LA DIVISA

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Visto che la squadra maschile quel giorno non si sarebbe allenata avevamo il permesso di usare il loro spogliatoio.
L'odore era notevolmente migliorato, c'era addirittura ancora un leggero sentore di lavanda.
Gli armadietti erano numerati, c'erano numerose incisioni e scritte sugli sportelli di acciaio. Per lo più disegni in realtà: la mascotte della Royal Academy, un pinguino imperatore rosso, adornava quasi tutto lo spazio disponibile.
Mentre le mie compagne erano impegnate a guardarsi intorno, notai una sorpresa: impacchettate sulle panchine di legno con tanto di fiocco rosa e cartellino col nome c'erano delle divise nuove.
I colori della Royal erano invertiti su quelle divise, che erano rosse con le righe verdi. Ma non fu questo a disturbarmi.
Sembravano quasi bikini: i pantaloncini erano poco più che un paio di culottes a brasiliana, mentre la maglia era un croptop.
Decidemmo di dare una possibilità a queste divise, ma presto l'esaltazione per essere state finalmente prese sul serio svanì: sembravamo un gruppo di stripper che preparavano uno spettacolo natalizio a tema calcio.
"Ragazze, lo so che queste divise non sono da calcio. Lo so che è imbarazzante giocare in uno stadio con questi shorts a giroculo e i calzettoni. Diremo al Comandante che abbiamo freddo: mettete  sopra agli shorts i pantaloni della tuta e tenete solo il crop top..."

Non volevo dare al mister una scusa per arrabbiarsi con noi, anche perché non avevo ancora capito che opinione aveva sulla squadra femminile.
Di facciata sembrava quasi entusiasta di poter plasmare una nuova squadra, ma da tante piccole cose, come massacrarci con gli allenamenti, o comprarci queste stupide divise inadeguate, sembrava volesse sabotarci.

Quando entrammo in campo Caleb rimase a bocca aperta: "Ma cosa diavolo vi siete messe?"
Il Comandante ghignò "Ma come Stonewall, non ti piacciono le nuove divise?"
"Veramente, Comandante, non piacciono nemmeno a noi. Sono scomode e veramente troppo attillate." Provai a intervenire.
"Blaze non ti va mai bene niente!" Mi apostrofò il Comandante "Le ho scelte personalmente: ho pensato che avreste preferito sembrare carine mentre fate questa cosa, che di certo non si può definire calcio." Ridacchiò alla sua squallida battuta.
"Comandante queste divise non sono serie, la ringrazio per aver pensato allo stile, credo, ma le assicuro che mentre sudiamo e ci affanniamo non ci da sollievo indossare degli shorts più corti delle mutande. Poi siamo a scuola, non è possibile che abbiate accettato di lasciarci girare conciate così. Se per lei è un problema, possiamo cercarci da sole altre divise." Proposi il più educatamente possibile.
"Le divise devono essere approvate dal direttore sportivo. Che ha già approvato queste. Ora smettetela di perdere tempo. Iniziate a correre signorine."
Feci un respiro profondo per calmarmi.
"Certo Comandante, quanti giri?"
"Non lo so, finché non decido che può bastare." Rispose freddo il Comandante.

Alla fine ci fece correre per tutto l'allenamento. Non toccammo nemmeno i palloni.
Continuavamo ad alternare giri di campo a scatti da un lato all'altro.
Quei maledetti pantaloncini erano davvero scomodi, continuavano ad arricciarsi, a rimpicciolirsi ulteriormente.
Dovevo trovare assolutamente una soluzione, non potevamo pensare di allenarci così per un anno.

Alla fine dell'allenamento eravamo talmente distrutte e arrabbiate che nessuno disse una parola mentre ci avviavamo nello spogliatoio, tranne il comandante: "Blaze, se domani vedo anche solo una di voi senza la divisa potete considerare questo il vostro ultimo allenamento. In quanto Capitano mi aspetto che tu faccia rispettare le mie decisioni."

Non mi aveva nemmeno dato la fascia di capitano quando la avevo chiesta, come poteva aspettarsi che facessi rispettare le sue decisioni se non mi prendeva sul serio nemmeno lui?
"Ma va, a cosa ti serve?" Aveva risposto.
"Ma, Comandante, Sharp ce l'ha."
"Certo ma Sharp gioca partite di calcio vero, con squadre vere, in un torneo vero." Scandiva ogni 'vero' con enfasi, stava palesemente cercando di farmi incazzare.
Ma non gli avrei certo dato una scusa per punirmi coinvolgendo in qualche modo la squadra.
"Pensavo facesse parte della divisa." Risposi schiettamente.
"Beh se proprio la vuoi comprati un nastrino, mettiti un bracciale di perine... tanto è solo simbolico, nel tuo caso non ha  molto significato."
'Si certo, però devo fare il soldatino per te visto che sono il capitano.'

Non amo solo il calcioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora