LA MIA PRIMA VOLTA

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Ero rimasta incollata al muro per non so quanto tempo.
A fissare il vuoto a bocca aperta.
Mi sentivo le labbra bruciare dove Sharp aveva appoggiato le sue in un bacio che sapeva di disperazione.
Non potevo credere che lo avesse fatto per l'unico motivo plausibile, Jude Sharp non poteva provare qualcosa per me. Sicuramente era stato solo un modo per riaffermare il suo potere, per ricordarmi che lui era più forte e più importante, o un modo per vendicarsi di Cal...
'CALEB'
Il mio corpo si mosse da solo.
Nella mia testa i miei pensieri si accavallavano l'uno con l'altro in un vortice di confusione.
Le parole di Axel risuonavano nella mia testa come una formula magica: "Sharp è innamorato di te." mi aveva detto la sera della festa in discoteca prima di Natale.
Immagini sconnesse mi attraversavano la mente come un film mandato avanti veloce: il giorno in cui avevo conosciuto Caleb, quel giorno avevo avuto il primo litigio vero con Sharp. Il giorno in cui Cal mi aveva raccontanto di Maddy e della lite scaturita con Jude, che era stato così gentile da prestarci casa sua per attirare nuove ragazze nella mia squadra. Quella volta che Caleb non mi aveva lasciata sola un istante quando Sarah era quasi stata spazzata via da un'auto, e io ero comunque finita a singhiozzare tra le braccia forti del Capitano Sharp. E poi il bacio.
Quando Caleb mi aveva baciata la prima volta era stato strano, molto più strano che bello.
Non che quello fosse il mio primo bacio, assolutamente. Ma ci avevo messo un pò prima di sentire la scintilla che in teoria, secondo le favole, dovrebbe scattare subito.
Ma d'altra parte io non l'avevo mai sentita, come potevo fare paragoni?
Quella sensazione strana, che mi bruciava le labbra e mi faceva sentire come se solo la bocca di Jude Sharp potesse alleviare quel dolore dolce... non poteva essere QUELLA scintilla. Non doveva essere per lui.
In ogni fottuto pensiero legato a Caleb lui spuntava fuori dal nulla e si riprendeva la scena con la stessa prepotenza che lo caratterizzava anche nella realtà.

Senza rendermene conto arrivai davanti all'ufficio del Comandante, nello stesso istante in cui Caleb usciva con lo sguardo cupo.
Mi fermai a guardarlo un secondo: non mi ero mai resa conto di quanto fosse dannatamente sexy.
Teneva la giacca della divisa disordinatamente appoggiata sulla spalla, e camminava con le mani in tasca. I risvoltini sui polsini della camicia lasciavano intravedere parte di quel tatuaggio che ero improvvisamente curiosa di osservare da vicino. Il tessuto sottile della camicia gli fasciava perfettamente il petto tonico.
'Certo, non tonico come- NO.' mi fermai da sola, tornando ad ammirare Caleb.
Lui si accorse della mia presenza e mi sorrise stancamente.
I capelli scompigliati gli cadevano sulla fronte nascondendo parzialmente gli occhi verdi in cui avevo trovato complicità tante volte.
"Ei Nikki, scusa ci ho messo tanto. Non sapevo mi stessi aspettando." mi salutò.
"Ei che muso lungo! Non dovresti essere felice?" Gli chiesi avvicinandomi e lasciando un bacio leggero su lle sue labbra.
"Il Comandante mi ha fatto una valanga di raccomandazioni senza senso."
"Di che tipo?" Gli chiesi io distrattamente.
"Non so, ha detto che non sono ammesse distrazioni e colpi di testa questa volta. Temo possa riferirsi alla lite che ho avuto con il Capitano l'anno scorso: evidentemente se rientro in squadra non posso provare tutto questo risentimento nei suoi confronti. Dovrò andare a parlarci." Sospirò.
L'immagine di loro due che parlavano pacificamente mi sembrava impossibile. Caleb non avrebbe dovuto abbassarsi a chiedergli scusa, perchè Sharp si era ripreso una piccola parte di orgoglio usando me come mezzo per vendicarsi.
La sensazioni provocate dal bacio di Jude Sharp mi invasero di nuovo i pensieri: le sue labbra che avevano cercato le mie quasi come se baciarmi fosse diventata una necessità vitale, il calore emanato dal suo corpo che mi teneva intrappolata contro il muro freddo, quella sensazione di vertigine che avevo provato e che mi aveva lasciata sconvolta.
Mentre mi incazzavo sempre di più con me stessa per aver permesso a Sharp di intromettersi nella mia vita sentimentale, strinsi i pugni con forza, e percepii nella mano destra qualcosa di freddo e duro.
Non avevo registrato di avere in mano la chiave dello spogliatoio maschile.
Ebbi un lampo di genio, o di follia.
Dovevo cancellare l'immagine di Jude, e soprattutto dimenticarmi delle sensazioni che quel bacio rubato mi faceva ribollire dentro.

Non amo solo il calcioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora