Ed ora i due ragazzi si ritrovavano a camminare lontano da quella scuola.
Il ragazzo più grande era molto più tranquillo rispetto all'altro, che era completamente rosso e spaventato all'idea che qualcuno li avesse potuti vedere e fare qualche scenata proprio davanti al ragazzo.
Non sapeva esattamente perché; forse per il fatto che avesse paura che l'avrebbero saputo i suoi genitori, ma non voleva fare brutta figura con lui. E non voleva apparire ai suoi occhi come uno sfigato.Giorgio stringeva le braccia attorno al collo dell'altro, mentre quest'ultimo lo sosteneva per le cosce. Giorgio fissò curioso i suoi capelli, avevano un odore così buono, avrebbe voluto affondarci la testa dentro. O magari, infilarci la mano. Sembravano così soffici.
Ed arrossí sempre di più, abbassando la testa.Non era mai stato così vicino ad un ragazzo. Non era mai stato fidanzato, e quindi non aveva mai fatto qualcosa di così... romantico, forse? Perché si sentiva così imbarazzato, ma allo stesso tempo felice. E tutto questo solamente perché qualcuno lo aveva trattato bene.
Giorgio si sporse lentamente un po' di più.
In fondo, voleva fare amicizia con lo strano sconosciuto.«Ma tu... come ti chiami?»
Domandò un po' imbarazzato, accorgendosi che nonostante stessero così vicini da tanto tempo, nemmeno conoscevano il nome dell'altro. O almeno questo, solo da parte sua.«Alex.»
Disse semplicemente, come se volesse chiudere la conversazione, ma Giorgio non si diede per vinto.«Sei di queste parti? Non ti avevo mai visto prima, nemmeno per strada.»
Sorrise contento, mentre il suo carattere a piccoli passi usciva sempre di più.«Non esco per qui, di solito. Tu, invece?»
Giorgio a quella domanda abbassò un po' lo sguardo, stringendosi un po' più a lui. In realtá voleva stringersi in se stesso per farsi ancora più piccolo, come ormai era abituato a fare, ma Alex capí una cosa per un'altra. Girò il viso verso di lui. «Tutto bene? Fanno male?»Giorgio capí si stesse riferendo ai lividi, e a quella domanda il suo cuore battè più forte. Poggiò la fronte sulla sua nuca nella speranza di nascondersi, mentre cercava disperatamente di nascondere i suoi occhi lucidi. Strinse le mani sulle spalle di Alex.
Poteva ridursi in quel modo per una semplice domanda?«Appena siamo sopra ti medico.»
«C-che cosa? M-Ma non... non puoi.»
«E chi l'ha detto?»
Strinse di più la presa su me. «Ormai é deciso.»Intanto lo guardavo dalla sua spalla, abbassando poi gli occhi.
In mente mia ripetevo il suo nome, e avrei solamente voluto che il tragitto da casa a scuola fosse più lungo... solamente per stringermi ancora per un po' a lui.