Questione di scienza

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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
L'immagine di copertina è stata realizzata per questa storia da Misatona.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale.
Nessun copyright si intende violato.


- It takes a fool to remain sane -


CAPITOLO 5
Questione di scienza




«Ahi, Trunks, perché mi hai fulminato?»
Goten si massaggiò la spalla dolente alla quale l'amico si era appena appoggiato per allungarsi a prendere una mela rossa dal cesto della frutta. Avevano mangiato fino a scoppiare al compleanno di Bulma, ma c'era sempre spazio per una sana mela.
«Non ho fatto apposta. Dev'essere stata l'elettricità statica» rispose il ragazzino, guardandosi il braccio. Effettivamente bruciava. Alla faccia dell'elettricità statica! Non l'aveva mai sentita così forte.

Goten inarcò un sopracciglio e guardò l'amico in silenzio. Non aveva mai provato nulla di simile prima di allora, non così potente almeno. Roba che non si sarebbe sentita nemmeno togliendosi un maglione di lana con il vento toccando poi il ferro!


Trunks si guardò il palmo della mano con attenzione alla ricerca di qualche escoriazione ma, esattamente come quel giorno di quattro anni prima, non vi trovò alcun segno. Se lo ricordarono entrambi quel momento, rimembrarono perfettamente che non era la prima volta che avvertivano una sensazione del genere.
Desiderio represso di prendersi a cazzotti, pensò Goten. Non avrebbe potuto essere altrimenti! Troppa tensione accumulata.
«M-mi volevi dire qualcosa?» domandò Goten, con il colorito in volto di uno che si è scordato di mettersi la crema solare alle Maldive.
«Nulla... nulla. C-ci vediamo domani a scuola?» rispose Trunks. Per qualche istante si dimenticò davvero per quale motivo avesse tentato di fermarlo mentre stava per andarsene.
Goten sorrise sghembo, con il consueto ciuffo di capelli ribelli di fronte agli occhi e l'aura in aumento. Annuì piano e, lasciandosi cadere giù dalla finestra, aspettò di essere quasi rasentante al terreno per prendere il controllo della propria forza spirituale e sfrecciare in volo.
Trunks, rimasto imbambolato con gli occhi incollati alla saracinesca spalancata, si portò una mano sul volto. Bruciava.
"Ma che cazzo..."




«Vegeta...»
La fiamma di una candela al profumo di genziana traballò incerta al tocco del vento fresco proveniente dalla finestra appena socchiusa.
«Mmh» mugugnò il principe dei saiyan, aggrappandosi con le dita alle lenzuola pulite.
«Posso farti una domanda?» annunciò in punta di piedi Bulma, avvolta nella coperta in cotone spesso. La temperatura del suo corpo terrestre era diversa da quella di suo marito, era costretta a proteggersi dalla brezza di metà settembre molto più di lui.
«Sto dormendo» grugnì sua maestà con gli occhi serrati, immobile nella sua posizione prona con il volto appena schiacciato sul guanciale. I capelli neri sparsi sul cuscino, disordinati e arruffati dalla lotta tra i cuscini appena consumata.
«Non pensavo che gli scimmioni parlassero nel sonno» fece notare lei, portando un dito affusolato sulla schiena di Vegeta, punzecchiandolo.
Egli aprì gli occhi di scatto, innervosito, poi si mise sdraiato su un fianco con la testa appoggiata sul palmo della mano.
«Che c'è?» bofonchiò, con uno sbuffo. Per un attimo era arrivato a pensare che, quella notte, avrebbe dormito indisturbato almeno fino alle quattro. Orario che corrispondeva sempre al rumore di due piedini indiscreti che si intrufolavano nella sua stanza e, successivamente, a una matassa di capelli acquamarina in faccia che gli avrebbero impedito di respirare. Quella storia avrebbe dovuto finire, per inciso. Oramai Bra aveva sei anni, dannazione!
«Hai visto Goten oggi, vero?» chiese conferma Bulma, con sguardo preoccupato.
Ecco le note dolenti. Vegeta sapeva che prima o poi sarebbe saltato fuori quel discorso.
«Mm-mh» mormorò sua altezza reale, con un cenno positivo del capo.
«Aveva uno sguardo così triste... tu pensi che stia bene? Trunks mi è sembrato preoccupato per lui» spiegò la moglie, alla quale non era sfuggita una venatura di inquietudine negli occhi di quel ragazzino.
Era a conoscenza che la famiglia Son non stesse passando proprio un periodo roseo dalla morte del padre di Chichi. Quest'ultima si era più volte sfogata al telefono dichiarando di essere stufa marcia dei problemi economici e della nullafacenza di Goku, ma quando Bulma aveva provato a offrirle un lavoro nuovo in azienda - o degli aiuti pecuniari - Chichi si era tirata indietro quasi inviperita.
La scienziata sospirò. Che i problemi economici della famiglia gravassero in maniera così evidente sulle spalle del povero Goten?
«Vegeta?» lo chiamò nuovamente, non ricevendo risposta da parte del pensieroso principe dei saiyan. Lo conosceva troppo bene per credere che gli fosse sfuggito lo sguardo del ragazzino. Era stato come un figlio per lui, anche se non l'aveva mai ammesso.
«L'ho visto» dichiarò infatti lui.
Certo che l'aveva visto, Vegeta. Non aveva avuto modo di parlarci se non per un breve saluto - anche perché il principe non era esattamente tipo da convenevoli - ma aveva notato i suoi occhi. Non sembrava quasi più lui!
«Da quanto tempo quel ragazzo è cambiato?» domandò Bulma, con un sospiro.
Vegeta arricciò le labbra. Non ricordava un momento preciso in cui Goten aveva smesso di essere il moccioso ingenuo e felice di un tempo.
«Penso che sia cambiato poco a poco, senza che potessimo accorgercene» asserì, tra le sopracciglia in un cipiglio ancor più duro del solito.
Bulma sbuffò dispiaciuta e incrociò le braccia al petto prosperoso.
«Cosa possiamo fare?» ponderò, vagando con la mente a delle possibili soluzioni, ma il marito le presentò davanti agli occhi l'unica cosa che realmente avrebbero potuto fare. Perché, del resto, quelli non erano affari loro. Immischiarsi ulteriormente avrebbe voluto dire risultare invadenti.
«Al momento niente, se non stare a guardare cosa succede».

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