You look like a girl.

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Sentii la sua mano scendere e salire lentamente dalla mia schiena. Eravamo di nuovo nella nostra camera, a stringerci forte. Da quella serata sono passati giorni nei quali il nostro rapporto non ha fatto che migliorare; non facevamo altro che prenderci in giro e punzecchiarci, senza mai prendere troppo sul serio la cosa. Era divertente avere tempo per scherzare e allo stesso tempo, non farcela per troppo tempo senza l'altro. Infatti a volte mi mancavano proprio le sue braccia, e avevo notato che anche per lui era lo stesso.

Eravamo usciti con i nostri genitori, e stavamo discutendo con loro su dove volessimo andare. Alternavamo quest'argomento su argomenti d'attualità. Mi sentivo più sollevato e felice; in quei giorni avevo parlato come quasi mai, urlavo e ridevo, facevo battutine e mi sentivo apprezzato. E tutto questo grazie ad Alex, non avrei saputo come ringraziarlo.

E questo lo notò anche mia madre, che mi prese in disparte e mi abbracciò forte, dicendomi che era felice del mio cambiamento d'umore.

Ma a portarmi di nuovo con i piedi per terra, furono i commenti dei miei genitori.
«Ragazzi, vedete se c'é qualche agriturismo da quelle parti... se trovate qualcosa ci chiamate, va bene?»

«Certo~ Andiamo, Alex.»
Chiamai il mio compagno per nome, andando verso la direzione che ci avevano indicato i nostri genitori. Camminammo per un po', e io mi guardavo attorno alla ricerca di qualche posto dove cenare che potesse attirare la nostra attenzione.
«Nulla di interessante, vero, Ale-» Ma non riuscii nemmeno a finire di parlare, che due braccia mi avvolsero da dietro la vita. Mi girai con il viso e notai che si trattasse proprio di Alex. Tornai a guardare dritto con le guance in fiamme, mentre il cuore sembrava voler uscire dal petto. «A-Alex?»

«É da stamattina che non mi calcoli...»
Mise un broncio Alex, e anche se non potevo vederlo sapevo che aveva la fronte corrucciata in una smorfia infelice. Strofinò la guancia contro il mio capo come a volere attenzioni, e io mi girai sorridendo. Lo guardai, con la solita espressione di pazienza.

«Ma che devo fare con te...»
Ridacchiai e appoggiai il capo sul suo petto. Lui mi strinse un po' di più, ma poi io ripensai alle sue parole. «...Che poi sei tu quello che non mi calcola da stamattina...»

«Cosa? Ma sei tu che ti volevo abbracciare e ti sei ritirato!»

«M-ma c'erano i nostri genitori!»

«...E allora?»

«Poi mio padre si rimette in testa che siamo gay!»

«Ma tu sei gay.»

«Aah, non é vero!»
Sospirai. Alex non sapeva davvero che io fossi gay, anche se probabilmente già lo aveva intuito. Però non lo so, se lo avesse intuito, dato che é etero, perché si comporterebbe in questo modo con me? Anche la conversazione di quella notte non avrebbe senso, se lui lo sapesse o se l'avesse capito.
Sospirai, appoggiandomi al suo petto e stringendo la sua maglia fra le mani.

«Vedi? Sembri proprio una femminuccia.»

«Ma tua sorella...»
Borbottai irritato, mentre nascondevo il viso nel suo petto. Sbuffai sentendo ancora freddo, così mi staccai, gli abbassai la zip del giubbino e mi ci infilai dentro. Avvolsi le braccia intorno a lui e mi strinsi di nuovo al suo corpo. Sentii una sua risatina, prima di avvolgermi il giubbotto attorno al corpo.

«Sei così lunatico.»

«E tu sei uno stronzo, ma non te lo faccio pesare.»

«Eh! Non sono termini adatti ad una signorina!»

«Ma la smettiamo!»
Urlai alzando il viso verso di lui, arrabbiato nero. Continuammo così per non so quanto tempo, ma nonostante ci urlassimo contro, non osavamo staccarci l'uno dall'altro.

I Just Love. [Thebadnauts/WGF]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora