LUI NON C'E'

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Il giorno della festa mi svegliai piuttosto presto: avevo veramente tante cose da organizzare, e nonostante avessi a disposizione ben due squadre di calcio pronte a darmi una mano, mi sentivo super in ansia. I ragazzi della Raymond si meritavano una pausa, e le mie manie perfezioniste presero il sopravvento: avrei garantito loro un pomeriggio di completo relax e divertimento.

Fortunatamente tutti i miei aiutanti avevano il mio stesso obiettivo in mente, quindi non mi stupii più di tanto quando la mia casa fu invasa da studenti della Royal Academy di buon mattino.
Dopo una dose di caffè bella forte, ci attivammo tutti: lasciate le mie compagne a preparare una lista della spesa in cucina, mi avviai con i ragazzi in giardino. I miei genitori avevano già fatto pulire e riempire la piscina fortunatamente, l'acqua limpida iniziava già a scaldarsi grazie ai raggi del sole che splendeva già caldo nel cielo.
"Ok ragazzi, allora... abbiamo un pò di cose da spostare. Per prima cosa dobbiamo sistemare le casse ai lati del giardino. Sono di sopra in camera mia, ho bisogno che qualcuno mi aiuti a portarle giù. Poi dobbiamo togliere i divanetti da sotto il gazebo, per far posto al tavolo che è nello stanzino degli attrezzi e va montato, insieme alle sedie e ai lettini da piscina."
Mentre alcune delle mie amiche si erano fatte coraggio ed erano salite in macchina con la neopatentata Frankie per fare la spesa, io le altre ci eravamo dedicate ad aiutare i ragazzi a sistemare il giardino.
"Mi sembra tutto a posto Nikki." mi comunicò Caleb sorridendo e asciugandosi distrattamente la fronte con la manica della felpa.
Il sole iniziava a farsi davvero caldo.
"Perfetto, vieni Cal, dammi una mano. Portiamo qualcosa di fresco da bere prima che qualcuno stramazzi dal caldo."
Mentre io e il nuovo Capitano preparavamo i drink per tutti, in cucina era sceso un silenzio leggermente imbarazzante. Lo avevo beccato a guardarmi già un paio di volte, mi guardava di soppiatto, come se volesse chiedermi qualcosa, ma ogni volta che incrociavo il suo sguardo e gli sorridevo lui si voltava bruscamente.
"Ei Cal, tutto bene?" chiesi candidamente cercando di non far trasparire l'imbarazzo che iniziava a farsi pesante.
"Eh?" scattò lui rovesciandosi addosso mezza bibita e facendo precipitare l'altra metà sul pavimento. "Cazzo." imprecò tra i denti mentre cercava di asciugare il disastro con dei tovagliolini minuscoli.
Io scoppiai a ridere, l'imbarazzo del pesante silenzio era già svanito grazie alla filastrocca di imprecazioni che uscivano dalle labbra serrate di Caleb.
"Aspetta, usiamo qualcosa che sia effettivamente utile." commentai io accovacciandomi di fianco a lui e iniziando a raccogliere il liquido appiccicoso con uno straccio.
Dopo pochi minuti la cucina era tornata pulita, cosa che non si poteva dire di Caleb, la cui maglietta bianca era ora macchiata e appiccicosa sotto alla felpa slacciata.
"Uhm, vediamo se riusciamo a sistemare anche te." commentai mentre lo afferravo per il polso trascinandolo al piano di sopra.
"Nikki?" mi chiamò Sarah che era appena tornata dalla spesa insieme alle altre, e che era rimasta un pò sorpresa nel vedermi tenere Caleb per mano.
Senza fare domande continuò "Iniziamo a mettere le cose nel frigorifero, tra un'oretta dovrebbero arrivare i nostri 'Golden Boys'." poi ci rivolse un sorrisetto malizioso "Fate in fretta! Mi raccomando Caleb!" e si voltò ridendo senza lasciarci il tempo di spiegare.
Io mi sentii avvampare, e lasciai la mano di Caleb immediatamente, forse con un pò troppa foga.
"Ehm scusa, ti stavo portando in bagno..."
Lui alzò un sopracciglio, ma non sembrava infastidito, quando più sembrava pronto a prendermi in giro. "Ah si?" ghignò maliziosamente.
