New Heroes

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Ship: Johnny x Ten

Genere: Smut, heroes!AU

<Benvenuti alla 'New Heroes Academy', cari apprendisti. Presto verrete suddivisi in classi, in base alle seguenti voci: età, potere e capacità di controllare lo stesso. Recatevi in Sala d'Adunata alle ore quindici per un primo controllo delle vostre abilità e, in seguito, lo smistamento. Vi auguriamo una buona permanenza e un brillante futuro da supereroi!>

In seguito, un fastidioso ronzio, e poi il silenzio, eccetto i mormorii provenienti dai vari tavoli.
Finalmente l'altoparlante aveva finito di ripetere il solito, monotono messaggio quotidiano.
"Come se arrivassero reclute ogni giorno" pensò Chittaphon, sbuffando.
Si guardò attorno con un sopracciglio inarcato, cercando di identificare chi fossero i novellini, un giochino che gli piaceva fare ogni mattina.
Era semplice riconoscerli: generalmente bassi, minuti, spaventati, tremanti...

Il più delle volte erano così, e lui stesso si era trovato in quei panni, anni addietro.
Certo, era rimasto basso, ma non tremava più, e nulla lo spaventava.
Oltre la frutta, quella sì che era spaventosa, ma -si diceva- ci avrebbe fatto i conti più avanti.
Si alzò svogliatamente da una delle panche del refettorio, passando a suo rischio e pericolo accanto alla cucina. Nessuno sapeva esattamente cosa succedesse là dentro, si sentivano urla, tonfi e altri rumori tutto il tempo, ma magicamente il cibo raggiungeva la tavola in maniera impeccabile.

Ripassò mentalmente il suo programma pomeridiano, e in un attimo si ritrovò sulla strada per l'Arena da Addestramento, che probabilmente avrebbe trovato già piena, sia di persone che di sangue, o da qualsiasi altra sostanza fuoriuscisse dai corpi dei combattenti.
Rise al suo stesso pensiero, scuotendo la testa.
"Vent'anni bruciati", pensò.
Prima o poi avrebbe smesso di trovare esilaranti le battute che, presumibilmente, si scambiavano i tredicenni in piena crisi ormonale non appena se ne presentava l'occasione, o almeno così sperava.

Si allontanò dal cortile principale, che collegava tutte le zone del campo, e sospirò nostalgico nel vedere i nuovi arrivati correre verso la Sala d'Adunata.
Ricordava bene il giorno in cui, più che agitato, percorreva attentamente i sentieri intricati per aggiungersi alla calca di ragazzini presenti nella grande sala.
Erano passati pochi anni, ma gli sembrava un'eternità.
Sorrise, e svoltando a destra imboccò una delle stradine secondarie.

Durante il tragitto osservò l'area circostante, prestando attenzione anche al minimo particolare.
Percorreva sempre la medesima strada, ma ogni giorno scopriva qualche dettaglio nuovo.
Un incisione su un tronco, una creatura che zampettava indisturbata tra i cespugli da chissà quanto, o semplicemente deviazioni del percorso che non aveva mai notato.

Alla sua sinistra si estendeva la foresta, una sorta di confine naturale all'accademia. Nessun mortale si spingeva mai oltre i limiti, di conseguenza nessun non-super raggiungeva mai il campo.
Che fossero spaventati, pigri, o disinteressati -e Chittaphon sosteneva la seconda opzione- nessuno sbucava mai tra gli alberi, eccetto animali o coppie che si erano appartate per un po'. A volte le coppie si trasformavano in gruppi, ma preferiva non pensarci.

Alla sua destra, invece, i dormitori.
Come ripeteva ogni giorno il messaggio registrato, i ragazzi venivano divisi secondo alcuni criteri, e si stabilivano nelle rispettive stanze.
Non erano veri e propri 'dormitori', o meglio, non come quelli dei college.
Erano più dei bungalow, o roba del genere.
Chittaphon non era esperto in materia, e probabilmente non lo sarebbe mai stato.
Insomma, erano come delle piccole casette con massimo dieci letti ciascuna, con tanto di salotto e cucina.
Venivano trattati molto bene.

Lo stabile più sfarzoso era sicuramente quello dei veterani, come se dovessero mettersi in mostra più di quanto non facessero già.
Avevano aggiunto insegne a neon e qualsiasi tipo di illuminazione possibile, rendendo impossibile a chiunque non notarlo.
Se i rumori della cucina erano assordanti, quello che facevano i veterani era letteralmente un manicomio.
Musica, vetri rotti di continuo, mobili che sbattevano, urla di ogni tipo...
Eppure l'esterno era sempre perfetto.

One Shot Kpop (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora