IL CAFÈ

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Le parole di Caleb mi avevano caricata più che mai: passavo tutte le ore del giorno a pensare alla mia super tecnica, e quelle della notte a sognare cosa sarebbe potuto uscire.
Mi chiedevo in continuazione se sarei diventata una giocatrice di fuoco come mio cugino Axel: l'idea che potessimo essere una coppia di gioco devastante mi solleticava continuamente, anche se sapevo benissimo che non avrei mai potuto giocare insieme a lui, se non in partite extra scolastiche.
Ero sempre la prima ad entrare in campo agli allenamenti, l'ultima a uscire.
Quando non ero in campo studiavo i risultati degli allenamenti che Caleb e Naomi preparavano ogni giorno osservandoci minuziosamente.

Il mio entusiasmo aveva contagiato anche le mie compagne. Sentivo che stava cambiando qualcosa nella nostra squadra: stavamo iniziando a legare anche fuori dal campo, e questo aiutava notevolmente la sintonia della squadra.
L'unica nota negativa era che purtroppo, vivevo con l'ansia costante.
Non riuscivo davvero a capire se potevo fidarmi del Comandante... erano ormai passati mesi dall'incidente di Sarah e sebbene tutti sembravano essersene dimenticati io vedevo che qualcosa nella mia migliore amica non si era ancora rimesso a posto.
Ogni volta che si avvicinava alla strada si irrigidiva.
E vederla così, nonostante si trovasse quasi sempre tra le forti e amorevoli braccia di Joe, non mi lasciava serena.

Mi ritrovavo di nuovo di fronte a quella porta, di nuovo prima degli allenamenti.
Quel weekend i ragazzi avrebbero avuto una partita davvero tosta, erano molto tesi. Si sarebbero scontrati con la Raymond High, per la semifinale del girone invernale.
I ragazzi avevano vinto una partita dopo l'altra senza problemi, noi assistevamo a quasi tutte le partite che giocavano in casa, e potevamo dire che stavano davvero andando forte.
Mentre io non vedevo l'ora di assistere al derby del mio cuore, il Capitano Sharp e i ragazzi della Royal erano tutt'altro che entusiasti.
Bussai.
"Blaze ma insomma." Samford aprì la porta senza neanche guardarmi.
"Ormai sei praticamente di casa nel nostro spogliatoio, se ti piace così tanto vieni a cambiarti qua dentro!" Mi fece l'occhiolino.
Io roteai gli occhi divertita.
"Ciao Samford! Non so più come farti la corte non cogli mai i miei segnali..." gli risposi avvicinandomi a lui in modo sensuale.
"Eh? No ma... io cioè..." arretrò imbarazzato. Le sue guance erano diventate rossisime. Era davvero divertente per una volta prenderlo in giro come faceva lui con me.
"Cosa c'è David? Non ti piaccio?" Continuai a flirtare.
"N-no no. Cioè si ma... cioè no perché lui..."
"Che succede qui? Chi ha rotto David?" Fummo interrotti dal Capitano Sharp che era arrivato alle spalle di Samford ridacchiando divertito.
"Oh ciao Nikki." Si appoggiò allo stipite della porta incrociando le braccia, con quel suo sorrisino strafottente. "Cosa ti porta qui? A parte evidentemente me."
David, che nel frattempo era rimasto lì imbambolato, si ridestò e mi diede un buffetto sulla testa mentre mi superava per andare al campo.
"Ahhh Blaze sarai la morte di un uomo fortunato un giorno." Ridacchiò correndo via facendo sbuffare il Capitano.
"Ei Sharp. Scusa se ti rompo sempre le scatole. Volevo chiederti se avevi tempo per un caffè dopo gli allenamenti."
Lui sembrò preso in contropiede per un istante, poi il suo ghigno si ingigantì fino a diventare un vero e proprio sorriso.
"Mi stai forse invitando a uscire Blaze?"
Io scoppiai a ridere "Oh cielo no! Niente affatto mio caro. Non farei mai nulla di mia spontanea volontà per gonfiare ulteriormente il tuo gigantesco ego." Poi tornai seria "Volevo parlarti di una cosa importante. Però so che questa domenica avete una partita davvero impegnativa e non c'è problema se non hai voglia di perdere tempo..."
Lui mi interruppe ridacchiando mettendomi una mano intorno alle spalle e spingendomi delicatamente verso il campo insieme a lui.
Averlo così vicino mi devastava.
Mi venivano in mente flash di quel giorno dell'incidente. In cui sono stata cullata mentre piangevo tra quelle braccia forti, mentre respiravo quel profumo così buono che mi faceva impazzire...
'Nikki ripigliati.' Mi rimproverai da sola. 'Non hai mai fatto la scema così per un ragazzo, non inizierai certo ora.'
Mi resi conto solo allora che mentre io e il Capitano Sharp uscivamo dal tunnel degli spogliatoi praticamente abbracciati tutti quanti ci stavano guardando sbalorditi.
Mi divincolai velocemente dalla sua stretta, ma appena mi allontanai Jude mi fermò per il polso e mi tirò nuovamente a sè.
'Odio quando è così fisico. Beh forse non è proprio ODIO. Fastidio. Si fastidio.'
Il Capitano avvicinò il viso al mio e mi sussurrò all'orecchio "Ci vediamo mezz'ora dopo gli allenamenti fuori da scuola, Capitano."
Fui colta da un brivido lungo la schiena che cercai di nascondere correndo velocemente verso le mie compagne che mi guardavano con sorrisetti maliziosi.
"Ragazze è inutile che fate quella faccia! Lo sapete come sono fatti i ragazzi, scherziamo sempre!" Liquidai la faccenda rapidamente prima di lanciarmi a testa bassa nell'allenamento.

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