"Non fare lo scemo ti sei sbrodolato come un bambino! Voglio vedere se riusciamo a smacchiare la tua maglietta preferita prima che sia troppo tardi." continuai guidandolo su per le scale.
Lui addolcì la sua espressione "Ti ricordi che è la mia preferita?"
"Certo! Anche se non siamo stati insieme per tanto tempo, ti ricordo che sei stato anche il mio migliore amico."
Lui si rabbuiò mentre entravamo nella mia stanza e poi nel mio bagno privato.
"Cos'hai Caleb?" sbuffai io stufa delle occhiatine di soppiatto e dei suoi cambi di umore.
"Mi manchi." disse lui semplicemente, mentre si liberava della felpa.
La macchia appiccicosa sulla maglia bianca aveva fatto aderire perfettamente il tessuto su quegli stramaledetti addominali che fino a qualche mese fa mi avrebbero fatto impazzire.
"Ti manco?" chiesi confusa.
"Certo che mi manchi! Dannazione, come potrebbe essere altrimenti? Da quando abbiamo rotto sono passati mesi, e nonostante questo ci comportiamo ancora come semplici compagni di scuola. Non mi aspettavo che ci saremmo riavvicinati dopo due giorni, ma nemmeno che ti avrei persa del tutto. Mi mancano i pomeriggi di studio, mi manca darti consigli calcistici, mi manca essere il tuo migliore amico." sbraitò lui.
Io non sapevo cosa dire. Anche lui mi mancava da morire, ma non volevo forzare le cose, pensavo che la nostra amicizia si sarebbe riaggiustata da sola col tempo.
"Non pensavo che-"
"Che cosa, Nikki? Non pensavi che avrei più voluto essere tuo amico perchè sei stracotta di Sharp?" mi incalzò lui appoggiandosi al muro con le braccia incrociate.
Io sgranai gli occhi.
"Sh-Sharp? Cosa? Io non... No!" balbettai confusa.
"Scusa Principessa, ma come hai detto anche tu, siamo stati migliori amici prima che fidanzati. Quegli sguardi che lanci al nostro amato ex Capitano, a me non li hai mai rivolti. L''ho sempre saputo che l'amore nei miei confronti era totalmente fuori scala rispetto a quello che provavi per lui. Anche allora me ne rendevo conto. E sicuramente lo sapeva anche Sharp. Tu eri l'unica a non averlo capito." ridacchiò lui. "Quando ho scoperto che ti aveva baciata mi sono incazzato con voi due, ma soprattutto con me stesso perchè avevo sempre finto di non vedere quello che avevo davanti. Quella situazione aveva solo confermato la mia più grande paura: cioè che Sharp ti avrebbe portata via da me in uno schiocco di dita."
Io ero rimasta pietrificata. Lui si staccò dal muro sospirando e passandosi una mano tra i capelli.
"Ascolta Nikki, io non voglio più perderti per colpa di Sharp. Non mi interessa se ne sei innamorata o no. Non mi interessa se ti ricambia. Non vorrei nemmeno più averti come fidanzata, sono stati mesi pieni di ansia, continuavo a paragonarmi a lui, a temere di non essere abbastanza per te. Ci ho ragionato a mente fredda: io sono stato bene con te, ma stavamo molto meglio quando non stavamo insieme. Quindi se ti piace lui... per me non c'è problema."
Caleb concluse il suo discorso scompigliandomi i capelli, mentre io ero rimasta inebetita e frastornata dalle sue parole.
Visto che non rispondevo, il mio ex scoppiò in un'allegra risata che rieccheggiò nel piccolo bagno rosa. "Coraggio Capitano non fare quella faccia. Lascia perdere l'introspezione filosofica: dimmi solo se possiamo essere amici come prima, ma sul serio. Non voglio che sia la tipica frase da ex fidanzati che diventano 'amici come prima', ma in realtà non si parlano più."
Nel pieno controllo delle mie emozioni scoppiai a piangere lanciandomi contro il suo petto tonico e agganciando le braccia dietro alla sua schiena.
Con il viso premuto sui suoi pettorali sentii la vibrazione di un risatina mentre Caleb ricambiava l'abbraccio stringendomi ancora di più e accarezzandomi i capelli.
"Lo prendo per un si! Forza, adesso scollati, ti stai sporcando anche tu."

Non amo solo il calcioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora