conosce personalmente! Luka dobbiamo indagare, chiedere ad Adrien se sa qualcosa, chiedergli anche particolari della scomparsa di sua madre."  Disse la ragazza decisa.
"So già tutto, aveva giramenti di testa e dopo un po' scomparve." Annunciò lui per poi sentirsi soggiogato dallo sguardo di lei. "Ma potremmo chiedergli altre informazioni."
Lei gli sorrise e si appese al suo collo dandogli  un bacio a stampo. "Perfetto, adesso però dobbiamo uscire."
Il ragazzo sorrise alla sua amica e uscì dalla stanza, salutò Tomoe e dopo essere uscito dalla hall ed entrato in ascensore chiamò Rizza.
"Scusami!" Disse il Kwami
"Spiegami cos'hai oggi?" Chiese Luka.
"Una vita meno complessa della tua sicuramente." Rispose il Kwami volandogli intorno.
Luka lo guardò mesto, purtroppo il suo Kwami non poteva capirlo, era complesso e sinceramente lui ci stava molto male. Una una cosa era avere un padre assente ma che c'era, esisteva e si faceva sentire attraverso la musica. Un'altra cosa era avere un padre scomparso nel nulla.
"Ognuno ha i suoi problemi in famiglia, per esempio uno dei miei si chiama Garri."
Luka lo guardò stupito. "Garri?"
Il Kwami dello scorpione annuì. "Si, il Miraculous della menzogna. È qui e sono sicuro al cento per cento che fosse con quella ragazza, riesco a scovare le sue bugie lontano un miglio." Disse orgoglioso il Kwami
"Aspetta, tu riesci a percepire i Miraculous smarriti?" Chiese Luka scostando la giacca per farlo entrare prima che uscissero dall'ascensore.
Il Kwami annuì e andò a nascondersi, sentì il suo portatore salutare il ragazzo che vi era di guardia e poi i receptionist, quando i rumori della città giunsero alle loro orecchie sbucò fuori dalla tasca.
"Sono l'unico a poterla fermare perché le incuto paura, la paura di essere scoperta e di sbagliare. La bugia sbagliata alla persona sbagliata sarebbe un errore inammissibile."
"Se ho ben capito questo Miraculous era a Londra, Miss Parrot ricordi?" Disse lui.
"Adesso Octavia è qui e sicuramente io sono stato uno sciocco a non accorgermi prima della loro compagna. Ma solo perché non ha usato i suoi poteri in mia presenza, ne sono certo." Affermò Rizza.
"Devo avvertire Adrien!" Disse il ragazzo inviando un messaggio all'amico.
-Devo parlarti, questa mattina Rizza ha scoperto una cosa!-  Gli scrisse
La risposta subito arrivò.
-Avevo capito si trattava di lui. Domattina mia zia e mio cugino vanno via di casa, ci troviamo nel pomeriggio e ne parliamo. Se Rizza ti fa questo effetto senza essersi trasformato dobbiamo intervenire.-
Luka lesse il messaggio, ormai aveva capito che Rizza era corrosivo, come anche aveva compreso il tipo di intervento, ovvero toglierglielo.
-Lo capisco. Ne parliamo domani, lui dice infatti che quella Lila aveva con se un Miraculous.-
-Cosa???? Posso raggiungerti alla Liberty nel pomeriggio? - Scrisse Adrien che aveva compreso la portata di quella nuova scoperta.
Luka sorrise, ma si perché no! -Ti aspetto.-

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