IL RITIRO - parte 1

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Come ci aveva preannunciato la Signorina Shiller, le attività del ritiro si erano rivelate piuttosto stancanti.
Nonostante questo, la nostra giornata era organizzata alla perfezione.
Nessuna di noi aveva voglia di alzarsi all'alba, e questo ci aiutava tantissimo a non perdere tempo la mattina per prepararci prima della colazione.
Volendo, riuscivamo anche a ritagliarci una decina di minuti per ripassare qualcosa prima dell'inizio delle lezioni, cosa che di solito non riuscivo mai a fare.

Pensavo che dedicare appena tre ore allo studio, visto il carico di lavoro che ci veniva assegnato ogni giorno, sarebbe stata una follia: in tre ore appena non avrei mai smaltito la mole di lavoro che avevo. Invece fui piacevolmente sorpresa nello scoprire che l'Allenatrice aveva organizzato tutto nei minimi dettagli. Aveva raccolto i dati di noi giocatori e aveva creato dei piccoli gruppi di studio basandosi sulla nostra carriera scolastica. In ogni gruppo c'erano almeno due persone dello stesso anno, ma non della stessa classe: secondo la Shiller studiare insieme a qualcuno che aveva affrontato gli stessi argomenti in modo diverso era un buon metodo di apprendimento.
Il mio gruppo era composto da studenti della sezione avanzata, cioè quella in preparazione all'università. Ero piuttosto soddisfatta dei miei compagni di studio: avevo studiato molte volte insieme a Caleb e non avevo alcun dubbio sul fatto che fosse un ragazzo intelligente, ero contenta che fosse nel mio gruppo.
Il suo compagno del quinto anno era Joe King. Devo ammettere che non avrei mai pensato che Joe fosse nella classe avanzata, ma dopo averlo visto studiare meticolosamente gli appunti della giornata mi ricredetti.
Amy e Martha ritrovarono immediatamente l'intesa che avevano in campo, e non ebbero nessun problema a coinvolgere il loro collega e compagno del quarto anno, Ben Simmons.
Per quanto riguardava il mio di collega coetaneo, avevo storto un pò il naso: non mi piaceva l'idea di passare tutto il pomeriggio al fianco di un coglione che mi aveva insultata e infastidita in maniera decisamente pesante. La Shiller aveva assegnato proprio Patrick Smith al mio gruppo, il ragazzo che mi aveva tirato una pacca sul sedere dopo avermi dato della troia davanti a tutta la squadra maschile. Non avevo paura di lui, mi ero difesa dignitosamente, e più tardi anche Sharp e Stonewall gli avevano dato una ripassata, però... non era nella top ten delle mie persone preferite ecco. Nemmeno nella top fifty a essere onesta.

Durante le ore di studio dovevamo tenere i telefoni spenti nella borsa, e mi secca ammetterlo, ma la mia concentrazione senza il telefono a distrarmi era almeno duplicata.
Se avessi saputo che bastava chiudersi in biblioteca con uno che mi stava sulle palle e spegnere il telefono lo avrei fatto molto prima.
Avere a disposizione i ragazzi più grandi inoltre, era un enorme aiuto in più: studiare con Joe e Caleb significava avere a disposizione due enciclopedie parlanti. A malincuore devo ammettere che anche Smith stesso si era rivelato piuttosto utile da sfruttare: spiegare a lui le cose che non capiva mi aiutava a far sedimentare meglio i concetti, e sentire le sue spiegazioni sugli argomenti che non erano chiari a me era estremamente illuminante. Poi le rare volte in cui nessuno dei due riusciva a sbrogliarsi da un argomento particolarmente ostico, accorrevano in nostro soccorso gli "anziani" del gruppo.
Questo ritiro mi aveva insegnato un nuovo metodo di studio davvero interessante: anche se una volta terminato il ritiro avrei dovuto gestirmi autonomamente, questo non toglieva che potevo organizzare dei piccoli gruppi di studio ogni tanto.

Gli allenamenti non furono realmente più duri del solito: semplicemente anzichè allenarci in due sessioni separate come al solito, avevamo ripreso gli allenamenti congiunti. Sebbene ci allenassimo tutti insieme, l'atmosfera era ben diversa da quella che aveva creato il Comandante Dark quando aveva provato ad allenarci contemporaneamente: l'allenatrice divideva equamente la sua attenzione, assegnandoci a volte del lavoro da gestire in autonomia, mentre lei seguiva l'altro gruppo e viceversa. E poi poteva contare sull'aiuto di Samford, che durante il ritiro aveva assunto il ruolo di manager-assistente al fianco di Naomi.
Le ampie pause tra un'attività e l'altra ci consentivano di rilassarci, cazzeggiare e, se necessario, terminare lo studio che era rimasto incompiuto.

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