capitolo 39

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5 MESI DOPO
il morbido tessuto dell'abito adagia perfettamente sulla mia pelle liscia. sara con delicatezza mi aiuta ad alzare la zip, mentre mi giro di profilo dinnanzi al grande specchio per osservare meglio ogni dettaglio.
beh si oggi è il grande giorno..sono così emozionata, posso sentire ogni parte del mio corpo tremare dall'emozione. non vedo davide da almeno due ore, credo si stia preparando anche lui. di solito non l'ho mai visto vestito diversamente da una felpa e un jeans, quindi figuriamoci vederlo con smoking e mocassini. non vorrei scoppiare a ridere davanti a tutti.
appena ho indossato il vestito completamente, riguardo il mio riflesso allo specchio per l'ennesima volta. "è inutile che continui a guardarti, stai benissimo, quel vestito ti calza a pennello" esclama la madre di davide sistemandomi cominciando ad applicare l'ombretto sulla mia palpebra sinistra. ho optato per un make-up semplice, non mi piace truccarmi tanto, quanto basta. arrossisco leggermente al complimento della donna, e sorrido cordialmente. sara mi si avvicina nuovamente, "okay ora devo solo sistemarti i capelli" afferma prima di afferrare tra le dita affusolate una ciocca. percepisco un leggero dolore quando mi tira un capello, "aia" sussulto osservando la sua faccia concentrata. "scusa, è che hai davvero troppi capelli" ridacchia, alzo le spalle come per dirle che non fa nulla, mentre lei ritorna ad impegnarsi per far uscire qualcosa di "pazzesco", immagino. poso lo sguardo sulle candide rose che si trovano davanti a me in un vaso, non riesco a smettere di pensare a davide in questo momento. non è il tipo da cose eleganti e formali come un matrimonio, anzi, prima che ci mettessimo insieme mi confessò che non voleva nemmeno sposarsi. posso già immaginare tutte le sue battutine perverse quando mi vedrà e per poco non scoppio a ridere nel silenzio che si è creato nella stanza.
"finito!" esclama entusiasta la ragazza bionda con le mani ancora tra i miei capelli, le sorrido prima di guardare il mio riflesso allo specchio.
wow, ci ha dato proprio dentro, "ma sono bellissimi!" esulto abbracciandola per qualche secondo. lei mi sorride per ricambiare l'affetto, "grazie di tutto" mi mordo un labbro, mi sento sempre a disagio quando devo ringraziare qualcuno. "di nulla, però ora datti una mossa perché ti stanno aspettando!" ride aprendo la porta, accenno una risata e lei mi prende per mano per aiutarmi a non cadere dalle scale mentre scendo di sotto. immagino già il putiferio sarebbe accaduto se non ci fosse stata lei ad aiutarmi, magari si sarebbero rotti anche i tacchi. appena i miei genitori mi notano, sorridono facendomi un sacco di complimenti, ai quali purtroppo devo sempre ringraziare. odio ringraziare le persone, l'ho detto già?
"è tardi! forza dobbiamo andare!" riferisce mio padre guardando dalla porta aperta la grande auto bianca che si trova difronte a noi. annuisco leggermente e faccio per uscire di casa, "dove vai? ferma che ti aiuto!" per poco non urla mia madre raggiungendomi. "mamma non mi succede niente se cammino da sola, non ho mica tre anni?" alzo gli occhi al cielo che oggi è particolarmente bello. non dice più nulla per fortuna, e tutti entriamo nell'auto. è davvero bella, l'interno è molto spazioso e ci sono perfino delle decorazioni a tema. sara si siede accanto a me ed inizia a parlarmi sempre più entusiasta, "allora, sei in ansia vero?", "anche troppo direi". "ma michelle e samuel? sono con davide?", "piuttosto con i tuoi genitori, penso che tuo fratello sia più occupato nel pensare a come calmarsi" ridacchio ironizzando la cosa. non è nemmeno tanto importante alla fine, tante persone si sposano, perché ora dovremmo essere proprio noi nervosi?
durante il resto del tragitto non parlo molto, preferisco guardare il finestrino mentre le mie vene pulsano ogni volta che penso a lui. non so bene quanto tempo sia passato ma fatto sta che l'autista parcheggia davanti al vasto edificio bianco latte. mia madre e sara entrano dentro, solo io e mio padre restiamo ancora fuori, il mio respiro diventa improvvisamente pesante. "sei pronta o vuoi rimanere qui per sempre?" ride cercando di sdrammatizzare mentre mi mordo le unghie, "non lo so..è che sono nervosa, ho paura della sua reazione". "starà pensando di sicuro la stessa cosa anche lui, e poi ti sta aspettando, non hai voglia di vederlo?" domanda accarezzandomi la spalla delicatamente. annuisco riflettendo per qualche secondo. mi avvicino a mio padre mentre ci incamminiamo verso la grande navata centrale, il mio cuore perde un battito appena lo avvisto. parte la musica nuziale, mi sembra di non capire più nulla, sono in una grande confusione. mi vede anche lui, cerco di sorridergli per rassicurarlo quando si gratta la nuca agitandosi più del previsto. mi mordo un labbro, vorrei tanto corrergli incontro per abbracciarlo e dirgli che deve restare calmo, ma posso solamente sorridergli. lo osservo mentre si tortura un labbro cercando di non muoversi troppo, intanto avvicinandomi a mio padre io inizio a camminare per la navata lunghissima ricoperta da un tappeto rosso. posso quasi sentire il mio cuore pulsarmi in gola, mi giro intorno e trovo qualche viso conosciuto che mi sfoggia dei gioiosi sorrisi. appena arrivo vicino a lui mio padre si allontana lentamente, noto che non riesce a contenersi, so che ora vorrebbe magari saltarmi addosso e sussurrarmi quanto per lui sono bella. lo noto dal fatto che sta tremando. gli accarezzo con delicatezza una spalla sperando non se ne accorga nessuno, prima di mettermi difronte a lui. è vestito in smoking, wow non l'avevo mai visto così..è bellissimo.
continuo a notare la sua ansia, lo guardo negli occhi cercando di farlo calmare, ma diciamo che è abbastanza inutile. quindi decido di non dargli molto peso. la cerimonia inizia, dopo lo scambio delle promesse e tutte le cose dette..arriva il momento che aspettavo di più. deglutisco a fatica. "lei, vuole prenderla come moglie?", un grande silenzio cala nella sala. posso sentire il cuore battermi all'impazzata aspettando una sua risposta, e se rispondesse no..? forse ecco il perché di tutta quell'ansia..
"si lo voglio." apre bocca finalmente. mi nasce un sorriso spontaneo sulle labbra, una calda lacrima mi riga il volto. "ora può baciare la sposa". non appena detto questo, mi ritrovo le sue labbra contro le mie. lo bacio dolcemente, scoppia un boato tra applausi e fischi, però non mi importa di nulla. in questo momento ci siamo solo io e lui. cerca di chiedermi l'accesso con la lingua, lo lascio fare baciandolo per qualche altre secondo prima di esaurire il fiato.

