Broly

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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
L'immagine di copertina è stata realizzata per questa storia da Misatona.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale.
Nessun copyright si intende violato.



- It takes a fool to remain sane -


CAPITOLO 27
Broly



Un grido strozzato di gioia.
Tra la pioggia incessante e un lampo con diramazioni più folte delle radici di un albero, il corpo di Freezer si era dissolto. Disintegrato in milioni di particelle, molecole intangibili che lasciavano solo traccia di tutto il male, il dolore che egli aveva causato nel cosmo.
Goten, speranzoso, si era aggrappato con una mano all'avambraccio di Trunks, stringendolo fino a lasciargli i segni dei polpastrelli.
C'era chi, appunto, aveva urlato. Alcuni avevano esultato, altri erano rimasti zitti, ma ognuno degli alleati aveva provato un brivido nell'osservare la principale minaccia degli ultimi trent'anni svanire così, nel nulla, sotto la mano punitiva del Principe.
Chi, se non lui, avrebbe potuto compiere quel gesto? Chi se non Vegeta, l'uomo che più di tutti aveva subito sulla propria pelle le angherie di quell'essere orripilante?
Trunks si inorgoglì più che mai. Suo padre era così forte, così fiero e, nonostante dal suo sguardo non trasparì nemmeno un'emozione, la sua soddisfazione era tangibile. La sua Aura tremò.
Un silenzio denso calò sul promontorio, silenzio rotto solo dallo scrosciare della pioggia e dal rumore del mare irrequieto che s'infrangeva sulle scogliere.
Era fatta, avevano vinto.
Avevano vinto?
La pesante battaglia ai confini delle nuvole si era fermata, come se i guerrieri si fossero entrambi congelati nell'esatto istante in cui Freezer aveva lasciato il mondo terreno.
Broly, immobile con un pugno serrato a mezz'aria, tratteneva il respiro con lo sguardo rivolto verso il basso; verso il Principe dei Saiyan che ricambiava la cortesia con il naso all'insù. E Goku, solleticato ancora dall'Aura frizzante dell'Ultra Istinto, lo guardava a sua volta con un velo di pietà negli occhi. Lasciò andare la sua trasformazione lentamente, con la sola intenzione di mettergli una mano sulla spalla e spiegargli l'accaduto. Rassicurarlo, dirgli che andava tutto bene, che non era colpa sua, che avrebbero rimesso a posto tutto con le Sfere del Drago.
Con le dita mosse dalla bontà, dal perdono di cui solo lui era capace, alzò una mano avvicinando i polpastrelli alla pelle graffiata del suo avversario. Si avvicinò lento ma sicuro.
Tuttavia qualcosa andò storto, ma non ebbe nemmeno il tempo di rendersene conto. Perché, appena avvertito il tocco di quella mano, Broly scattò come una bestia appena scottata da un marchio numerato. Scattò e lo colpì in pieno volto facendolo atterrare in picchiata contro il terreno e, con un urlo grottesco, iniziò la sua folle cavalcata in direzione del Principe.
«GOKU!» urlò Junior. Si avvicinò e prese l'amico per un avambraccio, aiutandolo a rialzarsi.
Goku percepì la testa girare per quel colpo infertogli a tradimento ma, appena riuscì a mettere a fuoco dritto davanti a sé, sentì una morsa allo stomaco nel vedere che Broly - quel Broly che avrebbe dovuto essere tornato nel pieno delle sue facoltà cognitive - aveva iniziato ad attaccare Vegeta senza pietà.
«PAPÀ!» urlò Trunks e, senza pensarci due volte, alimentò la propria Aura fino a che non si sentì abbastanza potenziato da accorrere in aiuto del padre, seguito da Gotenn.
«N-non capisco!» balbettò Goku, riprendendo fiato e coscienza.
«Già, a quest'ora dovrebbe essere già tornato in sé. Freezer è morto e, a rigor di logica, avrebbe dovuto destarsi» spiegò C17. Sembrava stanco, frustrato, seppur sempre posato nei modi.
«È possibile che non vi abbia riconosciuti?» ipotizzò Junior.
«No, improbabile. Qualcosa è andato storto! Vado ad aiutarli. Voi occupatevi di loro, magari ne sanno qualcosa». Goku indicò poi la nave spaziale dell'esercito di Freezer, ancora attraccata e immobile sul punto più alto di quel promontorio.
Gli androidi e Junior annuirono, librandosi in volo più che intenti a non lasciare niente al caso.
Goku, invece, scattò in direzione della battaglia con il cuore in gola. Broly era più spaventoso e gonfio di rabbia che mai. Urlava, si dimenava e colpiva i suoi avversari irrazionalmente, con il solo intento di uccidere nel peggiore dei modi.
La morte di Freezer sembrava aver alimentato ancor di più la sua potenza, le sue capacità distruttive. Vegeta, da solo, non avrebbe potuto sconfiggerlo. Ma non era nemmeno sicuro che avrebbero potuto farlo insieme. Seppur con l'aiuto dei loro figli.
«Kaarot, che problemi ha questo tizio!?» grugnì Vegeta confuso. La domanda era la medesima sulla bocca di tutti.
«Non ne ho idea, accidenti» berciò Goku, deviando un colpo del colosso, colpo che si andò a estinguere nel mare blu e tempestoso. «BROLY! BROLY, SVEGLIA, SIAMO NOI!» Si sbracciò davanti a lui nel tentativo di farlo rinsavire, gli sferrò persino un pugno in faccia, fallimentare.
Broly, a malapena scalfito dall'attacco del Super Saiyan Blue, rispose con cattiveria inaudita e restituì l'attacco al mittente con tanto di interessi, spedendolo dritto dritto addosso al suo alleato.
«Bel tentativo, dico sul serio!» commentò Vegeta, sarcastico, prendendolo al volo per frenare la sua corsa.
«Hai idee migliori?» soffiò Goku. Si aciugò un rivolo di sangue con la manica della sua tuta nuova di zecca, sporcandola a malapena del liquido rosso scuro. Scrutò l'orizzonte in vista del padre degli Angeli per poter chiedere consiglio, ma egli se n'era già andato da un pezzo.
«No. Non ci resta che combatterlo» ringhiò Vegeta. Si scrocchiò le dita e si rivolse con sguardo provocatorio a Goten e Trunks. «Voi due, fancazzisti... siete pronti?»
La domanda del Principe li fece mettere sull'attenti, entrambi. Di primo acchito non riuscirono a credere alle proprie orecchie. Come avrebbero fatto loro a essere utili in quella battaglia? Loro che, insieme, possedevano una forza che non era nemmeno la metà dimostrata da Goku o Vegeta. Ma gli occhi dei loro padri erano inequivocabili. Non era una proposta, una domanda quella che gli stavano ponendo. Era un ordine.
Sarebbero serviti entrambi per far fronte a quella battaglia. L'unico modo per tener testa a un Broly così spietato, in quel momento, sarebbe stato fronteggiarlo insieme. Tutti e quattro, in una lotta padri e figli senza eguali nella storia.
I due ragazzi si guardarono per qualche secondo, con tanta paura ma tanto orgoglio e speranza nel cuore poi, insieme, annuirono con solennità.
«E allora è il momento di lottare» ghignò il Principe dei Saiyan e così, insieme, i quattro guerrieri Saiyan si schierarono in fila, illuminandosi di una luce blu accecante.
«Sconfiggiamolo».

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