Pericolo nell'aria

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Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
L'immagine di copertina è stata realizzata per questa storia da Misatona.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale.
Nessun copyright si intende violato.


- It takes a fool to remain sane -


CAPITOLO 22

Pericolo nell'aria



Li colpì entrambi con le braccia tese, in pieno volto, lasciandoli cadere al suolo schiena a terra. Tossirono, si lamentarono, poi aprirono gli occhi e lo videro lì, in volo a sovrastarli di pochi metri per guardarli dall'alto verso il basso.
Non erano stati pronti ad accogliere il suo attacco, a pararlo. Si aspettavano fosse forte, ma non così veloce.
Goten, dandosi lo slancio con le gambe e il bacino, si rimise in piedi e si asciugò il sangue dal naso. Si voltò solo per vedere se anche il suo amico si stesse rialzando, poi diresse di nuovo gli occhi per incatenarli a quelli ambrati del loro nemico, il quale nel frattempo aveva appena subito una trasformazione incontrollata.
Rabbrividì. Facevano paura. E, purtroppo per Goten, gli ricordarono da morire i suoi stessi occhi quando, quella mattina, si era guardato allo specchio. Ma del resto era impossibile che quel Saiyan si fosse drogato, giusto?
Con un gesto di sprezzo si levò ciò che rimaneva dei brandelli del suo parka beige, rimanendo solo con i jeans scuri e una maglietta larga color cachi. Non l'abbigliamento più consono per una battaglia, ma nemmeno Trunks era messo meglio con i suoi jeans chiari e larghi e una aderentissima maglietta nera.
Del resto chi se lo sarebbe aspettato che, quel giorno, sarebbero usciti di casa per affrontare non una, ma ben due sfide all'ultimo sangue?
Broly li caricò di nuovo con un urlo grottesco ma, all'ultimo stavolta, i due mezzi Saiyan riuscirono a dividersi e fuggire agli antipodi.
"Giornata tranquilla!" pensò Trunks sarcastico, accendendosi d'oro e fulmini per essere più veloce. Purtroppo tra i due era sempre stato quello più lento e non ci volle molto prima che il nemico gli si parasse di fronte con aria di sfida.
Broly gli si lanciò addosso con un pugno e, anche se riuscì a pararlo incrociando i due avambracci, subire quel colpo fu come ricevere un treno ad alta velocità addosso. Trunks si maledisse, maledisse se stesso e la sua svogliataggine per non essersi allenato a dovere in tutti quegli anni.
Quell'essere era, se possibile, forte più di suo padre. E se in due non riuscivano a tener testa alla trasformazione Blue di Vegeta, allora era impossibile sperare di battere Broly.
Goten accorse in suo soccorso e lo colpì da dietro, sul collo, ma fu come non avergli fatto niente. Ci provò, ci riprovò, ma tutto ciò che ne ricavava erano solo lievi escoriazioni che – oltre a fare incazzare Broly ancora di più – sembravano non sortire alcun danno.
«Ohohohoh!» ridacchiò Freezer, appollaiato sulla poppa della sua nave spaziale intento a godersi lo spettacolo «Decisamente dei cosplay malriusciti!»
Trunks digrignò i denti ed evitò con cura di essere colpito in pieno volto da una sfera di energia di Broly.
«Final Flash!» urlò, direzionando verso il nemico l'attacco dell'Aura che gli aveva insegnato il Principe dei Saiyan in persona. Il raggio colpì in pieno petto il nemico ma, dopo pochi secondi, riemerse dal fumo come nuovo. Al diavolo! Lo sapeva di non essere degno della forza di suo padre! Sapeva che non avrebbe mai potuto eguagliarlo ma, perlomeno, avevano passato almeno cinque minuti senza farsi ammazzare. Magra consolazione!
Goten scattò come una saetta intorno all'avversario, confondendolo in attesa di trovare una buona strategia di attacco. Ma, per il momento, andava bene così. Perdere tempo per guadagnarne, insomma. Ma in attesa di cosa? Avrebbero dovuto cavarsela da soli quella volta, nessuno sarebbe accorso in loro aiuto.
Corse sull'erba umida di quel promontorio in cerchio, sollevò gocce di rugiada e si confuse tra nebbia di metà novembre, cercando nel vento sferzato in faccia un'idea, una sola cazzo di idea per riuscire ad attaccarlo.
«Goten! Ti ricordi l'ultimo allenamento con papà?» gli domandò ad un tratto Trunks, accostandosi a lui nell'evitare i continui attacchi dell'Aura del nemico.
Come dimenticare? Quando agivano insieme erano formidabili. E invece prima si stavano annientando l'uno contro l'altro. Come si erano ridotti in quel modo? Ah, già. La droga. Ah, già. Il fatto che Trunks non gli avesse parlato per una settimana. Ma poi l'aveva baciato, giusto?
A dispetto di ciò che si sarebbe aspettato, non si sentì stanco. Anzi, si sentì carico di energie. E pensare che fino a neanche mezz'ora prima avrebbe solo voluto svenire. Che quel bacio gli avesse ricaricato completamente le pile? Cielo, non doveva pensarci. Non poteva distrarsi in quel momento a pensare a una roba del genere. Non era il momento di cercare scuse, giustificazioni e risposte al suo rapporto con Trunks. Era il momento di combattere insieme.
Annuì e insieme, carichi di adrenalina più che mai, si lanciarono contro il nemico accerchiandolo da due direzioni differenti. Sfruttarono i loro stili diversi di combattimento esattamente come avevano fatto in quell'allenamento con il Principe. Trunks sfruttò la sua precisione e la sua potenza per attaccare direttamente nel corpo a corpo, Goten la sua velocità per distrarre il nemico e colpirlo dalla distanza con le sfere di energia.
Si bilanciarono alla perfezione come sempre ma, sebbene le loro tattiche fossero ben studiate e organizzate, la forza di Broly – e sopratrutto la sua rabbia – era così imponente da non lasciare loro via di fuga.
«Ma di cos'è fatto, sto tizio? Di vibranio!?» si lamentò Trunks, invocando qualsiasi divinità di poterlo scalfire. Dov'erano i supereroi quando servivano? Ah, giusto: erano loro i supereroi.
Goten ruzzolò all'indietro, scaraventato a terra da un pugno in pieno stomaco.
Era imbattibile, dannatamente imbattibile. Come diavolo avrebbero fatto loro due, soli, contro un mostro di tale portata?
«Patetici. Due patetici finti scimmioni» commentò Freezer con estremo disappunto. «BROLY, FINISCIL-»
«NON COSÌ IN FRETTA!» una voce dalla nebbia interruppe il conquistatore dall'imporre l'ordine alla sua marionetta.
Goten, da terra, sollevò lo sguardo e lo stesso fece il suo alleato. E non riuscì proprio a fare a meno di sorridere di sollievo.

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