è sera, ormai la giornata più bella della mia vita sta per finire (dopo la nascita dei bambini, ovvio). sono seduta qui su una delle tante panche all'esterno del ristorante, dove osservo l'acqua della grande piscina qui difronte muoversi al ritmo del leggero vento che quasi mi penetra nelle ossa. sono appoggiata alla spalla del mio ragazz- oh ehm, marito..non sono abituata a chiamarlo così.. mentre una sua ciocca di capelli mi solletica la fronte. "piccola,stai dormendo?" sussurra, così piano che la sua voce per poco non sembrava un leggero rumore. nego piano con la testa alzando lo sguardo verso di lui, "mi dà fastidio" riesco a pronunciare. "cosa?" "il vestito, questo vestito, mi dà dannatamente fastidio" rispondo osservando i tratti del suo viso, quasi ammaliata. "non vedo l'ora di tornare a casa per togliertelo" ammette non riuscendo più a trattenersi, sapevo che prima o poi lo avrebbe detto, e beh non mi dispiace. "a proposito!" mi ricordo al l'affermazione. "che succede ora?" domanda con un pizzico di ironia nella voce, "i bambini,davide, i bambini?". "sono dentro con i nostri genitori, di cosa ti preoccupi?" tranquillo, come sempre con me. "no, intendevo..quando ritorniamo a casa, michelle e samuel verranno con noi?" replico riformulando. "oh mh, se vuoi, sennò potremmo lasciarli ai miei o ai tuoi. saranno felici di avere un po' i nipotini tutti per loro" ridacchia aprendo le braccia nuovamente. sospiro "opto per la seconda" prima di gettarmi di nuovo tra le sue braccia che mi tengono al caldo.
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chiudo con forza la porta alle mie spalle lasciandomi scorrere il vestito ai piedi, le mie labbra sono un tutt'uno con le mie. pochi secondi dopo mi ritrovo contro il muro, non siamo nemmeno ad un millimetro di distanza. posso percepire il suo fiato caldo sul mio collo..le mie mani passano velocemente sulla sua camicia, sbottonandola.
riprende a baciarmi mordendomi le labbra di volta in volta, posso già percepire la sua erezione dai pantaloni che ho appena sfiorato, cerco di non sorridere. quando senza fiato ci allontaniamo, lo afferro per mano portandolo in camera..
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spazio autrice
scusatemi per l'assenza, vi prego perdonatemi🥺
ho avuto un sacco da fare, e al massimo al giorno scrivevo due o tre frasi. il capitolo non è il massimo, ma spero vi accontentiate. questo è il penultimo, presto posterò anche l'ultimo capitolo, ovvero il quarantesimo.
grazie a tutti per il supporto, ancora una volta.
❤️

-lo sai che sei uno stronzo? -si ma questo stronzo ti ama.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora