IL MIO NUOVO AMICO

943 48 4
                                    

In biblioteca c'era una pace incredibile, avevo trovato un bel posticino in un tavolo molto grande.
Man mano che il tempo passava gli altri studenti iniziavano ad andarsene, ma io ero troppo concentrata sui miei compiti di algebra.
'Ho fatto questo esercizio già quattro volte non capisco perché non mi esca il risultato del libro!'
Ero esasperata: di li a poco ci sarebbe stato il compito di matematica e mi sembrava di essere indietro anni luce con lo studio.
Finalmente finii l'esercizio...
'Dunque a me viene 367/12... strano come risultato decisamente. E il libro dice... 4?!??'
"Maledizione!" Sbottai chiudendo il libro frustrata.
Alzando per la prima volta la testa dal tavolo mi resi conto che la biblioteca era quasi vuota, fatta eccezione per pochi ragazzi tra cui un tizio strano che era rimasto a studiare al mio tavolo, che mi guardava divertito da sopra il suo quaderno.
"Scusa, non volevo disturbarti." Bisbigliai arrossendo.
"Ma figurati mi stavo addormentando, direi piuttosto che mi hai svegliato." Il tipo chiuse il quaderno e si stiracchiò per bene, come se si fosse davvero appena svegliato.
Era un ragazzo molto carino, con un taglio di capelli da vero ribelle. A differenza degli altri ragazzi portava la camicia fuori dai pantaloni della divisa, e aveva arrotolato le maniche fino ai gomiti. Sul braccio si vedeva parte di un intricato tatuaggio di cui si intravedeva il proseguimento fino alla spalla sotto al sottile tessuto della camicia bianca.
"Sembri piuttosto giovane, secondo o terzo anno direi. Io sono al quinto, posso aiutarti con quell'esercizio di matematica se vuoi. Sono piuttosto bravo." Mi disse avvicinandosi per sbirciare il mio quaderno.
"Come sai che si tratta di matematica?"
Sghignazzò "Non conosco altre materie che creino così tanta disperazione!" Poi notando la mia espressione allibita aggiunse facendomi l'occhiolino "E poi hai lo stesso libro di matematica che usavo io qualche anno fa."
'Devo sembrare proprio stupida.'
"Ma no, non voglio farti perdere tempo... sarà sicuramente un errore stupido."
"Sciocchezze, non esistono errori stupidi: magari ti porti dietro questo errore in ogni esercizio e non te ne rendi nemmeno conto. Potrei salvarti la media in dieci minuti." Il ragazzo prese la sedia accanto alla mia e mi strappò il quaderno dalle mani.
"I procedimenti sembrano tutti corretti... mhh... proviamo a rifare i calcoli..." gli passai la calcolatrice ma non la usò neanche "no non hai sbagliato i calcoli... allora vediamo... AH! Ecco." E sorrise divertito.
'Oh mio Dio che imbarazzo sapevo che non dovevo farmi aiutare sembrerò una sfigata!'
Il ragazzo mi porse il quaderno "Guarda qui." Indicò un pezzo di equazione. E poi lo stesso pezzo riportato nella riga sotto.
"Mhh" stavo guardando due equazioni uguali.
Lui continuò a indicare le due equazioni un altro paio di volte finché "HO SBAGLIATO A RICOPIARE L'EQUAZIONE?!?!" Sbottai alzandomi in piedi.
Ormai il ragazzo se la rideva alla grande. Stavamo facendo un casino pazzesco.
"Signorino Stonewall, Signorina Blaze!" La bibliotecaria arrivò a rimproverarci. "Se volete fare conversazione siete pregati di andare al bar."
Ci scusammo immediatamente e continuammo a studiare vicini e in silenzio. Quasi.
"Non c'è motivo di preoccuparsi Blaze. Era un errore ingenuo. Ti consiglio, se ti distrai facilmente, di fare sempre un double check a ogni passaggio." Mi sussurrò il mio nuovo amico all'orecchio.
La sua voce profonda mi fece quasi rabbrividire. In senso positivo.
"Grazie." Bisbigliai a mia volta.
Continuammo a studiare finché la bibliotecaria non venne a dirci che era ora di chiusura.
"Sono stata in biblioteca due ore e mezza?" Mi chiesi ad alta voce mentre uscivo.
"Per la verità quasi tre direi..." sentii di nuovo la sua voce, questa volta non bisbigliava.
'Quel coglione di Sharp mi ha balzata.'
"Hai fretta di tornare a casa?" Continuò Stonewall.
Io sbuffai senza girarmi nemmeno "No."
"Wow come sei scontrosa. Non sembravi antipatica in biblioteca."
"No scusa hai ragione" mi fermai e mi girai verso di lui "Dovevo incontrare una persona in biblioteca ma non è venuto, sono un po' nervosa per questo."
"Una persona tipo il tuo fidanzato?" Mi chiese Stonewall con un sorriso malizioso.
"Oh cielo no!" Scoppiai a ridere. "È una cosa stupida per il club di calcio."
Lui si rabbuiò. "Cosa c'entri tu col club di calcio?"
Io rimasi un po' interdetta dalla improvvisa freddezza nella sua voce.
"Appunto. Nulla. Non c'entro nulla. Ma sto cercando di fondare un club femminile, dove io possa... beh essere considerata."
A quel punto il ragazzo riprese a sorridere.
Oramai eravamo arrivati al cancello della scuola.
"Beh" gli dissi prima di andarmene verso casa "è stato un piacere conoscerti Stonewall, e grazie ancora per l'aiuto con matematica. Devo esserti sembrata proprio una scema."
"Ma che scema! Ho visto una bella ragazza in difficoltà e sono arrivato in soccorso." Mi fece l'occhiolino, poi mi porse la mano "Comunque sono C-"
"STONEWALL!" Tuonò una voce da dietro di me. "Lasciala stare."
Una folata di profumo portata dal vento mi fece capire subito chi era il cafone che aveva interrotto così bruscamente la mia conversazione.
"Sharp, grazie per esserti degnato di farti vedere. Mi avevi detto venti minuti. Sono passate tre ore." Mi girai sbottando.
Mi ritrovai davanti ai suoi pettorali scolpiti che tiravano i bottoni della camicia.
'Per quale motivo ogni volta deve starmi così vicino, che ansia.'
Feci un passo indietro solo per notare che la sua camicia era stranamente tutta sgualcita, aveva le labbra rosse e dal colletto della camicia gli spuntava un succhiotto enorme.
"È con lui che ti dovevi incontrare?" Mi chiese Stonewall mettendomi una mano sulla spalla con fare protettivo.
Questa mossa non so perchè infastidì parecchio il capitano. E la cosa stranamente mi fece piacere.
"Fatti gli affari tuoi Stonewall e gira i tacchi devo parlare con Nikki." Sbottò Sharp senza togliere gli occhi dalla sua mano sulla mia spalla.
"Veramente Capitano" rispose il mio nuovo interessante amico "io e Nikki stavamo andando a casa."
'Ah si? Insieme?'
Pensai mentre Stonewall mi spingeva gentilmente via da Sharp spostando la mano dalla mia spalla alla schiena.
'Ma cosa sta succedendo?'
Lo guardai storto per un attimo non capendo quale fosse il problema tra i due.
"Blaze ascoltami è importante, scusami se ho fatto tardi." Ci raggiunse Sharp di corsa.
Sospirai fermandomi e girandomi verso di lui. "Muoviti cosa c'è?"
Il capitano sembrava riluttante a parlare davanti a Stonewall.
"Allora?" Insistetti impaziente.
Sharp sbuffò "Va bene ehm... volevo solo sapere esattamente che accordi avevi preso con il direttore sportivo. Tipo per gli allenamenti, l'allenatore, i tornei, gli spogliatoi, eventuali turni con noi..."
"Il Comandante, vorrai dire."
Stonewall e il capitano si guardarono per mezzo secondo con il terrore negli occhi. Feci finta di niente. "Il Comandante mi ha garantito che se avessi trovato undici giocatrici entro una settimana ci avrebbe allenato lui stesso. Purtroppo non abbiamo il permesso di iscriverci a nessun torneo femminile dato che non ne esistono, e nemmeno al FF dato che le squadre femminili non sono ammesse e la Royal è già iscritta con la tua stupida squadra. Per turni e spogliatoi non so nulla."
"Quindi vi allenate a caso?" Mi chiese Stonewall.
"Meglio che niente no? Possiamo giocare le amichevoli... basta organizzarsi." Feci spallucce. "E poi, sempre meglio che allenarsi a caso con il Comandate che essere presa per il culo tutto il tempo dalla squadra maschile." Continuai con tono aggressivo avvicinandomi minacciosamente al capitano.
"Cosa stai insinuando Blaze?" Mi guardò come sempre dall'alto con la sua stupida supponenza.
"Sto insinuando che sei un idiota. Che mi hai umiliato davanti ai veterani. Che mi hai preso in giro davanti alle matricole. Che ti sei fatto aspettare per ore, mentre eri a fare chissà cosa con la tua fidanzata che ti ha lasciato un volgarissimo succhiotto. Per. Marcare. Il. Suo. Stupido. Territorio." Ormai stavo strillando e enfatizzavo ogni parola colpendo il petto del capitano con il dito.
Lui stava zitto e mi guardava con un sopracciglio alzato. "Hai finito?"
Questa cosa mi fece imbestialire ancora di più. Lo volevo picchiare. Fortunatamente Stonewall si mise in mezzo.
"Sharp sii gentile non provocarla. Parlatene domani con calma ok?" Sogghignò mentre mi trascinava via.
Jude si passò una mano sulle tempie. "Certo, scusa ancora per non essermi presentato Blaze. Domani ti spiegherò tutto."
Riuscii a dirgli ancora un'ultima cosa mentre Stonewall mi tirava per il braccio: "Da Capitano a Capitano, Sharp: sei veramente un coglione." Poi girammo l'angolo e non riuscii a vedere la sua reazione.

"Sei proprio assatanata contro Sharp eh?"
Stonewall ruppe il silenzio che si era creato dopo la mia penosa scenata.
"Devo esserti sembrata una pazza."
"Un pochino si... ma se quello che hai detto è vero non posso biasimarti." Mi sorrise.
"Anche tu non sembri proprio il suo migliore amico." Ribattei.
"No... no è vero. Abbiamo... avuto una discussione l'anno scorso. E non abbiamo mai risolto." Mi rispose rabbuiandosi.
Camminammo ancora in silenzio per qualche minuto finché non arrivammo in prossimità di casa mia. "Io devo girare di qua, casa mia è in fondo a questa strada. Grazie per la compagnia Stonewall."
"Caleb." Mi corresse. "È stato un piacere, Capitano."
Mentre stava per andarsene si fermò e aggiunse "Nikki, se davvero vuoi essere un buon capitano, ti consiglio di parlare con Jude. Sembra uno stronzo. A volte è uno stronzo. Anzi quasi sempre. Ma è anche un grande capitano: se c'è qualcuno da cui puoi imparare è lui."
Poi mi fece l'occhiolino, si girò e proseguì per la sua strada.

Non amo solo il calcioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora