LA TREGUA

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Joe King aveva insistito per venire con noi in ospedale: era seduto nella sala d'attesa del pronto soccorso di fianco a me.
Era pallidissimo, aveva gli occhi chiusi e si massaggiava le tempie nel vano tentativo di rilassarsi.
Io non ero messa meglio. Il poco mascara che non era colato sulla camicia di Sharp mi rigava ancora le guance.
Sharp... mi aveva consolata e stretta a se per non saprei dire quanti minuti o ore.
Mi aveva poi accompagnata in ospedale in moto non appena mi fui un attimo ripresa.

Non ci avevano permesso di entrare in Pronto Soccorso per stare con Sarah eravamo tutti li fuori a sentirci inutili.
Caleb ci aveva raggiunti con le altre ragazze, ora era fuori dalla porta che discuteva animatamente con Jude.
"Cosa ci facevi li con loro?" Chiese aggressivamente il capitano.
"Sharp stai calmo. Sono andato con loro per tenerle d'occhio."
"Beh sei stato bravissimo Stonewall guarda cosa è successo." Sbraitò ancora l'altro.
"Guarda che si sarebbero allenate lo stesso con o senza di me, ho pensato che avrei potuto notare se qualcosa non andava, ma come potevo prevedere una cosa del genere?" Caleb cercava di ribattere mantenendo la calma ma le accuse di Sharp iniziavano a spazientirlo.
"Non serve che TU le controlli. Rovini tutto quello che tocchi."
"Senti brutto idiota." Caleb gli si era avvicinato minacciosamente "Non sono io quello che ha iniziato il gioco del supereroe..."
La discussione andò avanti ancora un bel pezzo. Ma io smisi di ascoltarli.
'Caleb è voluto venire al campo solo per controllarci. Forse ho davvero sottovalutato gli avvertimenti di Jude.'
In quel momento uscì dalla porta del Pronto Soccorso mio zio, il padre di Axel, che avevo chiamato subito appena arrivata in ospedale.
Sorrideva.
"Nikki, ragazzi. La vostra amica sta bene non si è fatta niente. È stato ovviamente uno shock ma è stata fortunata, o forse molto in gamba, perchè è riuscita a saltare via dalla traiettoria dell'auto in tempo."
"Oh cielo Zio, grazie." Lo abbracciai forte "quindi può tornare a casa?" Chiesi.
"Si certo, ma accompagnatela."
Joe si offrì subito volontario. Era davvero tenero... era palese che ci tenesse a lei.
"Nikki ho chiamato Axel. Vi riaccompagnerà a casa in macchina." Continuò mio zio mentre firmava i fogli di dimissione di Sarah.
"Zio... come sta l'autista?"
"Lo sai che non potrei dire niente." Mi rispose serio, poi sospirò . "Vi posso solo dire che è fuori pericolo."
Mi diede un bacio sulla fronte e tornò dentro il Pronto Soccorso.
Appena Sarah uscì Joe scattò in piedi e corse ad abbracciarla. Rimasero abbracciati qualche minuto sussurrandosi chissà quali sdolcinatezze.
Quando finalmente si staccarono fu il mio turno di abbracciare la mia migliore amica "Dio, Sarah mi hai fatto spaventare tantissimo! Mi dispiace."
La mia amica ricambiò l'abbraccio "Oh tesoro ma non è stata colpa tua non potevi mica prevederlo!"
Joe era uscito a parlare con Sharp. I due tornarono proprio in quel momento. Il portiere aveva in mano due caschi e le chiavi della moto del capitano.
"Andiamo Sarah, ti accompagno a casa." Le sorrise porgendole la mano.
Io la guardai andare via, con le lacrime che mi stavano riempiendo gli occhi.
'Forse potevo prevederlo.'
Mi si affiancarono Jude e Caleb.
"Nikki smettila." Mi disse Stonewall mentre ci avviavamo verso l'uscita.
"Non potevi prevederlo è stato un caso" continuò Sharp dolcemente.
Appena fuori io crollai in ginocchio singhiozzando.
"Come potete dire che non è colpa mia?"
I due ragazzi mi avevano presa al volo e mi stavano adagiando delicatamente a terra.
Nel frattempo era arrivato anche Axel.
"Nikki che succ-" quando mi vide per terra si precipitò da me.
"Axel mi avevate avvertito." Singhiozzai ancora.
Mio cugino era confuso, guardò gli altri ragazzi cercando risposte ma non ottenne nulla.
"Me lo avevate detto che era pericoloso non vi ho ascoltato. Che razza di capitano sono? Ho messo in pericolo la mia squadra!" Continuai a piangere.
"Benvenuta nel club." Si lasciò sfuggire Sharp tra i denti, beccandosi una gomitata da Caleb e un'occhiataccia da Axel.
Mio cugino si sedette per terra accanto a me e mi mise un braccio intorno alle spalle.
"Ascolta Blaze." Sospirò il capitano Sharp.
Sia io che mio cugino alzammo la testa. "Oh cielo, ascolta BLAZE FEMMINA" si corresse "Lo so che ti ho spaventata avvisandoti di stare attenta ma credimi andrò a fondo a questa storia. Mi sembra troppo anche per Dark una cosa del genere, sono sicuro che si sia trattato davvero di un incidente."
I ragazzi si guardarono poco convinti.
"Forza andiamo." Axel mi mise un braccio intorno alla vita e mi accompagnò alla macchina, mi fece sedere e mi allacciò la cintura. Poi tornò da Sharp e Caleb.
Non ho idea di cosa si siano poi detti. Perché mi addormentai come un sasso.

