IL MIO RITORNO IN CAMPO

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Durante i pochi giorni di vacanze Natalizie che la Royal Academy ci concesse decisi di continuare gli allenamenti.
Ovviamente non avremmo potuto allenarci a scuola, nè alla Royal, nè alla Raymond.
Ma avere come amica un membro del consiglio direttivo di una delle due scuole cadeva proprio a fagiolo.
Nelly ci aveva fatto sgattaiolare dentro la scuola e poi dentro la palestra Inabikari ogni volta che glielo avevo chiesto, cioè ognuno dei quattro giorni di vacanza che avevamo, escluso Natale.

In questi giorni insieme alle ragazze iniziammo a pensare a quale tipo di formazione adottare per il nostro primo torneo.
Ormai ci allenavamo da un pò, quindi ognuna di noi aveva capito in che ruolo si sentiva più a suo agio.
"Ragazze, ho pensato a una formazione di prova che potremmo utilizzare nel torneo." dissi mentre Naomi apriva lo schema sul tablet. "Allora, ovviamente siamo in dodici, il che significa che giocheremo con una riserva. In difesa schiererei Betty e Hannah come terzini, Martha e Lisa come difensori centrali."
"Mi raccomando ragazze non facciamo passare neanche il vento!" Esclamò Sarah battendo il cinque alle compagne.
"A centrocampo ci saremo: io come mediano, Amy e Sam come mezzale e infine Diana come trequartista." Le mie compagne annuirono.
"In attacco abbiamo tre punte: Callie, Frankie e Gabrielle. Inizieremo le partite con una di voi in panchina: dopodiché decideremo strada facendo se servirà modificare la formazione per avere un assetto più offensivo o se invece ne occorrerà uno più difensivo."
Poi continuai "Ah c'è un'altra cosa: ovviamente i numeri che abbiamo sulle divise oscene del Comandante non saranno quelli che effettivamente indosseremo. Se il piano funzionerà dopo Capodanno ci daranno le divise di riserva dei ragazzi. Quindi iniziate a pensare a che numero vorreste avere, e comunicatelo a Naomi. Così eviteremo discussioni in futuro. IL DIECI E' MIO!" gridai ridendo e facendo spaventare le mie compagne.

Mi dedicai con estremo impegno agli allenamenti intensivi alla Raymond: volevo che arrivassimo pronte al torneo, e speravo che insistendo con gli allenamenti della palestra Inabikari, avremmo sviluppato delle tecniche speciali. Ora che avevamo anche definito i ruoli potevamo finalmente fare degli allenamenti mirati e personalizzati.

In quei giorni non vidi quasi mai Caleb: voleva approfittare delle vacanze per uscire con gli amici della sua vecchia scuola. Io ero un pò preoccupata, perchè sapevo che avrebbe rivisto la famigerata Maddy, la ragazza per cui aveva litigato con Sharp l'anno prima.
Con tutti gli impegni che mi ero prefissata però, non ebbi quasi il tempo di essere gelosa.
La mattina mi allenavo con le ragazze alla Raymond sulle tecniche speciali, nel pomeriggio mi chiudevo in camera per portarmi avanti con i compiti e la sera stavo con la mia famiglia.
Non ebbi modo ovviamente di vedere o sentire nessuno neanche della squadra maschile.
Sarah ci raccontò che Joe era stato molto vago sul motivo per cui era sparito dal nulla, e che nonostante avesse bevuto parecchio non era riuscita a scucirgli una risposta sincera.
Sembrava solo estremamente addolorato e dispiaciuto.

Quando la scuola ricominciò, insieme con gli allenamenti del Comandante io ero molto più stanca di quanto non fossi prima di Natale.
La nostra scuola era l'unica in città che non univa le vacanze di Natale e Capodanno, quindi stavamo a casa dal 23 al 26 dicembre e poi tornavamo a scuola fino al 31 dicembre compreso.
In realtà l'ultimo giorno di dicembre la scuola chiudeva prima, perchè serviva tutto il pomeriggio per allestire il magnifico salone delle feste.
Il 27 dicembre avrei ricominciato ad allenarmi con le mie compagne e con la squadra maschile. Non vedevo l'ora. Anche se quel giorno di congelava.
Indossai la mia maledetta divisa, mi infilai gli scarpini, mi fissai al braccio la mia preziosa fascia di capitano e dopo essermi allacciata la felpa fino al mento uscii dallo spogliatoio di corsa. Ovviamente non potevo ricominciare gli allenamenti senza una plateale figura di merda, quindi mentre correvo come un razzo verso il campo mi schiantai contro qualcuno, finendo a gambe all'aria.
"Oi oi ahia che male!" mi lamentai mentre mi massaggiavo il sedere.
Dal silenzio glaciale che accompagnò tutta questa goffissima scena capii subito chi avevo travolto. Beh, dal silenzio e dal fottuto profumo.
"Scusa Sharp." gli dissi ancora dolorante, poi alzai lo sguardo. Lui non si era mosso di un millimetro. Mi guardava dall'alto con aria infastidita.
"Dio Santo Blaze! Come fai a giocare a calcio e ad essere così impacciata? Mi meraviglio che tu non ti sia mai schiantata su un palo della porta rincorrendo le farfalle." mi criticò porgendomi una mano per alzarmi.
Io sbuffai "Grazie."
Poi ricominciai a correre verso il campo.
"Aspetta Blaze!" mi chiamò di nuovo il Capitano della Royal.
"Che vuoi?" sbottai senza girarmi.
"Allora... ho sentito che hai qualcosa di grosso tra le mani." mi disse lui raggiungendomi di corsa e camminando accanto a me verso il campo.
"Sharp se stai per fare una battuta sconcia io ti strappo i rasta, uno a uno."
Lui scoppiò a ridere "Ma io sono un Signore! Non confondermi con David!" poi tornò serio e mi chiese sussurrando "Ho sentito del torneo."
Io lo fulminai e iniziai a correre intorno al campo. Faceva davvero freddo, il mio fiato si condensava immediatamente in nuvolette di vapore bianco mentre respiravo.
Sharp non mollò e iniziò a correre accanto a me.
"Andiamo, è stata una mia idea no? Te l'ho suggerito io, non ti ricordi?" Mi sorrise.
'Ma che problemi ha questo? Un giorno mi odia poi giorno dopo ci ubriachiamo e siamo di nuovo amici? No caro non funziona così.'
Io cercai di ignorarlo ma non voleva scollarsi da me, e anzi continuava a marcarmi stretta nonostante i miei cambi di velocità.
"Eddai Blaze. Non fare così."
"Posso continuare tutto il giorno Sharp. Ho scoperto nell'ignorarti uno dei massimi piaceri della vita."
Lui si mise a ridere "Jude, perchè non mi vuoi bene?" mi fece il verso fingendo di piangere come un bambino. "Non vuoi più essere mio amico?" continuò.
Cercai di rimanere seria ma ricordavo perfettamente quella scenata, e scoppiai a ridere imbarazzata. "No ti prego non tiriamo mai più in ballo quel discorso!" poi tornai seria "Non mi importa davvero che tu sia mio amico o no. Basta che la smetti di fare lo stronzo. Il campo è grande e la scuola anche di più: possiamo convivere pacificamente senza doverci parlare per forza."
Sharp rimase in silenzio.
'Interessante, ho lasciato Jude Sharp senza parole.' gongolai mentre continuavo a correre.
"Io non mi diverto a essere stronzo con te." Mi disse lui fermandosi improvvisamente.
"Cosa?" chiesi confusa fermandomi per riprendere fiato.
"Non lo faccio perchè mi diverto." ripetè. "Mi costa molto ignorarti e trattarti male."
"Beh allora... ehm non farlo?"
Lui sospirò ricominciando a correre. "Non è così semplice."
Io rimasi ferma a fissarlo a bocca aperta.
'Mah... forse si droga.' pensai tra me e me.
Poi Sharp si fermò di nuovo e mi guardò sorridendo. "Sai, comunque possiamo correre insieme se ti va."
Senza pensarci lo raggiunsi e continuammo a correre in silenzio.
Piano piano tutti i giocatori e le giocatrici della Royal emersero dagli spogliatoi, e dopo qualche minuto di confusione decisero di unirsi alla corsa tutti insieme.

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