Se non avesse toccato e visto quello che aveva sotto i piedi, Giorgio avrebbe potuto giurare di star camminando in un corridoio senza pavimento. Iniziava ad odiare quel senso di vuoto che ormai sembrava appartenergli, iniziava ad odiare quel buio in cui si era intrufolato anche se fuori era giorno. Già, fuori lo era. Come tutti i giorni.Giorgio aveva sentito spesso le storie di quelli come lui. Aveva sentito spesso le parole che venivano dedicate loro, di amici che spuntano solo quando non c'è bisogno. Ma è così difficile. E' difficile raccontare una bugia quando sai che non potrai essere dichiarato un bugiardo, eppure come te ce ne sono tanti, e a causa di questi si perde il valore degli amici veri. E il minore a quel punto si chiese se ne avesse mai avuti. Ma no, non era davvero quello il pensiero che lo tormentava. Perchè semplicemente, se hai paura di qualcosa fai in modo che questa diventi reale. E se Giorgio aveva paura di non essere abbastanza, aveva imparato a non esserlo.
Giorgio era un ragazzo diverso. Era diverso in tutto, anche nei movimenti e nel modo di camminare. Anche il come camminasse quel giorno, su quel corridoio sul quale camminavano centinaia di studenti, lo rendeva diverso. Giorgio guardava tutti disinteressato, o forse così tanto interessato da apparire l'esatto contrario. Poggiò i libri nel suo armadietto. Quella di Giorgio era una stancante monotonia che, effettivamente non poteva nemmeno chiamarsi così perché era differente ogni giorno. Ma non perchè il ragazzo potesse vivere mille avventure con i suoi amici, anche perché lui non ne aveva, ma perché erano i suoi pensieri a cambiare le giornate e i modi di guardare le persone.
Quel giorno cos'era Giorgio?
Un eroe dell'anime che stava guardando.
Guardò il suo armadietto.
Era pieno di cuoricini e di libri, insieme a qualche penna sparsa per lí. Non era mai stato un amante dell'ordine.
Chiuse il suo armadietto e vi si poggiò.
Guardò gli altri suoi coetanei o più grandi. Erano tutti in compagnia.
Una ragazza stava ridendo per le battutine che le diceva un ragazzo molto più alto, mentre un ragazzo stava prendendo in giro il suo migliore amico che era appena caduto, oppure un insegnante che prendeva tranquillamente il caffè insieme ad un'altra.
E poi c'era lui.
Tutto solo, appoggiato con la schiena sul suo armadietto.
All'improvviso fu come se tutti i volti perdessero colore, come se tutti quanti, non avessero più tratti facciali e che il loro viso fosse oscurato, tranne quel sorriso che Giorgio invidiava tanto. Era come se si accendesse una luce proprio sopra di lui, a sottolineare il fatto che lui era solo.
Abbassò la testa.
Perché lui?