Ci avevo pensato tutta la notte. Sapevo cosa avrei dovuto fare ma...
"Ragazze la squadra è sciolta." Sputai tutto d'un fiato.
Ci eravamo incontrate tutte sabato mattina sotto la Inazuma Tower.
"No non ci pensare nemmeno cara." Esclamò Sarah. Era arrivata poco prima, mano nella mano con Joe.
"Io voglio giocare a calcio." Continuò. "Lo so che credi che qualcuno voglia sabotarci, ma mancano pochi giorni a lunedì. Se saremo in undici saremo una squadra ufficiale e sarà tutto finito."
Tutte le mie compagne sembravano d'accordo. Anche Frankie, che alla fine aveva deciso di unirsi ufficialmente alla squadra.
"Ma ragazze non siamo nemmeno in undici, ormai è sabato, è impossibile reclutare altre giocatrici." Provai a obiettare.
"Beh potremmo fare un allenamento open!" Esclamò Frankie. "Io ho deciso che volevo giocare con voi solo partecipando a un allenamento: organizziamolo! Mandiamo una mail a tutti gli studenti della scuola, e facciamo vedere loro quanto ci divertiamo."
"Mi sembra una splendida idea." Intervenne Callie.
"Si, mi piace: dimostriamo con i fatti che siamo una squadra fantastica!" Aggiunse Diana.
Io sospirai. "Ragazze non abbiamo nessun posto dove allenarci."
Il campo al fiume era mezzo distrutto. La polizia stava ancora facendo degli accertamenti.
Questo rimando alla realtà fece rabbuiare un po' tutte le mie compagne.
"Non disperatevi ragazze. Forse c'è ancora una possibilità." Joe si allontanò un attimo per parlare al telefono. Dopo un paio di minuti tornò tutto sorridente.
"Naomi, manda una mail a tutti gli studenti, dal terzo anno in su: di loro che oggi pomeriggio ci sarà un allenamento open della Royal femminile, e poi una grande festa, a questo indirizzo." Le passò un bigliettino.
"Dici che la gente sarà invogliata a venire a vedere otto sfigate senza allenatore che fanno cose a caso?" Chiesi sconsolata.
"Grazie tante." Intervenne Caleb che era stato in silenzio fino a quel momento.
"Cal lo sai cosa intendo"
"Beh potresti invitare anche i tuoi amici della Raymond per fare un po' di scena..." disse Sam.
"Allenamento open con il Bomber di Fuoco" esclamò entusiasta Naomi battendo le mani. "Tutte amano Axel, vedrai capitano, ci sarà un sacco di gente!" Aveva gli occhi a cuore.
Joe sghignazzò "E poi nessuno ha mai detto di no ad una festa a casa Sharp."
"A CASA SHARP?!?!" Quasi urlai io.
"Cioè quel coglione ha un campo da calcio in casa?"
"Ehm... si in effetti il coglione ce l'ha. In giardino ovviamente, non in casa." Sharp ci aveva appena raggiunto con Samford.
"Ma se non ti va bene puoi cercare un altro posto" aggiunse infastidito incrociando le braccia al petto.
"Nonono va benissimo!" Saltai ad abbracciarlo entusiasta quasi lo feci cadere per lo slancio. Appena realizzai la cosa mi staccai subito come se mi avesse dato la scossa.
'Questo maledetto profumo... potrei annusarlo tutto il giorno.'
"Grazie, Capitano." Gli porsi la mano "È una tregua?" Lui la strinse facendomi un sorriso sexy "Non siamo mai stati in lite, Principessa."

Non amo solo il calcioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora