ROYAL LADIES vs ZEUS HIGH - parte 1

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Quella sera dopo cena avevo deciso di andare a letto presto.
Dopo la notte insonne e la giornata impegnativa che avevo affrontato non ce la facevo proprio più a tenere gli occhi aperti.
Ma qualcuno aveva deciso diversamente: il trillo nella notifica del telefono sul comodino mi fece sobbalzare proprio mentre mi stavo addormentando.

Jude Sharp: Non ho avuto modo di farti i complimenti per la partita che hai giocato. Sei stata magnifica.

'Oook?'
Mi stropicciai gli occhi per visualizzare meglio i maledetti tastini del telefono.
Io: Grazie Sharp. Anche se abbiamo solo pareggiato...
Jude Sharp: Era la vostra prima partita in assoluto. Se posso permettermi di dare un parere tecnico l'hai gestita molto bene, dovete solo imparare a non mollare il colpo quando acquisite il vantaggio.
Io: Cercherò di evitarlo in futuro.
Poi appoggiai il telefono sul comodino.
Non avevo voglia di parlare, non avevo voglia di sentire nessuno.
La partita del giorno successivo sarebbe stata tostissima, e io non riuscivo a pensare ad altro. Avevo paura. Paura per l'incolumità delle mie compagne e per la mia.
Avevamo fatto le splendide decidendo di non ritirarci, ma temevo di aver fatto un errore.

Un altro trillo del telefono mi ridestò dai miei pensieri.

Jude Sharp: Mi dispiace per Shelley.

Non sapevo cosa rispondergli, alla fine ero io che la avevo lasciata avvicinare alla squadra e le avevo permesso di prendermi in giro.

Jude Sharp: Sul serio, non ne sapevo niente. Ti prego di non avercela con me.
Io: Non è colpa tua. E non ce l'ho con te.

Risposi freddamente sperando di chiudere in fretta il discorso.
'Saremo pronte per una sfida del genere?' Continuavo a chiedermi.

Jude Sharp: Quando hai fatto quel discorso oggi, mi hai fatto venire i brividi. È da tanto tempo che nei miei occhi non brilla il fuoco della passione per il calcio che arde nei tuoi.
Io: Awww Jude, come sei sentimentale stasera.
Cercai di sdrammatizzare, perchè il discorso stava diventando troppo melenso per i miei gusti.

Jude Sharp: Sono serio, stai diventando un bravo Capitano, Blaze. Sono orgoglioso di te.

Dopo questo messaggio non riuscii a trattenere un sorriso, e mi sentii d'un tratto molto serena.
Mi addormentai così, stringendo il telefono tra le mani, con un sorriso da ebete sul volto.

L'indomani io e le mie amiche eravamo tese come le corde di un violino.
Nello spogliatoio non volava una mosca: sapevo che dovevo essere io a sdrammatizzare la situazione e dare la carica a tutte, ma non sapevo davvero cosa dire.
Presi in mano il telefono, e rilessi il messaggio di Sharp. Meno di dodici ore prima mi aveva detto che ero diventata un grande Capitano. Se mi avesse vista adesso si sarebbe rimangiato tutto.
All'improvviso la porta dello spogliatoio si spalancò.
"Cosa sono quelle facce?" Tuonò l'Allenatrice Shiller.
"Pensavo di dover accompagnare una squadra di vincenti in queste settimane, davanti a me vedo solo dodici ragazzine terrorizzate."
Ci osservò con le mani appoggiate sui fianchi.
"Dov'è finita tutta quella passione che ho percepito ieri? Tutti i bei discorsi sul vero calcio e sul dimostrare chi siete?" Continuò accigliata.
"Non accetto che entriate in campo così."
Poi chiuse la porta a chiave alle sue spalle, e appoggiò il telefono su un tavolino che era in un angolo.
"Ora faremo un piccolo esercizio per tirare fuori le palle: io e le mie amiche dell'università lo facevamo sempre prima di un esame importante. IN PIEDI SIGNORINE!" battè le mani prima di girarsi e smanettare con il telefono.
Io e le mie amiche ci alzammo titubanti, la Signorina Shiller premette un tasto e dalle piccole casse partì a tutto volume una canzone super coinvolgente. Pochi istanti dopo successe la cosa più incredibile e inaspettata del mondo: la seria e composta Lina Shiller iniziò a saltare e ballare in mezzo allo spogliatoio.
Superato lo stupore iniziale mi lasciai trascinare dalla musica e iniziai a ballare completamente a caso assieme a lei, convincendo anche le mie amiche a partecipare a questa folle danza propiziatoria.
Alla fine della canzone eravamo tutte super cariche: la Signorina Shiller era davvero in gamba.
Ogni tanto mi dimenticavo di quanto fosse giovane, d'altra parte aveva solo pochi anni più di noi.
Io le sorrisi "Grazie Signorina Shiller. È stata un alleato preziosissimo fin ora: faremo di tutto per non deluderla."
Uscimmo di corsa dagli spogliatoi, piene di voglia di metterci in gioco.
Quando arrivammo al campo, Shelley e le sue compagne erano già li, che bevevano la loro strana bevanda pre partita.
"Nikki! Non pensavo che avresti avuto le palle di presentarti." Ghignò lei venendomi incontro.
Io le rivolsi un sorriso falsissimo, cercando di mantenere la calma.
Le porsi la mano "Che vinca la migliore, Shelley. Buona fortuna."
Lei spostò sprezzante la mia mano "Certo tesoro, vinceremo noi. E credimi, per schiacciarvi non ci servirà la fortuna. E non servirà nemmeno a voi: per batterci non vi basterebbe nemmeno un miracolo!" Poi si girò e tornò sghignazzando dalle sue compagne.

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