ZEUS HIGH vs RAIMOND HIGH - parte 2

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Lo stadio era esploso al meraviglioso gol di Byron Love, solo noi della Royal eravamo rimasti impietriti di fronte alla potenza devastante del centravanti della Zeus.
La Raymond, però, non sembrava minimamente turbata dal vantaggio appena acquisito dagli avversari: tutti si erano già rialzati ed erano intenzionati a ristabilire immediatamente equilibrio alla partita.
Quando mio cugino Axel partì da centrocampo assieme a Kevin Dragonfly, nessun membro della Zeus mosse un muscolo per ostacolare la loro avanzata verso la porta difesa da Poseidon.
"Tzk, maledetti bastardi." commentò Caleb tra i denti. "Non provano nemmeno a fermarli?"
Di fatto i due attaccanti della Raymond High erano arrivati davanti alla porta senza nessuna difficoltà: da quella posizione il loro tiro combinato avrebbe sicuramente spazzato via il portiere, assieme a quel suo ghigno borioso.
O almeno, questo era quello che mi sarei aspettata.
La potenza del Dragon Tornado fu annientata senza fatica dalla Barriera d'acqua di Poseidon, che continuando a sorridere in maniera decisamente agghiacciante aveva immediatamente rispedito la palla tra i piedi del Bomber di Fuoco, sfidandolo a riprovare un tiro con uno sprezzante gesto della mano.
Mio cugino passò immediatamente la palla a Jude e Eric Eagle che stavano avanzando a tutta velocità.
"Dimostramogli che ha appena commesso un grosso errore!" gridò Jude, prima di eseguire assieme al compagno una mossa speciale che tutti noi della Royal conoscevamo bene.
"PINGUINO IMPERATORE NUMERO DUE!" gridarono insieme i due centrocampisti, scagliando il pallone verso la porta.
Ancora una volta il portiere della Zeus parò senza difficoltà.
La Raymond continuò ad attaccare senza perdersi d'animo, ma anche il colpo combinato di Eagle, Bobby e il capitano Evans fu annientato dall'instancabile Poseidon, con una mossa che non aveva ancora sfoderato: la 'Barriera Gigante'.
Il portiere della Zeus decise finalmente di passare il pallone ai suoi compagni per iniziare a contrattaccare seriamente, affermando con tono annoiato che gli stupidi tiri dei miei amici non valevano nemmeno come riscaldamento, per un campione come lui.

Nel giro di pochi minuti la Zeus aveva messo a segno un altro gol, con un'altra strepitosa mossa speciale, la 'Meteora Rimbalzante'. Nell'avanzata verso la porta del Capitano Evans, gli attaccanti avversari non si erano lasciati scappare l'occasione di sfoderare un gioco particolarmente violento, che aveva mandato a gambe all'aria metà della nostra difesa, facendo infortunare gravemente Tim Saunders, che fu quindi sostituito da Steve Grim.
Con l'aumentare dello svantaggio della Raimond anche la più piccola speranza che riponevo nella possibilità di una loro vittoria iniziava a spegnersi.
Gli amici al mio fianco sembravano pensarla come me, anche se l'unica emozione che mi sembrava di leggere sui loro volti concentrati era la rabbia.
La Raymon iniziava ad accusare i colpi che aveva subito in questi primi dieci minuti, ma i ragazzi non erano assolutamente intenzionati ad arrendersi.
Improvvisamente un giocatore della Zeus calciò deliberatamente il pallone fuori dal campo, nell'istante in cui due uomini con un camice bianco avevano fatto il loro ingresso accanto alla panchina di fronte a noi, portando un carrello pieno di bicchieri. Come se niente fosse i ragazzi capitanati da Byron Love si avvicinarono in tutta calma per bere la loro seconda dose di Nettare degli Dei. Shelley si era allontanata di qualche passo isolandosi il più possibile dal gruppo e cercando di rimpicciolirsi il più possibile mentre teneva lo sguardo fisso sul prato ai suoi piedi.
La sua reazione alla presenza dei ragazzi lasciava intendere quello che era successo, e osservando i lividi sul suo volto era fin troppo chiaro che era stato uno di loro a conciarla così: dentro di me mi sentivo bruciare di rabbia. Speravo vivamente che non le mie ipotesi fossero sbagliate, Byron non avrebbe potuto accettare che sua sorella potesse venir trattata in quel modo. Sarebbe stata una follia, sarebbe stato quasi contro natura.
Mentre i giocatori della Zeus tornavano in campo mi persi a pensare alle interazioni tra fratelli a cui avevo assistito così tante volte: Axel amava Julia alla follia, avrebbe fatto di tutto per lei, persino lasciare il calcio, e una volta lo aveva quasi fatto. Dalla morte di mia zia, il padre di Axel era diventato molto più freddo nei confronti dei figli, e sebbene questo facesse soffrire molto il maggiore, la sua priorità era sempre stata quella di far pesare a Julia la mancanza della mamma il meno possibile. Axel, nel suo piccolo, aveva sempre cercato di dare alla sorella tutto l'affetto che era stato loro tolto e che purtroppo la piccolina non poteva ricordare.
Jude non era certo il tipo che si lasciava andare a smancerie con sua sorella Celia, ma sapevo per certo che anche se non vivevano più insieme la adorava e le voleva un bene dell'anima. E la cosa era reciproca: Celia non si perdeva una partita del suo adorato fratellone, pendeva sempre dalle sue labbra. Entrambi mi avevano raccontato qualcosa della loro vita e della morte dei loro genitori. Sono sempre stati estremamente uniti. D'altra parte non avevano più nessuno se non loro stessi prima di essere adottati. Anche la presenza di Dark nella vita di Jude non aveva potuto offuscare i suoi sentimenti per la sorella.
Bobby a volte era leggermente iperprotettivo nei confronti delle sue tre sorelle minori, basti pensare che aveva addirittura cambiato scuola abbandonando tutto quello che aveva alla Royal solo per essere certo che Dark non potesse ricattarlo mettendo le gemelle in pericolo. E Le gemelle a loro volta erano totalmente abbagliate dal talento del fratello: lui aveva insegnato loro a giocare a calcio, senza mai stancarsi di correggere i loro errori e di farle vincere solo per vedere i loro sorrisi di bambine spensierate, sebbene lui avesse solo un anno più di loro.
Sapevo che Joe aveva un fratello minore, e anche se non lo avevo mai incontrato, avevo percepito dai racconti di Sarah di quanto il piccolo King ammirasse il suo fratellone. Nonostante avessero molti anni di differenza, e quindi vite completamente diverse, Joe si impegnava sempre per dedicare del tempo al suo fratellino, anche se questo significava sorbirsi ore e ore di Peppa Pig.
Naomi aveva una sorella maggiore e un fratello più piccolo: li conoscevo entrambi, dato che ero stata spesso a casa loro. Ognuno di loro viveva la sua giornata nella propria cameretta, ma vedendoli interagire per i corridoi nessuno avrebbe potuto dubitare di quanto si volessero bene. In ogni urlo, ogni risata, ogni dito medio spacciato con un sorriso come saluto tra i tre fratelli, scaldava il cuore.
Tutti loro avrebbero dato il piede destro per li rispettivi fratelli e sorelle: perchè Byron Love non aveva protetto Shelley?

Il mio treno di pensieri fu interrotto quando sentii urlare David al mio fianco "Oh! Ma quello è fallo, li stanno ammazzando, cazzo!"
Rivolgendo nuovamente la mia piena attenzione alla partita feci appena in tempo a vedere Mark Evans scaraventato in porta per la terza volta. Di fronte a lui altri due giocatori giacevano a terra doloranti: Maxwell Carson e Todd Ironside dovettero essere sostituiti immediatamente da Sam Kinkald e Jim Wraith.
"Stanno facendo una carneficina..." sussurrai pensando ad alta voce.
I ragazzi al mio fianco serrarono la mascella, mantenendo lo sguardo fisso sul campo.
"Coraggio Jude, fai qualcosa." sbottò Daniel Hatch.
"Tira fuori uno dei tuoi trucchetti del cazzo... di quelli che mi fanno sempre imbestialire." continuò Caleb.
"Non basterà un trucchetto con questi." risposi secca io assumendo la loro stessa espressione concentrata "Devono spezzarli, prima che venga spezzato lo spirito combattivo di Evans." conclusi.
I nostri commenti furono interrotti perchè Byron Love aveva ripreso a sfottere i nostri amici in mezzo al campo "Poveri illusi!" aveva iniziato a ridere "Credevate davvero di poter sfidare una squadra della nostra potenza?"

Tutti i ragazzi della Raymond erano esausti e acciaccati, ognuno di loro era stato scaraventato violentemente a terra dagli avversari almeno una volta, le loro divise erano tutte macchiate di fango e di erba, ed erano appiccicate ai loro corpi, madidi di sudore.
La situazione era già critica ed eravamo appena a metà del primo tempo.
Il tutto peggiorò quando anche Kevin Dragonfly fu costretto ad uscire per un brutto colpo ricevuto da un difensore avversario, che costrinse la Raymond ad usare il suo ultimo cambio: la prestazione di William Glass durò appena pochi secondi, perchè fu colpito ancora più duramente di Kevin e la sua figura gracilina fu portata fuori dal campo in barella pochi istanti dopo il suo esordio.
Ormai rimasti in dieci, i ragazzi della Raymond sembravano praticamente senza forze: continuavano a essere presi a pallonate e a finire a gambe all'aria.
Byron Love si guardava intorno soddisfatto notando con un sorrisino disgustoso che tutti i suoi avversari erano a terra, tranne il portiere, che continuava a rialzarsi nonostante tutti i colpi ricevuti.
"Vuoi davvero continuare?" lo aveva schernito il biondo "Anzi, no. So già quale sarà la tua risposta a questa domanda: mettiamola così, sei ancora disposto a veder soffrire i tuoi compagni?" e dicendo questo allargò le braccia indicando a Mark tutti i suoi amici a terra doloranti.
Mark si guardò intorno indeciso: potevo capire come si sentiva. Lui più di tutti aveva nel cuore il desiderio di lottare e vincere in nome del calcio pulito, ma davvero valeva la pena di rischiare l'incolumità dei suoi amici? Byron aveva iniziato a prenderlo a pallonate in faccia, probabilmente nella speranza di accelerare la sua resa.

"COSA ASPETTI A RIALZARTI MARK?" aveva urlato nel silenzio attonito dello stadio il Bomber di Fuoco, "Io non mi arrenderò, hai capito? Puoi contare su di me." aveva continuato porgendo la mano ad Eric per aiutarlo ad alzarsi.
"Non sei tu quello che dice che non si deve mai mollare, fino alla fine?" anche Jude si era finalmente alzato e dopo essersi asciugato la fronte dal sudore con il bordo della maglietta aveva rivolto un sorriso stanco a Mark.
Uno alla volta tutti i rimanenti giocatori della Raymond si erano rialzati sulle proprie gambe, assicurando a Evans la loro disponibilità a continuare con un commovente coro di urla "Capitano!".

I ragazzi della Zeus non sembrarono troppo colpiti da questa situazione, probabilmente si aspettavano che la Raymond si arrendesse a quel punto, ma loro non sembravano minimamente provati: avrebbero potuto continuare tutto il giorno a massacrarli senza versare una goccia di sudore. E così fecero.

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