Deglutii rumorosamente a quella domanda, e abbassai lo sguardo. Di nuovo, l'idea di dirgli che non era successo niente mi passò per la testa. Quante cose avrei evitato? Quanti problemi? E avrei risparmiato anche a Giorgio il pensiero costante di aver concluso qualcosa con uno sconosciuto. Ma poi, cosa sarebbe successo? Sarei riuscito a guardarlo di nuovo in faccia, dopotutto? Sarei riuscito ancora ad uscire con lui, a guardarlo ridere, ad appartarmi con lui, quando... sapevo di tenere un segreto dentro?
Ma ormai la risposta, anche a Giorgio, era chiara: era successo qualcosa quella sera. La prova? Il mio silenzio.«Alex...? Così mi fai preoccupare...»
Corrugò lui la fronte, al che io mi misi lentamente seduto, seguito immediatamente da lui. Okay, gliel'avrei detto. Proprio lí, proprio adesso. Mi passai una mano fra i capelli, ero così nervoso. Sapevo che dopo la mia confessione, ci sarebbero stati grossi cambiamenti nel nostro rapporto.«Fino... a dove ricordi?»
«Fino a... uhm... Fino al locale, sí... Mi ricordo che.. che ti avevo perso, non ti trovavo più... E nella pista da ballo si avvicina un ragazzo... Non- era alto, era... era simile a te di altezza... Forse un po' più basso... E... mi aveva offerto una mano per cercarti... e... e non ricordo più niente, poi.»
Mi guardò per qualche secondo, e io stavo cercando solamente il coraggio per parlargli. Quando all'improvviso, notai le sue guance diventare lievemente rosse. «H-Ho... ho fatto qualcosa... con te?» Domandò.Non so che razza di effetto ebbe quella frase su di me; fatto sta che i miei occhi diventarono lucidi come non mai; la gola iniziò a seccarsi, non avevo più saliva per inumidire le mie labbra, avevo un nodo alla gola che mi impediva quasi di respirare.
E d'improvviso iniziai a piangere come uno stupido, davanti all'ultima persona che volessi mi vedesse piangere. Non volevo. Dovevo proteggerlo, io. Non farmi vedere debole. Ma la cosa peggiore é che Giorgio, preoccupato, si avvicinò a me, sussurrandomi di stare calmo, e mi prese il viso fra le mani. Mi riempí di baci sulla guancia, prima di stringermi in un forte abbraccio. E mentre il calore di quell'abbraccio ora mi faceva stare bene, ora mi faceva stare male.
Ma decisi di ricambiare. Perché il timore di non poterlo fare più mi stava uccidendo. Lo strinsi forte a me, e lui mugolò dal dolore. Gli chiesi scusa, e lui mi rispose dolcemente.
«Non importa... mi piace quando mi stringi.»
Mi staccai di poco, asciugandomi le lacrime. Presi un grosso respiro e mi calmai, per poi guardarlo.«Alex... parla...»
Mi incitò lui, e io sospirai.«I-Ieri...»
Presi un grosso respiro. «N-Nel locale ti persi... io- non so bene la dinamica dei fatti, ma... ma penso che... che...»«Che?»
«Che tu sia stato drogato.»
Affermai, con il massimo della serietà. Ma a rispondermi? Una fragorosa risata. Io lo guardai confuso mentre continuava a ridere come un cretino, e io gli stavo seriamente per lanciare un cuscino addosso. Credeva stessi scherzando? Non vedeva dal mio viso come ero serio?«...Aspetta, ma sei serio?»
Domandò, una volta calmatosi. «...Ma che stai dicendo! Ma tu sarai drogato...»«Giorgio, se non ti hanno drogato, ti hanno fatto ubriacare, okay?»
Iniziai a spazientirmi.«Okay, va bene, ma poi? Che é successo? Mi hai portato qui dentro? E- a proposito, dove siamo?»
Domandò lui, ma non riusciva ancora a prendere sul serio la situazione. Questa cosa mi dava sui nervi.«Quel ragazzo a cui tu subito hai acconsentito, immagino, ti ha offerto da bere.»
Sputai le mie sentenze. «E ti avrà messo qualcosa nel bicchiere o ti avrà fatto bere qualcosa di troppo forte, non ne ho assolutamente idea. Ma io ero dall'altro lato del locale, nella pista a cercarti come un cretino, mentre tu venivi trascinato in un lurido cesso! E sai cosa avete combinato, eh, tu e quel tipo lá dentro, mentre io là fuori sudavo freddo?! Eh?!» Gli urlai contro, e vidi i suoi occhi sgranarsi. Sembrava non voler credere a quello che stavo per dire, e mi guardò come per essere certo. «Ti avrà messo le mani addosso e ti avrà toccato, e chissà, magari ti ha anche rubato i soldi, che ne sai? E ti ho trovato solamente mezz'ora dopo, mentre tu urlavi il mio nome pregandomi di venirti a salvare. Ma che sono? Il tuo badante, eh?» Gli urlai contro, cercando di scaricare tutta la colpa su di lui. «E cos'è successo? Beh, vediamo, sono entrato nel bagno, e ho visto lui sporco di sangue, probabilmente gli avrai tirato una testata, e te e... tu- il tuo viso...»«I-Il... il mio viso...?»
Domandò, titubante. Aveva gli occhi lucidi e fremeva dall'emozione; sperava con tutto se stesso che non fosse davvero successo.«E-era sporco di lui.»
Sussurrai solamente, girando il viso dall'altro lato. Lui non disse niente, ma quando lo riguardai, vidi il suo volto rigato dalle lacrime.
Mi si spezzò il cuore. Non solo lo avevo lasciato solo, non solo gli era capitato tutto questo, ma gli avevo anche gettato tutta la colpa addosso. Mi avvicinai lentamente a lui, accogliendolo fra le mie braccia. Lui sembrò tremante, poi mi guardò.«N-Non ti faccio schifo, o-ora...?»
Ricominciò di nuovo a piangere. «H-Ho p-perso la verginità i-in un bagno c-con uno sconosciuto... e-e mi avrai visto i-in.. in condizioni pietose, n-non ti faccio schifo...?»
Sussurrò lui, e io chiusi gli occhi, stringendolo di più a me. Accennai un sorriso.«Piccolo... non hai perso proprio niente...»
Sussurrai al suo orecchio, accarezzandogli la schiena. «Sono... sono venuto in tempo.»Lui alzò lo sguardo su di me.
Mi iniziò a guardare come se fossi una sottospecie di eroe, e lentamente avvolse le braccia attorno a me. Mi strinse quanto più forte potè, mentre mi ripeteva in mille modi "grazie."
Io lo strinsi a me; eppure il mio cuore non era felice.Eppure io non ero felice.
Perché io non mi vedevo come un eroe.
Ma solamente come uno che aveva giocato a scaricabarile, e aveva descritto i fatti sotto una prospettiva nemmeno sua.
Ero un cretino.
E forse, dopotutto... io non avevo niente in più a Lorenzo, se non gli sbagli commessi con Giorgio.
Forse avrei dovuto davvero mollare, e lasciare via libera a Lokki.